Ha poca importanza quello che la gente pensa di me, vera importanza ha quello che io penso di loro
Chissà che cosa avrà pensato la regina Vittoria, ovunque si trovi, della serie tv Victoria e del film The Young Victoria (ne parliamo qui) dedicati a lei. Probabilmente, se avesse potuto, avrebbe contestato qualche scelta cinematografica ma senza dubbio avrebbe apprezzato – con una soddisfazione poco velata - l’attenzione rivolta alla sua femminilità.
E chissà se le piacerà questo articolo che ripercorre in breve la sua vita da donna e da monarca, che potete approfondire con il libro decisamente anticonformista La regina Vittoria di Richard Newbury.
Tenace, testarda, autoritaria. La immagino così, mentre giorno per giorno prende le decisioni che hanno reso grande l’Inghilterra.
In cambio del suo lungimirante governo ha ottenuto quello che ogni monarca ha sempre desiderato: gloria imperitura e l’incisione del proprio nome nella Storia, con un periodo – l’età vittoriana appunto – che porta il suo nome.
Con la morte del padre Guglielmo IV, il 20 giugno 1837 Vittoria eredita il trono a soli 18 anni. Incoronata nel 1838 detiene il potere fino al 1901, anno della morte.
L’età vittoriana è stato un periodo di crescita e prosperità per un Paese che già si presentava come una potenza mondiale. Il favorevole contesto internazionale, connotato da stabilità e pace tra le nazioni secondo quanto stabilito dal congresso di Vienna del 1814, ha giocato un ruolo fondamentale.
L'Inghilterra infatti inizia a guardare oltreoceano, con spedizioni che puntino alla formazione di nuove colonie in Africa e in Asia e che hanno reso l’impero britannico il più grande della storia.
Ma la regina Vittoria guarda anche al suo popolo con riforme di varia natura.
A livello economico abolisce i dazi tra le varie regioni inglesi per favorire il commercio interno mentre sul piano sociale estende il suffragio elettorale ad alcuni lavoratori finora esclusi, come i minatori, e ai residenti delle campagne, aumentando il numero dei votanti che arriva a coincidere con la quasi totalità della popolazione maschile.
Non solo ricchezza materiale. L’età vittoriana è ricordata anche per una fioritura culturale straordinaria. Solo per citare qualche nome ricordiamo gli impavidi esploratori Stanley e Livingstone (qui il nostro articolo), il padre dell’evoluzione Charles Darwin e lo scrittore Charles Dickens che denuncia nelle sue opere, dopo averlo vissuto sulla pelle, lo sfruttamento dei bambini in fabbrica e in miniera.
E ora concentriamoci sulla vita di Vittoria.
Orfana di padre che non ha mai conosciuto, la sua infanzia non è stata serena. La madre, Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld, la manovra come un burattino ed è proprio per l’infelice passato che Vittoria fin da giovane ricerca in chi la circonda complicità e affidabilità.
Una persona a lei cara che ha sentito vicino durante l’adolescenza e a cui invia lettere molto dolci è la governante Louise Lehzen, con cui usa toni ben diversi da quelli aspri che riserva a sua madre.
La tenacia e la sensibilità di Vittoria trovano un secondo complice nel primo ministro lord Melbourn che la introduce alla complessa disciplina politica e di governo con insegnamenti di stampo liberale, linea che lascerà a favore del conservatorismo del marito.
Dopo aver creato attorno a sé un piccolo circolo di persone di fiducia arriva anche l’uomo da amare. Qui emerge tutta la sua umanità perché Vittoria si innamora perdutamente, a un primo sguardo, del futuro marito Alberto di Sassonia-Coburgo-Goth con cui ha nove figli.
Come ogni coppia non mancavano i conflitti. Si dice infatti che lanciasse oggetti contro di lui nei momenti di massima rabbia e che Alberto ricambiasse stilando una lista di rimproveri che consegnava alla moglie ad acque placate.
L’amore per il marito è tale che dopo la sua morte prematura nel 1861 Vittoria si sente persa e cristallizza quel momento ordinando alla servitù di lasciare le camere esattamente com’erano quel giorno: rimangono così intatte per decenni.
Ma Vittoria sa e deve rialzarsi. Modernissima, si getta a capofitto nel lavoro, inimicandosi il governo per la sua eccessiva intromissione.
E così tra inciampi, cadute, dolori e lacrime ha sempre ritrovato nella devozione alla sua Inghilterra l'ancora di salvezza.
Di
| Marsilio, 2021Di
| Sperling & Kupfer, 2020Di
| Claudiana, 2009Di
| Castelvecchi, 2014Ti potrebbero interessare
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