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Fotomodella di Elisabetta Valentini

Ricordate le spalline esagerate di camicie, giacche e cappotti, i pizzi e gli abiti da pirata alla Bertè, i jeans e il Moncler dei paninari, quelle pettinature ricce e cotonate che alzavano le donne di parecchi centimetri, i colori sgargianti e l’allegria da ritorno al disimpegno quasi come Ritorno al futuro? Erano gli anni Ottanta, riscoperti recentemente con moltissime suggestioni musicali, cinematografiche, televisive e ovviamente anche di costume.

Ai tanti recuperi culturali se n’è aggiunto uno particolare come Fotomodella: uscito originariamente per Mondadori appena prima che il decennio del disimpegno si chiudesse, e ora riedito da Accento editore, il romanzo di Elisabetta Valentini dipinge un quadro dettagliato, estremamente soggettivo eppure distaccato dell’universo pirotecnico della moda negli anni Ottanta.

Fotomodella
Fotomodella Di Elisabetta Valentini;

Elisabetta Valentini ha solo diciassette anni quando la sua esistenza cambia e da timida studentessa di Firenze diventa una modella di fama internazionale. "Fotomodella" ci restituisce l'energia creativa, l'esuberanza e la follia degli anni '80 al loro apice.

Il racconto è assolutamente autobiografico: Valentini lascia la città natale, la madre e la vita che conosceva ad appena diciassette anni, tuffandosi in un mondo sconosciuto con la stessa speranza e la stessa paura di chi si azzarda a fare un salto nel buio. Sono anni pieni di contraddizioni, e le contraddizioni sono infatti l’impalcatura strutturale su cui il libro si regge. Elisabetta stessa è una figura sfumata tra il maschile e il femminile, gradualmente sempre più padrona di un’immagine androgina che diventerà il suo tratto distintivo. Il teatro di figure e affetti che la circonda oggi sarebbe facilmente definibile come un ambiente queer, ma nel momento in cui Valentini scrive la consapevolezza arriva solo fino al considerarlo il libero esercizio delle proprie stranezze individuali.

Fondamentale nel romanzo il tema dell’immagine: la sua importanza e la sua futilità, la fatica che può costare costruire quella giusta e la facilità con cui si viene dimenticati.

Gran parte delle esperienze di vita di Valentini sfumano davanti al lettore, senza essere mai descritte approfonditamente ma aleggiando nell’aria o restando in controluce, solo sagome come ombre cinesi. Un esempio è l’amore: estremamente presente, e profondo, quello per una figura che viene chiamata sempre e solo “l’attore”. Il tempo e le indiscrezioni hanno permesso di identificarlo come Ugo Tognazzi, con cui Valentini ebbe effettivamente una relazione; ma nel romanzo è tutto sfumato, e va bene così. È un amore che si avverte tutto intorno, che resta a battere come un tamburo cadenzato in fondo alla testa della giovane modella che salta da una passerella all’altra come una trottola impazzita.

Questa stessa capacità di intuire le sagome, di ascoltare il rumore delle correnti senza mai immergersi sul serio vale anche per pulsioni molto più oscure, come il sommesso gorgogliare dell’eroina, la cui esplosione avviene proprio durante gli anni Ottanta. Elisabetta vede tutto, osserva tutto ma non sempre ci entra. Però lo descrive: con una lingua pulita e tagliente parla della realtà, del suo movimento incessante, della sua apparenza e del suo senso, con grandi occhi capaci di cogliere i dettagli, ma sempre schermata da un certo distacco.

Fotomodella non nasce semplicemente dall’esperienza di una giovane modella con uno sguardo particolarmente acuto sul mondo, ma piuttosto da due sguardi che si sono scoperti affini: quello della stessa Elisabetta Valentini e quello di Pier Vittorio Tondelli. Lo scrittore e la fotomodella si conoscono per caso, e si trovano immediatamente accomunati «dallo stesso sentimento di abbandono». La malinconia e il senso di mancanza di Elisabetta si specchia in un certo senso nella ricerca di Tondelli, che perlustra la scena letteraria esordiente alla ricerca di qualcosa che sappia offrire uno specchio valido della realtà: forse è in questo senso che i due sentimenti si sposano bene, spingendo Tondelli a incoraggiare Valentini affinché racconti la propria storia in un romanzo.

Dopodiché, almeno per una volta, la rappresentazione e la realtà coincidono: Fotomodella merita di essere riletto perché restituisce il quadro di un’epoca e di un mondo così particolari e irripetibili nella loro temporaneità, che solo attraverso una voce tanto viva è possibile coglierne davvero il senso, la bellezza e insieme la tremenda caducità.

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