Mi chiamo Zach Wells. Wells, “pozzi”, è un nome perfetto per un geologo-barra-paleobiologo, e così lo sono diventato
Telefono, l’ultimo romanzo di Percival Everett, tratta due differenti viaggi che si intersecano nella vita di Zach Wells, il protagonista. Geologo e professore universitario in California, Zach ha una moglie, una figlia e un cane. L’uscire dalla monotonia per lui significa andare in campeggio con gli studenti e ricevere avance da una delle studentesse, per poi pentirsi di averci fantasticato su. Niente emozione, pochi sentimenti.
Con la figlia Sarah gli piace giocare a scacchi e andare per i sentieri di montagna dietro casa per cercare gli orsi. E per sua moglie Meg non prova altro che un sincero affetto. Il suo abbigliamento classico è composto da pantaloni, giacca e camicia. Ed è dietro una banale camicia che si inserisce la prima delle due storie. Un biglietto misterioso trovato dentro il colletto innesca una serie di scambi di camicie e di biglietti che portano Zach ad affrontare il mondo fuori dalle mura sicure di casa. Dentro casa invece è dove si inserisce la seconda storia. L’amore che un padre prova per la propria figlia quando questa cambia drasticamente.
La vita di Zach Wells, geologo e professore universitario, procede tranquilla finché non ritrova un biglietto misterioso dentro una giacca acquistata online in cui si chiede aiuto. Zach decide di imbarcarsi in un'avventura alla ricerca di una salvezza, propria e degli altri.
È proprio Zach che ci racconta entrambe le vicende, non soffermandosi mai troppo su una ma alternandole così da farcele scoprire poco alla volta e farci immedesimare in ognuna. Telefono non è un libro da lettura sotto l’ombrellone. Ha bisogno di solitudine, tranquillità e un buon pacchetto di fazzoletti a fianco.
Forse non esisteva il paradiso, ma esisteva senza dubbio l’inferno e aveva un odore di sangue, cereali freddi e di cane
L’attenzione maggiore è da riservare a piccole frasi o digressioni che Everett inserisce nei vari capitoli, dal gene CLN3 ai fossili ritrovati insieme agli studenti, accuratamente descritti e collocati storicamente. Passando per il “vecchio soldato di Botany Bay.”
Insieme a Zach viaggiamo dal New Messico a Parigi. Una Parigi di cui ci innamoriamo, che ci fa provare nostalgia, quella che arriva mentre il momento lo stai vivendo e sai che tra poco passerà, e il tempo successivo non reggerà il confronto. Attimi che vorresti non finissero mai a Parigi che si contrastano con momenti di puro dolore e amarezza del New Messico.
Nonostante il protagonista del romanzo sia un uomo, Everett concentra buona parte del romanzo sulla figura della donna. Fragili, forti, confuse, sottomesse, protagoniste o di rilievo, le donne passano nella vita di Zach e lasciano un segno. Alcune non hanno un nome ma tutte hanno una storia. Il dolore delle figure femminili non scivola addosso a chi legge ma passa attraverso, lasciandone un pezzo all’interno. Il tempo nel romanzo non viene scandito da un orologio, né dal passare delle stagioni ma dagli attimi di vita delle donne.
Il tempo passò. Uno stereotipo, certo. Una verità, certo. Giorni, mesi di vita non scandita dall’orologio o dal calendario
Le storie che passano nella vita di Zach possono essere narrate solo da chi le ha vissute. L’importante è non scordarsi della casella postale numero 219.
Le recensioni della settimana
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Conosci l'autore
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente