Sei amici partono da Filadelfia in camper diretti a Gulf Shores, Alabama, dove passeranno le vacanze primaverili con i compagni di liceo. Sono in viaggio da ore quando, persi nella notte fra le stradine deserte della Carolina del Sud, si ritrovano improvvisamente con una gomma a terra e nessuna ricezione. Niente paura: c’è una ruota di scorta, e i sei sono una squadra affiatata. Il problema sembra ormai risolto, ma appena si rimettono in marcia, tutte e quattro le gomme si forano all’istante. Non può essere un caso, qualcuno vuole bloccarli lì.
Da qui prende le mosse il thriller Five Survive di Holly Jackson, in libreria per Rizzoli dal 13 febbraio, nella traduzione di Paolo Maria Bonora. Il nuovo libro dell’autrice britannica di Come uccidono le brave ragazze non potrà che appassionare chi ha amato la sua saga bestseller per i colpi di scena e le atmosfere cupe ed evocative, ma il ritmo serrato e l’intensità con cui vengono tratteggiati tutti i personaggi conquisteranno anche i lettori che la incontrano per la prima volta in questo romanzo standalone.
Sei ragazzi in camper viaggiano nella notte verso le agognate vacanze di primavera. A un tratto, una gomma a terra li costringe a fermarsi, ma quello che sembra un banale incidente di percorso, ben presto si trasforma in un incubo.
Passò lo sguardo sulla ruota posteriore in cerca del foro, della lacerazione, del punto d’origine. Se una cosa era rotta, lei doveva sapere com’era successo. Conosceva il proprio punto d’origine. Quel giorno. Quell’ultima telefonata. Ma forse la gomma non ne aveva uno, o forse era sotto, lo nascondeva come lei nascondeva il proprio
Guardiamo tutto attraverso gli occhi di Red Kenny, diciotto anni, una lista di cose da fare scarabocchiate sulle mani e un padre che cerca nel fondo della bottiglia il senso a una vita senza la moglie. La ragazza protagonista ha sempre vissuto all’ombra della sua migliore amica, la dolce Maddy Lavoy, e del suo fratello maggiore Oliver, che hanno tutto ciò che lei non ha: una famiglia felice, agiata, un futuro ricco di opportunità.
Ma è lo spiccato intuito di Red a far capire adesso ai ragazzi che sono finiti nella rete di un pericoloso cecchino e a farli rifugiare sul camper ormai immobile, che diventerà insieme base operativa e prigione in una lunga battaglia per la sopravvivenza.
«Che cosa vuoi?»
Ronzio.
«Uno di voi sa qualcosa. Un segreto. Questa persona sa chi è e sa che cos’è.»
Red si sentì svenire, e immaginò di riuscire a vedere il rumore dell’elettricità statica che macchiava l’aria di grigio screziato e le si chiudeva addosso. Maddy abbassò le spalle, la mano sempre più appiccicaticcia e a disagio in quella di Red. Arthur stava sbattendo le palpebre, troppo veloce, e si voltò verso Simon che tossiva e sputacchiava. Reyna abbassò di scatto lo sguardo, e Oliver si morse l’interno della guancia. Nessuno guardava Red, ma lei li guardava tutti.
Oliver si riportò il walkie-talkie alla bocca. Aspettò un momento, poi due.
«Quale segreto?» chiese, lasciando andare il pulsante.
Ronzio.
«Siete voi sei a doverlo scoprire. E ricordatevi una cosa: voi non potete vedere me, ma io posso vedere voi. Se cercate di scappare, vi sparo.»
Nel mirino dello spietato carnefice, il gioco di squadra si esaspera in tentativi di fuga sempre più rischiosi, mentre gli amici si riscoprono sempre più estranei gli uni agli altri mano a mano che i segreti di ciascuno vengono a galla. Anche Red ha un segreto, o meglio un piano che sistemerà tutto, ma che può funzionare solo se nessuno ne viene a conoscenza.
Dirigendo con maestria la tensione crescente all’interno del camper, Holly Jackson traccia alleanze fluide e nervose fra i sei ragazzi, invita il lettore a ricomporre ipotesi e strategie a partire da minuscoli quanto indispensabili tasselli, e indaga il mondo interiore di Red con una ricchezza di dettagli vividi e sensoriali, senza trascurare la sottile alchimia tra lei e Arthur, l’amico che più di tutti sembra riuscire a scavare in profondità oltre le insicurezze e le difese della ragazza.
«Red?» La voce di Arthur, in piedi alle sue spalle, interruppe la riflessione. [...] Non disse nulla, alzò solo lo sguardo per incrociare quello di Red e poi una mano.
Lì, sul dorso, scritte con quello stesso pennarello nero sulla pelle abbronzata, c’erano le parole: STAI BENE?
E vicino le due opzioni. SÌ con una casellina disegnata di fianco, che risaliva su una nocca. E sotto NO, con un’altra casellina vuota.
Arthur le passò il pennarello, premendoglielo in mano, facendo indugiare le dita calde contro le sue. Tra i loro sguardi passò qualcosa. Red alzò il pennarello, tolse il tappo. Stava sempre bene, lei, se glielo chiedevano. Ovvio che stava bene, grazie, sì, lei e papà stavano andando alla grande, grazie. [...] Ma Arthur, lui glielo stava chiedendo davvero, lo capiva. E perciò Red rispose davvero.
Nello spasmodico conto alla rovescia che li separa dall’alba, termine ultimo fissato dal cecchino, l’amicizia che lega i sei ragazzi resisterà o crollerà, soffocata dai segreti che ognuno porta dentro di sé? Qual è il segreto che potrebbe salvarli? E chi sopravvivrà alla fine di questa lunga notte?
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