Molti dei libri che amo di più non li ho mai letti.
Li ho cercati tra gli scaffali delle librerie, sulle bancarelle dell'usato, in internet, nelle biblioteche, addirittura!
Niente. Introvabili: molti dei libri che amo di più sono fuori catalogo!
Visto il preambolo, potrei citare i primi tre che mi vengono in mente per concludere l'articolo: cosa potrei dire di più, su questi titoli, oltre al titolo?
Aggiungo che la frustrazione che mi assale quando non trovo un testo che mi hanno suggerito, spesso si somma a quella di chi non ne trova uno che ho suggerito io.
E allora, oltre a come, perchè parlarne? Masochismo? Nient'affatto.
Da libraio posso assicurare che sentirsi rispondere «mi spiace, è fuori catalogo», non è una tragedia, ma un'occasione.
Basta essere disposti a continuare la ricerca, e godersi l'attesa.
Salvo rare eccezioni infatti, ciò che inghiotte i libri di cui abbiamo sentito parlare, letto citazioni, rintracciato stralci su vecchie antologie - i libri insomma che conosciamo benissimo, ma non abbiamo letto - non è l'oblio, ma un limbo editoriale in cui questi scrigni di carta sostano come fantasmi.
E i fantasmi, si sa, prima o poi appaiono!
Io stesso sono stato protagonista (giuro!) di più di un avvistamento spettrale.
Il primo che ricordi riguarda il Mare di Jules Michelet. Avevo ormai perso le speranze di leggerlo; per anni ne avevo conosciuto solo questa frase, citata da Carl Schmitt in Terra e Mare:
Senza la balena i pescatori si sarebbero tenuti sempre solo nelle vicinanze della costa. La balena li ha attirati verso l'oceano, emancipandoli. Grazie alla balena furono scoperte le correnti marine e si trovò il passaggio a nord. La balena è stata la nostra guida
Come poteva uno storico aver trovato il lato poetico della caccia alle balene? Che immagine aveva del mare, e del mondo, un contemporaneo di Melville?
Queste domande hanno continuato a vagare nella mia mente finché non l'ho visto, ripubblicato da Elliot edizioni, in libreria.
L'ho preso subito e l'ho trovato interessantissimo.
Vissuto nella prima metà dell'Ottocento, Jules Michelet racconta con atteggiamento tassonomico l'universo marino: dedica un capitolo a tutti gli elementi che ne fanno parte. Si va dai fari alle sirene, dai polpi ai bagni terapeutici, dalle conchiglie alle balene, appunto.
L'autore ha lingua magniloquente e sguardo poetico: il risultato, letto oggi, è molto originale!
Avevo sempre pensato che il racconto della Genesi in cui Adamo ed Eva mangiano il frutto dell'Albero della Sapienza e quindi prendono coscienza della propria nudità, esprimesse l'essenza dell'uomo, che è l'unico a vergognarsi di ciò che è. Tutta la cultura umana è un unico grandioso sforzo per coprire e abbellire sé stessa; un'immensa e complessa foglia di fico
Questa citazione faceva parte di un commento ad una vecchia edizione di Ricerca e perdizione, l'autobiografia di Singer, su un sito di e-commerce. Mi aveva colpito molto, ma era impossibile acquistare il libro: fuori catalogo! Potevate almeno togliere il commento, avevo pensato, così è una tortura!
Quando, tempo dopo, l'ho trovato su una bancarella, a Milano, non ho resistito alla tentazione di comprarlo. Così ho letto finalmente questa «opera di narrativa basata sulla verità», come Singer stesso la definiva.
Racconta la vita del futuro premio Nobel (1978) prima bambino nella comunità ebraica della Varsavia del dopoguerra; poi giovane aspirante scrittore poverissimo in cerca di fama e di amore; e infine in fuga davanti al terrore nazista e emigrato in America. Nel nuovo continente, ormai sradicato, continuerà a scrivere i suoi libri in Yiddish, la sua lingua sarà la sua vera patria.
Il più delle volte lo status di fuori catalogo è una condizione subita dall'autore, oltre che dal lettore potenziale. Eppure ci sono casi in cui il ritiro dal commercio è una scelta non solo voluta, ma imposta dallo scrittore.
È il caso di Rondini sul filo di Michele Mari il quale, nel corso di un intervista pubblicata in Scuola di Demoni, dichiara:
È il libro che più mi imbarazza e per cui, esibizionismo per esibizionismo, sento la necessità di mettere un velo, un veto
Si scopre, andando avanti nella lettura, che si tratta di un testo autobiografico incentrato sul ricordo di una passione amorosa ossessiva e lacerante:
Alcune cose un po' scabrose che magari allora riuscivano a non imbarazzarmi perchè erano veicolate dal furore, adesso che non c'è più quel fuoco potrebbero lasciarmi soltato imbarazzato
«Per questo non l'hai ristampato?» chiede l'intervistatore. Risposta: «Sì, e perchè riguarda altre persone.»
Questa scelta mi ha ricordato, perchè contrario, il caso Yoga, il libro di Emmanuel Carrère la cui uscita fu accompagnata dalle polemiche legate ai tagli di alcune parti del libro imposti dalla sua ex moglie perché che la riguardavano.
Fino a che punto è lecito raccontare le vite degli altri? In un periodo di biografismo (autofiction non riesco a dirlo) imperante mi sembra un buon quesito da porre.
Rondini sul filo intanto è lì che giace sul mio comodino, l'ho preso in prestito in biblioteca.
Ovviamente c'è una parte di me che muore dalla voglia di leggerlo, un'altra parte, se lo facessi, sentirebbe di violare uno spazio troppo privato. Che fare? Ho un mese di tempo per decidere. Salvo rinnovi...
Intanto aspetto. Perchè il trucco è tutto lì: saper aspettare.
E cercare, cercare, cercare.
Per certi libri l'attesa sarà lunga, per altri meno. Altri ancora continuerò a cercarli invano. E forse proprio per questo, saranno quelli che avrò amato di più.
Di
| Elliot, 2019Di
| Adelphi, 2002Di
| Adelphi, 2021Ti potrebbero interessare
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