La trilogia della Patria del giornalista e scrittore Enrico Deaglio è una raccolta in presa diretta dei fatti più importanti che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1967 al 2020. I volumi:
Ma davvero è successo tutto questo? In un libro di novecento pagine, una cavalcata in quel vero romanzo che è stata l'Italia degli ultimi trent'anni. È come guardare un film sulla nostra vita, in cui gli avvenimenti sono raccontati mentre succedono.
Torino, 11 aprile 1987
Lo scrittore che, uscito da Auschwitz, ha girato le scuole italiane spiegando come sia possibile accorgersi di un olocausto imminente, l'uomo razionale che ha creduto nella bellezza del «lavoro ben fatto», si è suicidato a Torino, buttandosi dal terzo piano nella tromba delle scale. Guido Vergani, inviato della Repubblica, è tra i giornalisti che si recano sul posto:
«Non c'è ancora alcun segno esterno di lutto, né paramenti, né il libro per le firme del cordoglio.
Il portone di corso Re Umberto è stato sbarrato. È di legno chiaro, più nuovo del palazzetto fine Ottocento che ha l'intonaco consunto. Le finestre del terzo piano sono chiuse. Hanno tendine bianche.
Al citofono di Primo Levi risponde una voce di donna: «La prego, non c'è nessuno».
La portiera, Jolanda Gasperi, ha già finito di spargere segatura sul pavimento nero dell'ingresso, là dove, fra l'ascensore, i primi gradini della scala e la guardiola, si è schiantato il corpo dello scrittore. Non c'è più sangue, ma quella segatura ne è intrisa.
E la memoria porta in primo piano le ultime frasi di Se questo è un uomo: «... Sul pavimento, l'infame tumulto di membra stecchite, la cosa Somogyi. La cosa era un vecchio compagno di baracca nel lager di Auschwitz. Morì la sera prima che arrivassero i russi, il 27 gennaio del 1945».
Anche in questo dignitoso ingresso borghese, la morte deve aver avuto l'infame aspetto di un tumulto di membra. La portiera racconta: «Erano da poco passate le 10. Come ogni mattina, ero salita da Levi per portargli la posta. No, niente di particolare: qualche dépliant pubblicitario, un libro, una rivista. Niente, insomma, che avesse potuto turbarlo. Mi ha accolto come al solito. Un sorriso, un grazie. Non ho notato in lui nulla di strano».
Lo scrittore Mario Rigoni Stern, che gli è stato molto amico e ha con lui frequentissime conversazioni è convinto di sapere quale sia stata la causa scatenante del suicidio:
Primo ha sentito la voce del postino che si annunciava; e ha risentito quello "Wstawac!", "Alzarsi!" con cui i guardiani del lager davano inizio alla giornata di non-vita
Di
| Einaudi, 2014Di
| Einaudi, 2014Di
| Einaudi, 2014Di
| Einaudi, 2014Di
| Einaudi, 2014Di
| Feltrinelli, 2018Di
| Il Saggiatore, 2010Di
| Feltrinelli, 2020Potrebbero interessarti anche
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente