Se Mimì, il protagonista di Vita mortale e immortale della bambina di Milano, avesse avuto l'occasione di leggere Voltare pagina. Dieci libri per sopravvivere all'amore di Ester Viola, probabilmente avrebbe avuto in mano tutti gli strumenti per vivere decisamente meglio la sua vita, alleviando un po' di quel patimento amoroso che il lettore non può fare a meno di avvertire durante tutta la sua crescita.
Ester, che abbiamo intervistato in occasione del suo ultimo libro, ci consiglia di addentrarci in quello che definisce un libro "magico".
Immaginate un bambino sognatore, sempre affacciato alla finestra. La nonna sfaccenda in cucina, e ogni tanto butta un occhio a guardarlo. Lui invece fissa sedotto il balcone del palazzo di fronte, dove la bambina dai capelli neri danza la sua danza temeraria. Per un amore così, un ragazzino ardimentoso può spingersi a prodezze estreme, duelli all'ultimo sangue, addirittura a parlare l'italiano.
In questa storia c'è un racconto di infanzie, di pensieri dell'infanzia e di tutto quello che rimane dopo
Domenico, il sopracitato Mimì, è il protagonista del romanzo breve di Domenico Starnone, già noto per i suoi Lacci, Scherzetto e Confidenza.
All'inizio della storia ha 9 anni e passa il suo tempo alla finestra, ad ammirare una bambina che abita nel palazzo di fronte al suo, della quale è innamorato, e dal cui balcone la vede danzare pericolosamente sul davanzale.
Inusualmente profonde ci appaiono le sue riflessioni, vista la giovane età: per lei sarebbe disposto a fare come Orfeo fece per Euridice, addentrandosi nel regno dei morti pur di salvarla... se mai dovesse cadere da quel davanzale. Per lei sfida il compagno di giochi Lello e si addentra nei racconti della nonna, che usa narrargli storie sul mondo dei morti.
Tuttavia, ciò non basta a riportare in vita la bambina di Milano che, partita per le vacanze, muore affogata.
Questa morte avrà un impatto devastante sul bambino: svenimenti e febbre alta, che la nonna definirà "febbre di crescenza".
E infatti lo vediamo crescere, Mimì, sempre più "deperito".
Volevo dedicarmi a una vita di deperimento […]. Volevo sdrucirmi e sbrindellare anche nel corpo. […] Logorai di proposito, credo, anche la mia fama di scolaro bravino
A dargli uno spiraglio di salvezza, la scrittura.
Una traccia da lasciare dopo la morte, tema che insieme all'amore permea il libro di Starnone dalla prima all'ultima pagina.
Mimì scrive poesie, storielle, mentre cerca di allontanare i tristi ricordi della sua infanzia dei quali non parla nemmeno con Nina, la fidanzata dell'Università.
Solo quando incontra il suo vecchio compagno di giochi, Lello, si lascia riassorbire dal passato, a tal punto da non rendersi conto che Lello e Nina si stanno innamorando l'uno dell'altra.
Mimì però è concentrato sull'incontro con una ragazza di cui non vi sveliamo l'identità, e sulla preparazione del suo esame di glottologia, affiancato dalla nonna che aveva sempre usato con lui il dialetto napoletano.
Da questi confronti nasce l'esigenza di rendere immortale le storie attraverso il linguaggio, rendendo una vita mortale anche immortale.
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