Premio Nobel per la Letteratura 2023 a Jon Fosse
Il Premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato a Jon Fosse, con la seguente motivazione: per le opere teatrali e i romanzi innovativi che hanno dato voce all'indicibile.
La commissione svedese ha lodato lo stile dell'autore, che è stato definito "minimalismo di Fosse".
La sua immensa opera, scritta in norvegese nynorsk e che abbraccia una varietà di generi, è costituita da una grande quantità di opere teatrali, romanzi, raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e traduzioni.
Un nuovo anno sta per concludersi e Asle, un anziano pittore rimasto vedovo, ripensa alla sua storia. L'uomo vive da solo sulla costa norvegese, i suoi unici amici sono il suo vicino, Åsleik, un contadino-pescatore scapolo, e Beyer, un gallerista che vive in città, a un paio d'ore di auto. Lì vive anche un altro Asle, artista anch'egli, solitario e consumato dall'alcool. Asle e Asle sono due versioni della stessa persona, due racconti della stessa vita, che si interrogano sull'esistenza, la morte, l'ombra e la luce, la fede e la disperazione.
Jon Fosse ha 64 anni, nato a Haugesund, in Norvegia, il 29 settembre 1959, è uno degli autori più celebrati e amati. Le sue opere teatrali sono fra le più famose portate in scena. Negli anni, infatti, è stato designato come l'erede di Ibsen e Beckett, restando uno dei drammaturghi più rappresentati.
A sette anni ha un incidente gravissimo che lo avvicina all'idea della morte, un pensiero centrale nella sua produzione e che caratterizzerà la sua scrittura in età adulta, infatti egli stesso dichiarerà:
So cosa ho visto quando avevo sette anni. Ho visto qualcosa; ed è quel qualcosa che voglio mostrare nelle mie opere teatrali
Il suo romanzo d'esordio, Raudt, svart (Rosso, nero), è stato pubblicato nel 1983. Mentre, la sua prima opera teatrale, Og aldri skal vi skiljast (E non ci separeremo mai), è stata rappresentata e pubblicata nel 1994.
L'autore è molto conosciuto per i volumi dell'opera Settologia, in pubblicazione in Italia per La nave di Teseo. Al centro dell'opera c'è la vicenda di un anziano pittore che, nel terminare il suo lavoro, ripensa ai frangenti della sua vita, in un flashback continuo, inarrestabile e coinvolgente. Spesso Settologia è stata paragonata a un'epopea biblica, cosa che non stupisce visto che Fosse è noto per il suo coinvolgimento nello studio e nell'interpretazione della Bibbia, un interesse che va oltre la ricerca accademica e che influisce sulla sua spiritualità e il suo misticismo. Nel 1999, ha contribuito a due importanti volumi, insieme ad altri autori norvegesi, dedicati rispettivamente all'Antico e al Nuovo Testamento. Nel 2003, ha partecipato a una raccolta di testi e immagini ispirati alle storie della Bibbia, mentre nel 2006 ha collaborato a un volume che esplora temi legati all'eticità umana.
Uno è un uomo di successo, l’altro alza il gomito troppo spesso. Viene da pensare che siano la stessa persona, eppure a volte si incontrano e si parlano. Il tempo e lo spazio li seguono come due rette che a volte sembrano intersecarsi, su quella che potrebbe essere la costa sudoccidentale della Norvegia, tra i ghiacci, il mare scuro e i fiordi. Tra amori fugaci, alcool, gruppi rock e sigarette, i due Asle si incontrano per la prima volta. Si assomigliano, si vestono allo stesso modo ed entrambi vogliono fare i pittori.
Premi e riconoscimenti di Jon Fosse
Negli anni Novanta, l'autore ha iniziato a ricevere riconoscimenti per i suoi racconti per l'infanzia. Nel 1996, oltre a questi, ha ottenuto premi per le sue opere in prosa e ha vinto per la prima volta il prestigioso Premio Internazionale Ibsen, che ha poi vinto nuovamente nel 2010. Da allora, ha continuato a raccogliere numerosi premi, tra cui il Nynorsk Literature Prize, lo Swedish Academy’s Nordista Pris, il Premio Ubu e l'European Prize for Literature.
Nel corso degli anni, ha ricevuto onorificenze come il titolo di Commendatore del Royal Norwegian Order of St. Olav nel 2005 e l'Ordre National du Mérite dalla Francia nel 2007. Nel 2015, l'Università di Bergen gli ha conferito un dottorato honoris causa, e poco dopo ha vinto il Nordic Council's Literature Prize. In quell'occasione, ha dichiarato pubblicamente la sua intenzione di abbandonare la scrittura teatrale per concentrarsi interamente sulla prosa.
Nel dicembre 2016, ha ricevuto l'importante premio Willy Brandt, confermando il suo successo in Germania, dove le sue opere sono ampiamente tradotte e vengono messe in scena con grande successo da registi di alto profilo come Thomas Ostermeier.
Per il Daily Telegraph, Jon Fosse dovrebbe essere considerato tra i 100 geni viventi in tutto il mondo. Ha anche vissuto nella residenza reale di Grotten, al centro di Oslo, per meriti letterari.
Già in questi scritti vengono tuttavia rivelati gli elementi fondanti della poetica del drammaturgo norvegese: una scrittura secca e affilata, in cui il ritmo serrato, fatto di non-punteggiatura e intonazioni volutamente ambigue delle battute, contraddistingue la parabola esistenziale di personaggi isolati, in continua ricerca del proprio Io e di una redenzione nel difficile legame con l'Altro.
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