"I detective selvaggi" è un romanzo picaresco che racconta le gesta e le peregrinazioni dei due protagonisti che incrociamo attraverso i racconti quasi diaristici di tantissimi altri personaggi. È un romanzo multi-vocale che potremmo definire post beatnick e di ispirazione burroughsiana. Un ottimo romanzo per chi vuole cominciare a capire come è fatta la letteratura e un grande romanzo umoristico che ragiona non solo sulla letteratura o la poesia sudamericane, ma sul senso del gesto artistico lato, su quello che vuol dire produrre arte. E Bolaño, con "I detective selvaggi", ha scritto un romanzo libero che rappresenta assolutamente un capolavoro
Un libro che si colloca tra romanzo di formazione e romanzo giallo per diventare, come tutti quelli di Roberto Bolaño, un romanzo sul rapporto tra la finzione e la realtà.
Emiliano Ereddia, autore del thriller Le mosche (Il Saggiatore, 2021), consiglia un romanzo che definisce "meraviglioso" e "in cui il lettore troverà tutto quello che non si aspetta leggendo il titolo": presenta così i I detective selvaggi (Adelphi) dello scrittore cileno Roberto Bolaño (1953 – 2003), maestro di una parola unica, oscura e visionaria al tempo stesso, e straordinario autore di culto della letteratura contemporanea.
Come in un reportage documentaristico, il romanzo procede attraverso il racconto di più voci e storie: voci che narrano, nella Città del Messico degli anni ’70, le avventure di Arturo Belano (alter ego di Bolaño stesso) e di Ulises Lima. I due protagonisti, fondatori dell’avanguardia poetica nota come "realvisceralismo", compiono un viaggio alla ricerca di una poetessa scomparsa nel deserto del Sonora, delineando, nel corso di una folgorante peregrinazione, le speranze e le criticità di una generazione intera, sempre alla ricerca di qualcosa.
Il romanzo vinse il premio Herralde nel 1998, anno in cui venne dato alle stampe, e il premio Romulo Gallegos, l’anno seguente.
Anziché lo scrittore, mi sarebbe piaciuto fare il detective privato. Sicuramente sarei già morto. Sarei morto in Messico, a trenta, trentadue anni, sparato per strada, e sarebbe stata una morte simpatica e una vita simpatica
E, come un detective esperto e sagace, Roberto Bolaño dissotterra con pungente ironia nuove vie destinate a stravolgere lo status quo, proiettando la ricerca indefinita che muove la poesia e la letteratura, tra le città sgangherate e i terreni brulli del Sudamerica.
I detective selvaggi è un romanzo corale e amaro in cui il lettore incespica nelle storie di Bolaño per rimanere appassionatamente ancorato alle pagine; in cui a trascinare la miriade di personaggi magistralmente ritratta vi è una ragione che non ha bisogno di parole e si affida ai fatti, a quel realismo viscerale che si traduce in una letteratura potentissima e misteriosa.
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