In un mondo in cui ci si indigna sempre di più, in cui molti analizzano con il bilancino le parole degli altri e poi le criticano con i forconi, diventa sempre più pressante capire che, se parli di qualcosa, anche se ne parli male, conferisci dignità a quel qualcosa, legittimi la sua esistenza, e la rafforzi.
E quando gli argomenti sono delicati e importanti questo è un errore che può costare un prezzo ben più alto di quello che siamo disposti a pagare. Per questo bisogna imparare a usare strumenti nuovi: abbandonare i forconi e gli armamentari da battaglia e impugnare… libri, per esempio.
Sì, libri. Libri come Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, che ha dovuto aspettare ben sedici anni dopo la morte del suo autore prima di essere pubblicato, perché la censura stalinista era troppo opprimente.
Un libro che però non parla di censura – e per questo ci può illuminare – e invece parla di un diavolo che compie il bene (anche se non sempre), di un Ponzio Pilato con un cane di nome Bangà che ha paura dei temporali, di gatti che salgono sul tram e donne che grazie a una crema diventano streghe e volano nude nei cieli di Mosca.
Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell'inesistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere...
Tutto questo raccontato con la perfezione stilistica dei grandi della letteratura, in una scrittura che è magia furba ed esuberante, e ti convince che il mondo sano e gioioso che sogniamo, è a portata di mano, se ce lo conquistiamo con la leggerezza e la sagacia della prosa di Bulgakov.
Sagacia astuta e irriverente, come quella del gatto Behemot, che, per ribaltare una partita di scacchi che sta perdendo contro il suo padrone Woland (nonché il diavolo), intima al suo re di abbandonare la scacchiera e lo sostituisce con un alfiere, per poi esclamare, una volta che il suo avversario ha scoperto l’inganno:
Messere! Ancora una volta mi appello alla logica! [...] Se un giocatore dichiara scacco al re, ma del re non c’è l’ombra sulla scacchiera, lo scacco non è più da ritenersi effettivo!
Il Maestro e Margherita è uno dei capolavori del Novecento, amato da lettori di ogni età in tutto il mondo, e leggerlo oggi può essere ancora più prezioso per saziare la nostra sete di libertà. Perché a volte lo scontro frontale non funziona; meglio essere furbi come il gatto Behemot.
Le recensioni della settimana
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| Rizzoli, 1990Di
| Feltrinelli, 2019Di
| Feltrinelli, 2015Di
| Mondadori, 2019Di
| Voland, 2012Di
| Rizzoli, 2004Di
| Nobel, 2011Di
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