Se dovessi scegliere l’aspetto che più apprezzo di certi libri, credo direi la capacità che hanno certi autori di trasmettere le proprie passioni. Leggere di qualcosa di cui non ho dimestichezza, di argomenti che conosco solo marginalmente, di interessi che non sono i miei, ha l’effetto di rendere il mio mondo più grande.
Può capitare nelle digressioni di certi romanzi, come in Yoga di Emanuel Carrère, Il popolo degli alberi di Hania Yanagihara, Libertà di Jonathan Franzen o spesso nei saggi, come L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks, L’anello di Re Salomone di Konrad Lorenz, L’eloquenza delle sardine di Bill Francois: in tutti questi casi mi sono ritrovato a leggere con estremo interesse di argomenti a me distanti, proprio perché scritti con particolare coinvolgimento (e bene).
Ed è quel che ho provato nella lettura di Siamo l’aria che respiriamo di Arne Naess, professore di filosofia presso l’università di Oslo per trent’anni e fondatore del movimento dell’ecologia profonda.
Questi saggi sono stati composti nella sua baita-rifugio Tvergastein, sulla cima del monte Hallingskarvet, luogo con cui si identificò completamente e da cui trasse la sua personale ecosofia. Naess ci invita a guardare in modo profondo al nostro rapporto con la terra e le vite che la abitano, ad abbracciare la natura e le sue creature.
…Questa distribuzione irregolare della neve produce una conseguenza assai romantica: su certe rupi sporgenti con alcune spaccature, normalmente prive di neve, un fiore tra i più “minuti”, capace di tollerare il freddo gelido, usa le crepe e qualche occasionale raggio di sole durante le venti ore di luce per sbocciare nel bel mezzo di maggio. È la famosa Saxifraga oppositifolia, così ben conosciuta e amata nelle terre artiche
Questa è solo una delle affascinanti osservazioni che Naess riporta descrivendo il suo intenso legame con la catena montuosa dell’Hallingskarvet, dove ha vissuto per anni e che è la base per lo sviluppo della sua filosofia.
Quando cerco di rintracciare i determinanti psicologici e sociali della mia filosofia, alcuni termini chiave spiccano tra tutti gli altri – imperturbabilità, equanimità, austerità, distanza, riservatezza, non violenza, diversità, egualitarismo. La maggior parte di essi sembravano aiutarmi a istituire uno stile di vita appropriato al luogo che avevo scelto
Data l’esperienza nella costruzione della sua baita a Tvergastein, Naess si trovò ad affrontare diverse necessità per contenere il più possibile l’impatto sull’ambiente circostante, dal riscaldamento dei locali al cibo, dallo smaltimento dei rifiuti alle occupazioni all’interno dell’abitazione.
Il suo amore e il rispetto per la natura rivela preziose indicazioni su come vivere la montagna: “…più piccoli arriviamo a sentirci nei confronti della montagna e più ci avviciniamo a partecipare della sua grandezza”, il cuore di una foresta “la foresta pervade la mente – non sei più un soggetto e la foresta non è più un oggetto”, l’incontro di un animale selvatico nel suo territorio “…può essere spaventoso, ma ci dà l’opportunità di capire meglio chi siamo e i nostri limiti di controllo: è il riconoscimento di un’esistenza diversa da quella dell’essere umano”.
Una degli aspetti più apprezzabili della filosofia dell’ecologia profonda sta nel riconoscimento del valore intrinseco di tutti gli esseri, nell’importanza della diversità come contributo alla prosperità della vita umana e non umana. L’interferenza dell’uomo in queste dinamiche deve essere ridotta da politiche che sensibilizzino strutture economiche, tecnologiche e ideologiche. È nella visione totale che l’ecologia profonda si distingue da quella superficiale, cioè nel fatto che il fine non è l’essere umano, ma la vita in generale, di ogni specie e sistema. Mentre l’approccio superficiale afferma che la crisi ambientale è un problema superabile col progresso tecnologico, l’ecologia profonda ci dice che si tratta principalmente di una questione di coscienza… e di sistema economico.
Ciò che promuove Naess con la sua filosofia è uno stile di vita semplice, che si concentri sul vero valore delle cose evitando il consumismo e la cultura del “nuovo”, ma anche l’importanza di “agire piuttosto che essere occupati”, vedere le differenze etniche e culturali come qualcosa da apprezzare e non come minacca, “preferire la profondità e la ricchezza dell’esperienza piuttosto che l’intensità”, “scegliere un lavoro significativo invece del mero guadagnarsi da vivere”, condurre una vita “complessa e non complicata”.
Leggere Naess è l’opportunità per riflettere sul senso della nostra esistenza, aiuta a comprendere quanto uno stile di vita appagante non sia legato al tenore elevato bensì alla qualità, e come questa sia inevitabilmente interconnessa al mondo naturale. Perché ne facciamo parte.
Le recensioni della settimana
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente