Quante volte abbiamo sentito pronunciare, anche nei migliori film di produzione hollywoodiana, la frase: “Parto per un viaggio in Europa”, come se quest'ultima fosse un eldorado dove andare a far bottino di bellezza e cultura? E quante volte, a noi che in Europa ci viviamo, questa espressione è parsa superficiale e pressapochista?
La stessa irritazione dovrebbero provocarci alcuni luoghi comuni assai diffusi sul continente africano: lo spiegano molto bene Chiara Piaggio e Igiaba Scego, le due curatrici della raccolta Africana. Raccontare il Continente al di là degli stereotipi, edito da Feltrinelli. È facile rimanere affezionati alle immagini patinate de La mia Africa, agli scenari che circondano la fattoria di Meryl Streep, ai safari e agli eleganti pic-nic a lume di candela.
I tramonti africani, i deserti sconfinati, la savana, gli abitanti che hanno la musica nel sangue, il mal d’Africa, gli occidentali che indossano sahariane e sfruttano le risorse naturali e il lavoro degli indigeni e, ancora, prostitute in carne o fotografie che ritraggono corpi seminudi e scheletrici di tribù autoctone sono stereotipi cristallizzati nel nostro immaginario.
Africana è uno strumento per capire quanto l'Africa non vada coniugata al singolare, ma al plurale. Uno strumento di difesa contro gli stereotipi e contro tutte quelle visioni che ancora vogliono descrivere questo enorme continente, così vario al suo interno, come una lunga distesa di capanne.
Non esiste una sola lingua africana, ma centinaia di dialetti, non esiste una singola cucina africana o un paesaggio tipico africano, è il nostro sguardo da “occidentali” a essere ancora molto miope nei confronti delle mille sfaccettature e peculiarità che caratterizzano ognuno dei cinquantaquattro Paesi che compongono il Continente.
Tutto ciò lo si comprende leggendo le pagine di alcuni degli scrittori contemporanei ghanesi, nigeriani, somali o ruandesi, alcuni molto noti, altri meno, che compongono questa variegata e stupefacente raccolta.
La Nigeria con la sua capitale Lagos, una megalopoli da ventitré milioni di abitanti, crogiuolo di etnie e religioni, ha lo stesso peso, nel continente africano, che hanno gli Stati Uniti per l’America. Troviamo il racconto delle sue contraddizioni, i suoi profumi, la sua frenesia e i suoi mercati di strada nelle pagine della nota scrittrice Chimamanda Ngozi Adichie.
Personalmente ho anche molto apprezzato la giovane scrittrice zambiana Efemia Chela, classe 1991, che nel suo racconto “Polli” descrive con grande schiettezza e senza sbavature la vita di una giovane donna che cerca di affermarsi nella società senza l’aiuto della famiglia, optando per scelte anticonvenzionali che pestano i piedi ai pregiudizi.
Abbelliscono l’antologia alcune immagini delle opere dell’artista di origine camerunense Pierre Christophe Gam, immagini dedicate al leggendario presidente del Burkina Faso, Thomas Sankara, che fu leader carismatico e illuminato del suo paese, noto anche come il Che Guevara africano.
Suggerisco la lettura a chi ha voglia di scoprire giovani e nuovi talenti letterari del continente africano, a chi già li conosce e vuole approfondire, a chi desidera approcciarsi alla storia contemporanea e all’attualità di questi paesi in modo diverso, libero da cliché e preconcetti.
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