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Storie di fantasmi del Giappone di Lafcadio Hearn

Le illustrazioni di Benjamin Lacombe, evocative e dai colori scelti appositamente per creare atmosfere cupe e a tratti sognanti, donano nuova giustizia e fascino agli scritti di Lafcadio Hearn.

Storie di fantasmi del Giappone è composto dalla testimonianza di uno dei primi giornalisti occidentali a giungere nel paese del Sol Levante nella seconda metà dell’Ottocento.

Gli spiriti folkloristici nipponici, chiamati yokai, prendono nuova vita e ci vengono raccontati tramite l’occhio ingenuo di qualcuno che si approccia a quel mondo per la prima volta. Ogni illustrazione è infatti realizzata per rappresentare al meglio le creature e i drammi di ogni racconto, tanto che sembrano quasi prendere vita e uscire dalle pagine, come se entrassero anche nelle vite dei lettori oltre che in quelle dei protagonisti.

Il volume cartaceo si presenta in un’ottima edizione con copertina curata e arricchita per metà di tessuto, che la rende piacevole al tatto. Ogni storia è preceduta da una facciata dalle ricche decorazioni e inizia con un elegante capolettera, quasi a ricordare un manoscritto. Anche l’impaginazione è atta a donare al volume un senso di solennità, come a richiamare le atmosfere dell’epoca di cui fanno parte questi racconti. La qualità della carta e della rilegatura è alta, dando sempre l’impressione di avere un libro solido tra le mani e che non si rovinerà in maniera facile col passare del tempo.

I colori delle stampe sono vivi, intensi e permettono di visualizzare ogni yokai con la giusta precisione, così da avere sempre un’idea chiara sulle creature di una cultura molto lontana dalla nostra e che spesso rimane avvolta dal mistero per chi non è mai entrato in contatto con essa.

Lafcadio Hearn ci accompagna tra le vie dei villaggi giapponesi, dove le leggende del folklore sono ancora vive e si respirano tramite i racconti dei locali.

All’interno veniamo proiettati in un ambiente e epoca molto distanti, descritti a noi tramite creature folkloristiche come la yuki onna, il baku, l’ikiryoe o il rokuro-kubi.

Un’altra testa, la testa di una giovane, si sollevò all’istante e lieve come un pipistrello svolazzò fino all’abitazione. Dopo pochi attimi era di ritorno e con voce rauca lanciò l’allarme

A fare da contorno vi sono scenari pittoreschi come montagne composte da teschi umani o il regno del re del mare: «Si allontanarono vogando lievi e lesti sulle silenti acque azzurrine verso sud, finché giunsero all’isola dove l’estate mai non muore e alla reggia del drago del mare».

Lo stile della scrittura è ricercato e ricalca alla perfezione il linguaggio dell’epoca, permettendoci di respirare tra le pagine l’atmosfera degli ultimi anni dell’Ottocento.

Ogni racconto racchiude un frammento di mitologia avvincente e che può facilmente affascinare, grazie alla filosofia che spesso si sviluppa in modo differente dai classici insegnamenti e morali occidentali; il libro quindi ci permette di vedere il mondo da un altro punto di vista e aiuta a trovare nuove sfumature non così scontate in caso si rimanga chiusi nella propria cultura.

La sua presenza sembrava irradiare luce e filtrare attraverso gli indumenti come la luce della luna attraverso i nuvoli fioccosi; a ogni movimento i capelli sciolti e fluttuanti ondeggiavano come i rami del salice piangente mossi dalle brezze primaverili

La storia di Ito Norisuke

In coda al volume ci vengono illustrati alcuni giochi giapponesi dell’Ottocento, che per la prima volta raffigurano gli yokai in ambito ludico e ci donano una visione d’insieme sul tipo di società del tempo.

Il prodotto si presenta quindi di ottimo aspetto, grazie al colpo d’occhio che potrà trovare spazio in qualsiasi libreria, di grande qualità e affascinante sotto più punti di vista; dalle illustrazioni disegnate e colorate in maniera impeccabile ai racconti e le creature che ci consentono di esplorare orizzonti sconosciuti.

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(Leucade, Grecia, 1850 - Tokio 1904) scrittore inglese. Di origini irlandesi, educato in Francia e in Inghilterra, emigrò nel 1869 negli Stati Uniti, dove lavorò come «reporter» di vari quotidiani. Approdato in Giappone, vi prese la nazionalità nipponica. È autore di libri di gusto esotico, spesso ricchi di valore documentario, come quelli dedicati alla Martinica (Chita, 1889; Youma, 1890) e quelli sul Giappone: Immagini di un Giappone inconsueto (Glimpses of unfamiliar Japan, 1894), Kokoro (1896), i racconti fantastici di Kwaidan (1904) e Giappone: tentativo di interpretazione (Japan, an attempt at interpretation, 1904).

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Benjamin Lacombe è un autore e illustratore francese. Compie i suoi studi presso l’Ecole Nationale Superieure des Arts Decoratifs di Parigi (ENSAD) lavorando contemporaneamente per la pubblicità e l’animazione; all’età di 19 anni firma i suoi primi libri di fumetti e illustrazioni.Il suo lavoro si ispira al mondo delle fiabe, ai racconti per bambini e ragazzi ma anche ai classici della letteratura.Lacombe è tradotto e premiato in numerosi paesi; ha esposto i suoi lavori nelle più importanti gallerie del mondo come L’Art de rien (Parigi), Dorothy Circus (Roma), Ad hoc art (New York), Maruzen (Tokio). Vive e lavora a Parigi.

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