Sarà un’edizione di prime volte. Per la prima volta la Coppa del Mondo FIFA, la più importante manifestazione calcistica, verrà ospitata da un paese del Medio Oriente. Per la prima volta si giocherà nel periodo autunnale dell’emisfero boreale.
Ci sarebbero le premesse per attendere quantomeno con curiosità il calcio di inizio in Qatar e invece non si ricorda un’edizione tanto ignorata e mal sopportata. Al bar dello sport convivono come sempre ragionamenti sui massimi sistemi e motivazioni dettate dal più becero campanilismo, come stuzzichini esposti sul bancone per un aperitivo in stile anni Ottanta.
Perché i Mondiali senza estate non sono davvero Mondiali.
Perché i giocatori dei club per cui tifiamo torneranno indietro stanchi o infortunati.
Perché è solamente una grande operazione di marketing che non ha nulla a che fare con i sacri valori dello sport in cui tutti noi crediamo.
Perché non si può fare finta che il Qatar non abbia qualche problemino con i diritti civili.
La verità è che la nostra nazionale in Qatar non ci andrà perché per la seconda volta consecutiva non si è qualificata alla fase finale di un Mondiale.
E così questa Coppa del Mondo che inizierà pochi giorni prima del Black Friday e terminerà pochi giorni prima di Natale è diventata per noi tifosi italiani un argomento più fastidioso di una zanzara sopravvissuta all’estate.
I più ottimisti continuano ancora a cercare su Google “Italia ripescata” nella speranza di un miracolo di San Gennaro e San Siro (prima che lo abbattano) uniti, per l’occasione, in nome della patria.
Perché per noi tifosi italiani, ammettiamolo, sarà un po’ come andare a un concerto di Bruce Springsteen sapendo prima che il boss non canterà Born To Run o The River. Oppure sarà come ordinare in un ristorante romano una carbonara dopo aver letto sul menu che tra gli ingredienti manca il guanciale.
Sarà un po’ come aver deciso di imbucarsi a una festa per conoscere la ragazza della 3B sapendo che lei è rimasta a casa con il suo fidanzato.
Ma proprio per questo i Mondiali di Calcio in Qatar, per noi tifosi italiani, possono trasformarsi quasi in un esercizio olistico, se vogliamo darci un tono, oppure più semplicemente possono diventare un’occasione per applicare il famoso principio di Pollyanna. Vi ricordate la ragazzina protagonista del romanzo di Eleanor Porter che vedeva il lato positivo in ogni situazione?
Considerando che non si parlerà d’altro per circa un mese, che le parole #qatar e #mondiali saranno in tendenza ogni giorno e la tv trasmetterà tutte ma proprio tutte le partite, ci conviene estrarre la testa dalla sabbia, farci coraggio e indossare i panni di moderne Pollyanna.
Quindi ecco una lista di cose da fare per sopravvivere ai Mondiali di calcio 2022:
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