Principi attivi: leggere e condividere le idee

Il ritratto di Hannah Arendt è opera di Francesco Vercesi, studente del liceo artistico Volta di Pavia

Il ritratto di Hannah Arendt è opera di Francesco Vercesi, studente del liceo artistico Volta di Pavia

La lettura ci muove e ci smuove.
Ogni mese un libro esclusivo e una borsa da collezione, per leggere e poi condividere le idee con un messaggio, ovunque. Un viaggio alla riscoperta del pensiero politico e civile attraverso i testi originali di grandi pensatori dell’era moderna. Online e in libreria
.

Testi utili in tempi complicati. Questa la motivazione principale, stimolante, per una nuova iniziativa editoriale particolarmente interessante che parla ai giovani e arriva in un momento storico in cui la riflessione sui valori della convivenza civile e delle relazioni tra i popoli e le nazioni nello sguardo aperto sull’intera umanità è imprescindibile.
Si tratta di titoli tratti dal patrimonio di libri e riviste della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Una raccolta delle voci, dei pensieri e delle azioni che hanno fatto la moderni­tà. Spesso si tratta di prime edizioni, ma non è questo il fulcro dell’iniziativa, bensì la necessità, l’urgenza di una riflessione che riparta da punti certi, da autori che hanno definito - tra teoria e partecipazione - il percorso degli esseri umani. E che ogni generazione deve conoscere.

 

Il progetto editoriale

Ricordiamo le parole chiave che definiscono il senso di questo progetto editoriale, facendone così anche un breve riepilogo:

Hannah Arendt - #libertà
«la paura è il principio che ispira le azioni nella tirannia»

Blaise Pascal - #verofalso
«è malattia naturale dell'uomo quella di credere di possedere la verità»

Victor Hugo - #diventarecittadini
«ovunque esiste un campo, ovunque esiste un'anima, esista anche un libro!»

Carlo Cattaneo - #scelgolavita
«imitiamo negli altri popoli ciò che li fa grandi e gloriosi»

Ogni libro è accompagnato da una borsa esclusiva, in edizione limitata, frutto del progetto grafico realizzato dagli studenti del Liceo artistico Alessandro Volta di Pavia.
Ecco i nomi, in ordine di uscita delle borse: Francesco Vercesi, Asia Cipolloni, Erica Pak e Sofia Conca. 
Le borse sono belle, colorate, molto robuste e possono accompagnarci a lungo trasmettendo, strette nelle nostre mani, un messaggio importante di libertà, verità, cittadinanza e vita!

 

Il primo volume: #LIBERTÀ su Hannah Arendt

A inaugurare questa piccola collezione è dunque Hannah Arendt, che lo studente Francesco Vercesi ha ritratto in copertina e sulla borsa con l’immancabile sigaretta (pur essendosi ammalata di angina ed essendo stata colpita da un grave un infarto non smetterà mai di fumare): una persona forte e inarrestabile, definita dell’editore Salman Schocken “la donna più intelligente della terra”.

Nata in Germania e cresciuta in un "tipico ambiente ebraico-tedesco", vissuta anche in Russia, costretta a fuggire in Francia nel 1933 e poi negli Stati Uniti nel 1941, la Arendt ha avuto una intensissima attività accademica, amplificata nel dopoguerra da conferenze e seminari tenuti in molti paesi. Fondamentale il suo Le origini del totalitarismo edito nel 1951 in lingua inglese, poi tradotto in tutto il mondo; nel 1961 assiste al processo Eichmann a Gerusalemme come inviata per la rivista «The New Yorker» che nel 1963 inizia la pubblicazione in cinque parti di A Reporter at Large: Eichmann in Jerusalem; l'edizione in volume Eichmann in Jerusalem: A Report on the Banality of Evil viene pubblicata nel 1964 da The Viking Press e in Italia da Feltrinelli con il titolo La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme, di certo il suo lavoro più conosciuto. Muore per infarto nel 1975 nell'appartamento di New York, senza aver mai abbandonato il suo impegno tra filosofia e politica e senza aver mai smesso di denunciare e condannare le derive totalitarie.

Per combattere il totalitarismo è sufficiente comprendere una sola cosa: il totalitarismo rap­presenta la negazione più radicale della libertà. Tuttavia, questa negazione della libertà è il tratto comune di tutte le tirannie e non è l’elemento de­cisivo per comprendere la natura specifica del to­talitarismo. D’altro canto, chi non si sente chiama­to in causa quando la libertà è minacciata, non si sentirà mai chiamato in causa.

Hannah Arendt

Come si legge nella Prefazione: «Il pilastro su cui si tengono i tota­litarismi, dice Arendt, è la paura. L’obiettivo prima ancora che lo sterminio degli oppositori o degli esseri umani considerati nemi­ci da cui liberarsi, è suscitare paura nei cittadini, trasformati così in sudditi (perché a questo sono ridotti gli esseri umani nei totalitarismi).  La paura è la macchina con cui si esercita tanto il dominio come il controllo. […] Dunque la prima vittoria dei poteri dispotici contemporanei, ovvero dei totalitarismi, è fare in modo che i perseguitati e quelli che saranno perse­guitati siano ridotti in solitudine. Pur di non essere solo, ciascuno sarà così disposto ad ubbidire. […] Viceversa, il totalitarismo inizia a perdere quando qualcuno fa un gesto, anche insignificante che rompe quella condizione. Non si tratta di di­menticare la paura, si tratta di non farsi dominare da essa.

Essere liberi, non vuol dire essere incoscienti, ma essere consapevoli dei propri diritti e avere ri­spetto di sé.»

Un testo breve, ma molto intenso che colpisce per la sua straordinaria attualità, anzi, eternità.

Il pericolo che il totalitarismo svela sotto i nostri occhi – e questo pericolo, per definizione non sarà scongiurato semplicemente dalla sconfitta dei governi totatalitari – nasce dallo sradicamento e dallo spaesamento e potrebbe essere definito il pericolo dell’isolamento e della superfluità. Sia l’isolamento che la superfluità sono, ovviamente, sintomi della società di massa, ma il loro significato autentico non si esaurisce con essa.

Hannah Arendt

Per maggiori informazioni riguardanti l'iniziativa visita il sito: https://www.lafeltrinelli.it/principi-attivi 

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