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A volte una bella pensata di Ken Kesey

Immaginatevi la scena: un vecchio scuolabus ridipinto con colori sgargianti e psichedelici, dotato di vari accessori e un nome, "Furthur"; a bordo, un gruppo di amici pazzi e scatenati, desiderosi di sperimentare quello che si può in fatto di arte, sesso, droga, che si fanno chiamare gli Allegri Burloni (The Merry Pranksters); un viaggio on the road intrapreso nel 1964 per raggiungere l'Esposizione Universale di New York partendo da La Honda, California, in una sorta di comune dove i seguaci condividono le proprie esperienze sensoriali e allucinogene.

A volte una bella pensata

Epopea familiare da molti considerata il capolavoro di Ken Kesey - autore del celebre "Qualcuno volò sul nido del cuculo" - "A volte una bella pensata" arriva per la prima volta in traduzione italiana dalla pubblicazione nel 1964 e a vent'anni dalla scomparsa di Kesey.

Lo scopo è vagabondare, fermandosi a parlare, distribuire e consumare LSD raggiungendo così una completa connessione spirituale tra i partecipanti, rivoluzionare l'establishment letterario e culturale, spingersi "oltre".

A guidare questa folle impresa è un personaggio carismatico e affermato che aveva pubblicato nel '62 Qualcuno volò sul nido del cuculo, grande successo editoriale, teatrale e cinematografico (chi non ha visto il film straordinario del 1975 con Jack Nicholson?): Ken Kesey, simbolo della rivolta giovanile e della controcultura, un ponte tra la stagione della Beat Generation che andava spegnendosi e quella degli hippies, di Woodstock, che stava per iniziare. Anche se in un'intervista disse di essere stato troppo giovane per essere un esponente della prima e troppo vecchio per essere annoverato tra i secondi.

Al volante nientemeno che Neal Cassady. Scommetto che il nome vi dice qualcosa, vero? Ma sì, il Dean Moriarty, l'eroe visionario di Sulla strada, l'amico alla ricerca senza fine del padre, ladro d'auto e collezionista di matrimoni. Durante il viaggio, raccontato magistralmente dal giornalista Tom Wolfe nel 1968 in Electric kool-aid acid test, che così incensa lo scrittore: "Qualcuno deve incaricarsi dlai segnare  strada che altri seguiranno", numerosi sono gli incontri speciali: Kerouac stesso, Ginsberg, Timothy Leary, i Greateful Dead, gli Hell's Angels. L'idea è quella di lanciare la pubblicazione del romanzo che Kesey porta con sé, A volte una bella pensata, ora pubblicato da Edizioni Black Coffee con la traduzione di Sara Reggiani. Un romanzo epico, poderoso (ottocento pagine), ambientato nella costa Occidentale degli Stati Uniti, in Oregon, tra boscaioli rudi, lavori sfiancanti, risse e sbornie, piogge torrenziali, incessanti, la violenza della Natura e degli uomini, il sudore operaio e la precarietà, l'esaltazione dell'autosufficienza e dell'individualismo, tratti tipicamente americani, celebrati dall'immaginario collettivo, che qui vengono sfiorati dal dubbio sulla loro reale efficienza e valore. Anche i rapporti in famiglia non sono facili, e il libro è incentrato sullo scontro tra due fratellastri che si ritrovano per chiudere definitivamente i conti in sospeso.

I punti di vista e i pensieri dei protagonisti si sovrappongono, si accavallano contemporaneamente nella stessa frase, prima e terza persona, quasi volessero avere la meglio nel giudizio del lettore. Il senso di una catastrofe imminente è sempre presente, così come una malinconia di fondo che ricorda un pezzo blues: "Da dove ci verrà, a noi della nostra generazione, questo sacro terrore di mettere radici? Guardaci, volenterosi vagabondi che attraversano a frotte l'America, equipaggiati di basette, sandali e chitarra acustica, perennemente sulle tracce delle proprie radici perdute... eppure pronti a scattare come molle al primo sentore del più ignobile dei risvolti, ossia finire radicati".

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(La Junta, Colorado, 1935 - Eugene, Oregon, 2001) scrittore statunitense. In Qualcuno volò sul nido del cuculo (One flew over the cuckoo’s nest, 1962), noto anche nella versione cinematografica, i non-integrati (il pazzo, l’indiano) lottano contro i progetti repressivi di un ospedale psichiatrico. In Talvolta una grande idea (Sometimes a great notion, 1964, nt), trasposto nel film Sfida senza paura, K. ha proposto l’eroismo come antidoto alla massificazione. In Il mercatino dell’usato di Kesey (Kesey’s garage sale, 1973, nt), libro-collage di invenzioni e interventi, ha individuato nell’antintellettualismo, nel rifiuto dell’individualità, nelle tecniche creative di espansione della realtà, le strategie più appropriate per opporsi alla violenza del sistema americano. Tra le opere successive Scatola demoniaca (Demon box, 1986, nt), Caverne (Caverns, 1990, nt) scritto sotto pseudonimo (O.U. Levon) in collaborazione con un gruppo di studenti e Sailor Song (1992), romanzo ambientato in un prossimo futuro in Alaska.

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