I romanzi di Banana Yoshimoto sono curiosi. I romanzi di Banana Yoshimoto sono vicini ai lettori. I romanzi di Banana Yoshimoto sono intimi e personali, ma riguardano tutti noi, e Le strane storie di Fukiage è uno di questi.
Se cercate un libro consolatorio, come spesso la letteratura giapponese sa essere, versandoci con un sorriso gentile una tazza di tè fumante a ogni capitolo, forse la storia di Mimi e Kodachi non è quella che state cercando. Ma forse anche sì.
Ci troviamo a Fukiage, un luogo particolare, un'isola remota circondata dal mare e dalle montagne. Ed è proprio da essa che inizia una storia misteriosa, quella di Mimi e Kodachi, due sorelle gemelle che lì sono cresciute, ma che da lì se ne sono andate.
Parlare di Fukiage vuol dire richiamare alla mente brutti ricordi della mia famiglia, perciò finora ho sempre cercato di ritardare questo momento, e anche con mia sorella, che se n’è andata insieme a me, non sono mai riuscita a parlarne
La loro vita non è andata come avrebbe dovuto. Le due sorelle, infatti, sono state allevate da una coppia di amici dei genitori, perché, a causa di un incidente, il padre è morto e la madre è entrata in un coma dal quale ancora non si è svegliata. E leggendo il flusso continuo del testo senza capitoli, sembra quasi che questo torpore pervada l'intero romanzo con la sua nebbia.
Le strane storie di Fukiage non inizia con l'impatto mortale dell'automobile e la soglia dell'incoscienza, ma con la sparizione di Kodachi. Banana Yoshimoto ci aveva già abituati a racconti di problemi giovanili e alla morte e con il suo ultimo romanzo non si allontana dal tracciato.
Il suo linguaggio semplice, a tratti ingenuo e perché ingenuo così sincero, descrive situazioni insolite nella cultura giapponese e tutte le lotte emotive che queste si portano dietro.
Di Kodachi non si hanno più notizie da una settimana. È tornata a Fukiage da sola ed è lì che è scomparsa. Nella nostra mente scorrono le parole di Mimi, i suoi pensieri che cercano di trovare forma in una storia che forma non ha e non può avere. Le strane storie di Fukiage è un romanzo che si comporta un po' come l'acqua: prende il profilo di chi ha di fronte.
Penso che leggere Banana Yoshimoto sia sempre un modo per intraprendere un viaggio. Con Mimi affrontiamo uno dei romanzi più emozionanti e misteriosi della scrittrice, un libro che tra magia e leggende si modella in base al lettore che lo sta sfogliando. Prende la forma delle sorelle della Casa dell'arcobaleno o quella degli occhi del guardiano. E se la lettura diventasse come quella strana creatura al cimitero, o peggio, se sparisse come Kodachi?
Sono solo addormentata. Mi trovi nel mondo dei sogni
Le strane storie di Fukiage è la storia di un viaggio all'interno di se stessi, un viaggio alla ricerca di quel portale che da Fukiage stessa conduce a un altro mondo. Ma la domanda sorge spontanea: è un universo fatto di magia quello che esploriamo o è il microcosmo dei desideri, dell'amore e di tutte le paure che possiamo provare in una vita?
Banana Yoshimoto ce l'ha fatta ancora una volta, ha scritto un altro libro che parla di noi e della forma che assumiamo plasmandoci nelle sue pagine informi e scorrevoli come l'acqua. Tra le parole di desideri proibiti e sofferti, che si ha paura solo a pensarli, tra il terrore di amare ed essere amati e l'amore stesso che ha legato a sé la perdita, l'autrice ci racconta una storia semplice e complessa, come fotografie di piccoli fiori bianchi sulla strada.
Lo so che non capite cosa sto dicendo, è per questo che dovete leggere Le strane storie di Fukiage. Per questo e per l'ignoto che incontrerete. Perdetevi pure, io mi sono ritrovata!
Volevo solo capire fino a che punto il suo cuore possiede l’elasticità necessaria ad accogliere l’ignoto
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