Venerdì 24 giugno
Ieri vi avevo raccontato della sparatoria sulla Muni (la metropolitana di San Francisco) che ha intristito una città ancora simbolo di tolleranza e libertà.
Una linea della metro è rimasta chiusa per ore, nessuna traccia dello sparatore che è riuscito a fuggire scendendo alla fermata Castro, affollata di turisti è per la settimana del Gay Pride.
Il giorno dopo ancora non si conosce l’identità della vittima (un uomo di 27 anni), né del ferito (un passeggero di 72 anni colpito a una gamba e ricoverato allo Zuckerberg Hospital – sì, il padrone di Facebook ha comprato l’ospedale pubblico cittadino e gli ha dato il suo nome), né si hanno particolari sul movente della lite verbale che ha preceduto i colpi di arma da fuoco, se non che – assicura la polizia – la lite non aveva nulla a che fare con il tema dell’omosessualità. A rendere più surreale la situazione (nessuno dei passeggeri sul vagone, per esempio, ha dato testimonianza di quello che è successo) è la fotografia di “un sospetto” che la polizia ha distribuito, invitando la persona a presentarsi.
Si vede (ripreso dalle video camere della Muni) un afroamericano vestito come una specie di Joker del film: in una giornata che era particolarmente calda, l’uomo è di un’eleganza chiassosa, con cappello a media tesa e bandana, camicia e cravatta ben serrata al collo, e un cappotto invernale abbottonato. In mano tiene uno zainetto di colore rosso. Punto e basta.
Bisogna aggiungere però che il servizio pubblico di San Francisco è noto per l’originalità dei suoi passeggeri, e dei tipi umani che vi convivono, per la delizia dei bambini a bordo.
Ora, invece, c’è questo precedente. Brutto presagio. E il fatto che nello stesso giorno sia stata presa una storica decisione dalla Corte Suprema non aiuta certo a rasserenare il clima.
In breve: con un voto di 6 contro 3, la Corte ha stabilito che nessuno stato può vietare ai cittadini di girare in pubblico con un’arma, purché questa non sia visibile.
Era un limite che durava da cent’anni e stabiliva il possesso di un’arma come necessità di difesa di un attacco alla propria abitazione; d’ora in poi, invece, chiunque potrà mettersi una pistola in tasca e percorrere la città. E nel nostro caso, salire su un bus, uccidere qualcuno perché gli è antipatico, scendere alla fermata successiva e “darsi alla macchia”.
Non ci sono molti commenti da fare, se non che si sta andando verso il precipizio.
Anche a San Francisco, la gioia di prendere il tram diventerà una cosa del passato?
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