Scelti per voi

Come pensano le foreste di Eduardo Kohn

Inserire Come pensano le foreste nel quadro dei movimenti ecologisti che attraversano la nostra epoca sarebbe operazione concettuale fin troppo ovvia. Di sicuro non sbagliata, si capisce, ma al contempo indubbiamente riduttiva.

Il saggio di Kohn, originariamente pubblicato nel 2013 dall’Università della California e, dopo otto anni di successi tra pubblico e critica, edito in Italia da Nottetempo (traduzione a cura di Lucera e Palmieri), è opera a cui infatti pare andar stretta persino l’etichettatura della materia antropologica di appartenenza (almeno nella sua accezione più tradizionale), muovendo essa dal coraggioso proposito di fornire una prospettiva nuova, di fissare, per certi versi, un prima e un dopo nell’approccio allo studio dell’umano.

Come pensano le foreste. Antropologia oltre l'umano

Le foreste pensano? E perché, nella foresta di Ávila, i cani sognano? In questo libro, Eduardo Kohn sfida i fondamenti stessi dell'antropologia, mettendo in discussione i presupposti di base su cosa significa essere umani, e per questo distinti da tutte le altre forme di vita.

Dopo quattro anni di lavoro sul campo tra i Runa dell’Alta Amazzonia (lato Ecuador), l’antropologo canadese condivide i risultati di una ricerca etnografica svolta a partire dal ribaltamento dello schema più ricorrente, ponendo cioè l’uomo nei panni di “altro”, non unicamente nei confronti della cultura estranea, bensì – soprattutto - nei riguardi della foresta e di tutte le creature viventi al suo interno.

Per chi si stesse domandando in quale modo sia mai possibile intessere relazioni autentiche e reciproche con esseri animali o vegetali, vi trovate esattamente sulla soglia dell'antropologia di Kohn.
Vivere è pensare, pensare è rappresentare, rappresentare è comunicare: esatto, non si comunica di sola parola o mediante l’uso di altri segni convenzionali...

“La mia idea”, afferma in tal senso l’autore, “è che un’antropologia oltre l’umano possa ripensare la relazionalità vedendola come semiotica, ma non sempre e necessariamente affine al linguaggio”. Come pensano le foreste promuove una lettura e un atteggiamento spogli di preconcetti e lo fa con una precisione argomentativa distante da lirismi moralistici e degna del rigore scientifico di un progetto tanto ambizioso. Le digressioni inerenti a miti e aneddoti reali, poi, ben assolvono al compito di intervallare l'approfondimento teorico, alleggerendo così la portata di un titolo che reclama e merita, questo sì, una certa dose di impegno. Lo stesso, d’altro canto, richiesto dal “defamiliarizzare l’umano” o dall’arduo “processo di decolonizzazione del nostro pensiero”, pilastri della formazione del nuovo sguardo antropologico capace di vedere oltre la dicotomia natura/cultura.
Lo scenario che si schiuderà a quegli occhi sarà un intreccio di persone, animali e vegetazione scambievolmente influenzati, messi in contatto da pensieri e rappresentazioni oniriche che definiscono l’ambiente nel suo insieme. Tutti alla medesima misura.
Ecco perché il gioco vale la candela: non per abbandonare il proprio punto di vista, ma per comprendere e non dimenticare che è uno dei tanti esistenti al mondo.

Guardare gli animali, quegli esseri che restituiscono il nostro sguardo, che guardano con noi e che in sostanza sono anche parte di noi, sebbene le loro vite si estendano ben oltre noi, può dirci qualcosa. Può raccontarci come ciò che giace ‘oltre’ l’umano ci sostenga e ci renda gli esseri che siamo e quelli che potremmo diventare

Le recensioni della settimana

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente