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Cyclonopedia di Reza Negarestani

C’è un campo di studi che indaga l’importanza delle seconde volte.

È materia trasversale: dall’ambito della fisica sconfina nelle neuroscienze, attraversa l’antropologia culturale, fa tutto il giro della psicanalisi e si addentra nella letteratura. Il perché le seconde volte, molto spesso, siano più importanti delle prime è intuitivo: se ci fosse stato un secondo segnale Wow, dopo il primo rilevato dall’astronomo Jerry Ehman nel 1977, sarebbe stato certo che c’erano altre forme di vita nell’universo; se ci fosse stato un secondo asteroide dopo quello che, 66 milioni di anni fa, impattò tra il Messico e l’Oceano Atlantico, avremmo condiviso la sorte dei dinosauri; se Vrònskij non avesse scelto di andarsene (per aiutare la rivolta serba contro i turchi) con l’intenzione di non tornare mai più, Anna Karenina forse non avrebbe compiuto il gesto estremo. Celebriamo il Giorno della Memoria perché non si ripetano una seconda volta gli orrori della Shoah.

Cyclonopedia. Complicità con materiali anonimi

Considerato da molti come un testo centrale della theory fiction, Cyclonopedia è un'opera filosofica che mescola generi e discipline, dalla letteratura horror al saggio scientifico, dalla teologia all'occultismo, dalla geopolitica all'ecologia, ponendosi come uno dei lavori più originali del Ventunesimo secolo. Introduzione di Sebastiano Maffettone.

Non ricordo chi disse che il primo bacio si può dare per sbaglio, il secondo è più importante perché è voluto. Un lettore che torna in libreria, dopo aver accettato il consiglio di un libraio qualche tempo prima, è un piccolo evento significativo: anche questo rientra nella categoria delle seconde volte. Fece i conti con le seconde volte anche Agostino d’Ippona: “cadere nell’errore è proprio dell’uomo, insistere nell’errore per superbia è diabolico.” Le seconde volte hanno a che fare con il ritorno, con la familiarità e il cambiamento, con la corrente del tempo che scorre tra le rive di ciò che si trasforma e di ciò che, invece, resta immutabile.

Questo campo di studi che indaga l’importanza delle seconde volte è un esempio di theory fiction. Spiegare che cosa sia la theory fiction senza sminuirne la bellezza e la complessità è un’impresa impossibile: sintetizzando si potrebbe dire che è il tentativo della scrittura di operare una dissoluzione tra teoria e finzione. La theory fiction non solo abbraccia gli ambiti letterari più disparati (rientrano in questo genere letterario alcune opere di Ballard, Calvino, Ligotti, Fisher, Deleuze, Guattari e molti altri) ma è una forma di espressione estremamente rappresentativa del contemporaneo che stiamo vivendo: dalle fake news alle teorie cospirazioniste, dalle bolle di autoconferma delle proprie convinzioni sui social, fino alla percezione di se stessi in relazione ad un mondo vasto e freneticamente mutevole.

Cyclonopedia di Reza Negarestani, edito dalla Luiss University Press, è un libro di theory fiction. Dentro ci si trova un intreccio da romanzo giallo, la questione araba, la numerologia, la fisica, l’economia del petrolio, la demonologia, la politica estera statunitense, il terrorismo, l’archeologia, la poesia, la trascendenza. È uno di quei libri che, quando hai finito di leggerlo, continui a pensarci: ti trasporta in una dimensione dove il possibile va a braccetto con l’improbabile, dove quello che si credeva impossibile si rivela reale, e il reale sfuma verso l’incredibile. È un libro che, al costo di farti cedere un po’ di certezze rigide sul mondo, in cambio ti apre spazi inediti.

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