Quando il caffè è pronto, seguito di Finché il caffè è caldo, di Toshikazu Kawaguchi riprende le vicende della bizzarra caffetteria giapponese di Kawaguchi, proponendoci nuove storie strappalacrime.
Per quanto sia incredibile avere una sedia che ti riporta indietro nel tempo, le regole che governano questa magia sono un muro altissimo per troppe persone, che scelgono di continuare la propria vita senza guardarsi indietro. Non si può cambiare il presente modificando il passato, questo è un punto che non si può eliminare; quindi, che senso ha provare a rivivere quello che ormai è andato?
Un caffè, una sedia e una regola da seguire. Questi pochi passi possono portare alla felicità. Certo solo se si è nel posto giusto. E il posto giusto è una caffetteria di Tokyo dove si può scegliere di vivere nuovamente un preciso momento della propria esistenza. La scelta deve durare il tempo di gustare la bevanda prima che si raffreddi.
Il passato, spesso, è fatto di rimorsi e rimpianti, momenti che non vale la pena vivere se non si può provare a modificare. Quante volte ognuno di noi ha pensato: Eh ma se avessi fatto così… se fosse andata in questo modo… se non avessi fatto…
Il risultato che si ottiene è sempre lo stesso: una serie infinita di Se che ci accompagnano finché il tempo non passa e aggiusta le cose.
La verità è che dovremmo andare oltre, e capire che passare anche solo 10 minuti con una persona che adesso non c'è più o con qualcuno con cui si sono lasciati conti in sospeso è un immenso regalo. Questo è il senso del libro. Sì, ci sono regole da seguire, devi aspettare una specifica sedia e hai solo il tempo di un caffè. E allora? Vivi quel momento. Non cambierai il tuo presente, ma una parte di te rinascerà.
Il libro è molto semplice da leggere, non perché sia banale, ma perché non c'è alcun bisogno di ghirigori o abbellimenti inutili. Si va dritti al punto, come se si dovesse rispettare il tempo, appunto, di un caffè. I personaggi che incontriamo nelle varie storie rappresentano rimpianti quotidiani che potrebbero appartenere a ognuno di noi. Essi si presentano in tutta la loro semplicità, non nascondendo i propri difetti e la rappresentazione dell'errore umano.
«L’esperienza che ho appena fatto... non è stato un sogno, vero?» domandò Megumi, mentre si asciugava dalle guance le lacrime rimaste.
«Non riesce a crederlo?»
«Sì, anzi, io voglio crederlo.»
«E allora, anche se, puta caso, ciò che ha visto fosse stato un sogno, non crede che anche quello sia ormai parte della sua vita?»
Penso che il tema del viaggio nel tempo sia un punto che funziona sempre e la chicca vincente del libro sono le regole del caffè. Ci sono tantissimi esempi sia in letteratura sia nel mondo del cinema dove si parla di viaggi nel tempo, di personaggi che provano in tutti i modi a cambiare il passato ritrovandosi a fare più danni di prima, innescando una reazione a catena o facendo partire un loop temporale. Qui non c'è nulla di tutto questo. Niente di complicato, solo una caffetteria, una sedia speciale, il tempo di una bevanda calda.
Questo romanzo non verrà amato da tutti. Se tu, lettore di questa recensione, sei indeciso sul da farsi, chiediti: ho bisogno di grandi colpi di scena e di uno stravolgimento della trama?
Se la risposta è sì, lascia perdere. Questa è una lettura che ti culla, che ti porta alla scoperta dell'animo umano, che ti fa capire che il presenta è quello che conta. Questo è un libro per chi ha bisogno di guardare un po' indietro per capire come andare avanti.
Poco dopo, quando Hirai e Tsumugi stavano bevendo insieme il caffè, l’altro si era ormai raffreddato del tutto.
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