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Al di qua del fiume di Alessandra Selmi
Il racconto degli ultimi decenni dell’Ottocento, una striscia di terra che raccoglie sogni, speranze, destini familiari, amori e sacrifici, Al di qua del fiume, l’ultimo romanzo di Alessandra Selmi, è questo, ma anche molto di più.
Cristoforo Crespi è un imprenditore che guarda al futuro. Un giorno, insieme a suo figlio Silvio, si ferma davanti a una porzione di terra e, quasi commosso, gli racconta il suo progetto ambizioso, illuminato e per nulla semplice: costruire un cotonificio circondato da case, scuole, taverne e da tutto ciò che possa garantire ai suoi operai una vita migliore.
Agli occhi di Cristoforo Crespi, quello che sembra un semplice fazzoletto di terra rappresenta il futuro e le sue opportunità. Un modo per creare lavoro, comunità, e una vita migliore non tanto per sé, quanto per tutte le persone che lo circondano.
Al di qua del fiume, però, non è incentrato solamente sulla vita e sui grandi sogni dell’imprenditore Crespi. Alessandra Selmi, infatti, accende un riflettore sulla vita quotidiana, e a dir poco straordinaria, di chi partecipa alla realizzazione del cotonificio. Le famiglie sono tutti diverse, ma condividono un unico obiettivo, a cui ogni capofamiglia aspira in maniera differente: riuscire a sfuggire alla povertà.
Man mano che la storia scorre e i personaggi prendono forma, conosciamo i loro amici, gli amanti, i parenti, ma anche i pensieri di sconforto, le attese, le sconfitte e i momenti di eccitamento e paura che precedono i salti nel buio e i grandi cambiamenti.
Vorrebbe dire ai suoi uomini che ha investito in questo sogno tutto quello che possiede, e anche di più; vorrebbe dire dei debiti che gli tolgono il sonno e della famiglia che gli fa pesare ogni lira concessa. Vorrebbe dire che teme di deludere tutti: suo padre, i suoi fratelli, sua moglie, ma soprattutto i loro figli, e ancor di più Silvio. Vorrebbe raccontare della sua anima spaccata in due, il desiderio di riuscire e la paura di fallire, l’irresistibile richiamo della sfida e il terrore dell’insuccesso, il sogno e l’incubo. Vorrebbe dire loro che questa è l’ultima possibilità che gli resta, perché a quarantatré anni suonati la vita non ti concede altri tentativi
Il romanzo di Alessandra Selmi è la storia della nascita del villaggio di Crespi d’Adda, oggi patrimonio dell’Unesco e ambientazione di questa storia familiare a dir poco unica. Un libro toccante e dalle ampie descrizioni naturalistiche, che rendono il paesaggio, la nebbia e il bellissimo fiume Adda fedeli compagni di lettura.
Grazie alla sua lingua leggera, ma precisa, il libro scorre con grande facilità ed è facile affezionarsi e immedesimarsi in molte delle difficoltà dei protagonisti. Infatti, sebbene il periodo storico sembri così lontano, la descrizione di sentimenti di speranza e incertezza si confermano sempre attuali e fonte di conforto.
Alessandra Selmi porta nelle librerie e nelle case dei lettori un romanzo duro, ma privo di cattiveria, che non è altro che una sincera rappresentazione della vita e della condizione umana.
Non più un amore fatto di scintille e fiamme agitate dal vento, ma il tepore rassicurante delle lunghe sere autunnali. È la placida felicità del fare sempre le stesse cose, la conoscenza dei reciproci confini e la tolleranza dei rispettivi limiti; il riconoscere i suoni, il prevederne le mosse, il leggerne i pensieri, l’intendersi senza più nemmeno bisogno di guardarsi
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