La trilogia della Patria del giornalista e scrittore Enrico Deaglio è una raccolta in presa diretta dei fatti più importanti che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1967 al 2020. I volumi:
Ma davvero è successo tutto questo? In un libro di novecento pagine, una cavalcata in quel vero romanzo che è stata l'Italia degli ultimi trent'anni. È come guardare un film sulla nostra vita, in cui gli avvenimenti sono raccontati mentre succedono.
Palermo, aprile-settembre 1982
Il 58° prefetto di Palermo prende servizio il primo maggio nello splendido palazzo Whitacker (una grande famiglia inglese arrivata in Sicilia due secoli prima per produrre il marsala, nuova versione dello sherry, e che aiutò Garibaldi).
Il 3 settembre 1982 a Palermo veniva ucciso dalla mafia il generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Nella storia dell'Italia repubblicana, dalla Chiesa era l'uomo per gli incarichi difficili, fin da quando aveva scelto di andare volontario nella Sicilia di Salvatore Giuliano
Intorno a lui, la Palermo che si vede dai balconi di palazzo Whitacker non è molto diversa da quella che avevano visto nel 1876 Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino, alla fine di un viaggio che presentarono al Parlamento italiano come «Inchiesta privata sulla Sicilia»:
«La città, colla bellezza delle vie principali, l'aspetto monumentale dei palazzi, l'illuminazione notturna [...] presenta tutte le apparenze del centro di un paese ricco e industrioso. [...] Ogni palmo di terreno è irrigato, ogni albero è curato, il suolo è zappato e rizappato. [...]
Incanto di uomini e cose, ma se il viaggiatore si trattiene sente poco a poco tutto mutarglisi intorno [...] tutto quel profumo di fiori d'arancio e di limone principia a sapere di cadavere. [...] La classe abbiente mostra una pazienza così mansueta di fronte a un'accozzaglia di malfattori volgari. [...] Il sostantivo «mafia» ha trovato pronta una classe di violenti e facinorosi che non aspettava altro che un sostantivo che la indicasse [...] l'industria della violenza è perlopiù in mano a persone della classe media [...] il capomafia fa in questa industria la figura del capitalista, dell'impresario e del direttore.»
Il generale si organizza, si espone, parla nelle scuole, evita gli inviti della buona società («in quella casa non ci vado, lì l'eroina scorre a fiumi»), si confida nel diario privato che scrive indirizzandosi a Doretta, la moglie morta, si confida con il figlio Nando («sai, quando ho detto ad Andreotti che avrei colpito la sua corrente senza riguardi, è sbiancato in volto»), convoca il famoso giornalista Giorgio Bocca per un'intervista.
Gli racconta quanto ha scoperto: il potere dei costruttori edili di Catania, le gerarchie dentro Cosa Nostra, le collusioni con la corrente andreottiana nella Dc.
Credo di aver capito la nuova regola del gioco: si uccide il potente quando avviene questa combinazione fatale: è diventato troppo pericoloso, ma si può ucciderlo perché è isolato
La sua intervista esce il 10 agosto con grande rilievo sul quotidiano la Repubblica. Bocca, cuneese, che è stato comandante partigiano, rimane colpito dall'uomo:
È scaltro e ingenuo, maestro di diplomazie italiane, ma con squarci di candori risorgimentali
Intorno a lui, la mafia dissemina cadaveri. Telefonate anonime li fanno trovare nei bagagliai di automobili o in strada. Sono gli amorosi messaggi che Cosa Nostra fa pervenire al generale, che si ostina a camminare senza scorta e non accetta inviti nelle belle dimore.
I documenti riservati li tiene nella cassaforte della sua residenza a villa Pajno.
Un viaggio di famiglia, guidato dai suoi figli Rita, Nando e Simona, i quali, aprendo le stanze dei ricordi, ci regalano il ritratto privato di un papà e, insieme, di un eroe
Di
| Laterza, 2022Di
| San Paolo Edizioni, 2021Di
| Rai Libri, 2020Di
| Solferino, 2022Di
| Becco Giallo, 2018Di
| Feltrinelli, 2018Di
| Il Saggiatore, 2010Di
| Feltrinelli, 2020Potrebbero interessarti anche
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