La parola chiave del giorno: PERIFERIE

Parola chiave: PERIFERIE

Ma quali sono state le diverse sfumature di significato che ha assunto nel corso della storia la parola “periferie”?

1949 (NUOVE PERIFERIE) prende avvio il Piano INA-CASA. Il Parlamento italiano da avvio a un piano nazionale per la realizzazione di alloggi economici. L’espansione infrastrutturale delle periferie urbane si fa simbolo del progresso e della possibilità di garantire stili di vita e condizioni materiali più moderne anche alle fasce più povere della società.

novembre 1958 (DIVARI) va in onda per la prima volta Telescuola, il programma organizzato dalla RAI e dal Ministero della Pubblica Istruzione, con l’intenzione di fornire delle lezioni televisive per quegli alunni che vivevano nei territori sprovvisti di scuole medie.

1960 (COREE) è l’anno di pubblicazione del libro “Milano Corea” di Franco Alasia e Danilo Montaldi, un lavoro di inchiesta sulla condizione degli immigrati meridionali e sottoccupati nello scenario delle periferie milanesi dove si concentravano gli insediamenti spontanei chiamati appunto «coree».

1968 (PERIFERIE ABITATIVE) A Milano viene fondata l’Unione Inquilini per iniziativa dei comitati di base delle case popolari. A metà degli anni '70 l'Unione si estende in Piemonte, Veneto, Emilia, Toscana e in città come Roma e Napoli, affermandosi come protagonista delle occupazioni di case e fabbricati sfitti con episodi di grande rilevanza nazionale.

Anni ’80 (PERIFERIE DEGRADATE): il modello della periferia come espressione del progresso delle classi popolari entra in crisi. Nel dibattito pubblico la parola “periferie” assume un’accezione negativa, associata a contesti di degrado, assenza di servizi, marginalità e violenza. E’ in questo periodo che prendono avvio piani di demolizione di alcuni complessi residenziali popolari, come nel caso delle Vele di Scampia, a Napoli, demolite in parte tra il 1997 e il 2003.

1992 (PERIFERIE GHETTO) rivolta di Los Angeles. In seguito al verdetto di assoluzione per tre dei quattro agenti responsabili del pestaggio del tassista afroamericano Rodney King, nei quartieri periferici a sud e a ovest della città di Los Angeles si scatena una violenta rivolta che dura per sei giorni. Le proteste nascevano dalla denuncia del clima di diffuso razzismo e di abuso di potere da parte delle forze dell’ordine e furono incrementate dalla presenza di tensioni interetniche tra le varie comunità “marginali”: afroamericana, coreana e ispanica. 

Autunno 2005 (PERIFERIE DEI DIRITTI), nelle Banlieues di Parigi e in altre città come Marsiglia, Tolosa, Strasburgo e Lione, si verificano una serie di rivolte incontrollate, agitate per lo più dalle giovani generazioni delle comunità immigrate residenti in questi contesti di marginalità sociale. In risposta al clima di violenza diffusa, il governo francese riattiva i dispositivi di controllo dell’ordine pubblico utilizzati durante la guerra d’Algeria, emanando lo stato d’emergenza e il coprifuoco cittadino.

Che significati assume oggi nel dibattito pubblico la parola “periferie”? Lo chiediamo a Cesare Moreno, membro dell’associazione Maestri di Strada.

Periferia, margine, limite, confine. Periferia operaia, residenziale, pericolosa, povera. Periferia viva, fremente, che unisce persone, visioni e modi di partecipare, diventando quartiere.

Una parola alla volta, un modo per conoscere e capire la complessità delle parole più usate nel dibattito pubblico contemporaneo.

Ci vediamo al prossimo appuntamento con la parola ATLANTISMO.

Potete trovare l'intera raccolta di Una parola alla volta qui.