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This stupid world di Yo La Tengo

This Stupid World è il diciassettesimo album in studio degli Yo La Tengo in quasi quarant'anni di attività. La band del New Jersey, infatti, si è formata nel 1984, ha esordito nel 1986 e dagli anni ’90 è un punto fermo della scena indie-rock. La maturità, insomma, è acquisita da tempo e questo disco conferma semplicemente che il trio gode ancora di ottima salute.

This Stupid World
This Stupid World Di Yo La Tengo

Dall'assurdo al malinconico, ma sempre con una musicalità unica e sempre nuova: Yo La Tengo è ancora una band capace di stupirci e farci sognare a ritmo di rock indipendente.

In questi nuovi brani, Ira Kaplan (1957), Georgia Hubley (1960) e James McNew (1969) – rispettivamente alla chitarra, alla batteria e al basso – spaziano tra atmosfere ipnotiche, come la prima traccia Sinatra Drive Breakdown (il cui video ufficiale ne esalta i tratti psichedelici), oppure riflessive e un po' malinconiche come i due singoli Fallout e Aselestine, aggraziate come Apology Letter, tese come Brain Capers, rumorose e distorte come la title-track o ancora sognanti e dolci come la chiusura, Miles Away. Una varietà espressiva ottenuta in autonomia, senza l’apporto di produttori e ingegneri del suono esterni – come invece era capitato spesso in passato.

Nove canzoni in cui il gruppo, più in generale, ribadisce di saper essere, al tempo stesso, sia ruvido sia romantico e questo concetto del contrasto si ritrova anche nella trattazione dell'elemento più ricorrente nei testi, il passare del tempo, non inteso sempre e solo come un semplice aspetto negativo, data la sua inesorabilità, ma anche come stimolo per provare a sfruttare al meglio le opportunità.

I testi sono brevi, anche per questo certi versi rimangono impressi, e il senso della fine e della nostalgia predominano, ma poi si intravede anche l’esigenza di affrontare la questione per provare a godersi ogni momento, come quando in Until It Happens Kaplan dice: «Prepararsi a morire – preparati finché sei in tempo / rimanere vivi – distogliere lo sguardo dalle lancette del tempo». Una sorta di contrapposizione tra disperazione e praticità che si trova anche in due versi chiave della title-track, This Stupid World: «Questo stupido mondo – mi sta uccidendo / Questo stupido mondo – è tutto ciò che abbiamo».

A tirare su il morale e a catturare ancor di più l’attenzione ci pensano i brani più movimentati, in cui la chitarra inizia a sovrastare la voce per poi prendere il sopravvento, quei pezzi in cui il “rumore” prima annebbia e poi soppianta la melodia, insomma. Così come fa la sua parte il fatto che i due membri fondatori della band, Kaplan e Hubley, passati i sessant’anni, facciano ancora piuttosto bene, senza farlo risultare vecchio, questo tipo di rock indipendente che, soprattutto negli anni ’90, ha segnato un’intera generazione. E forse proprio quest’ultima qualità costituisce l’antidoto principale per vivere meglio il passare del tempo, anche perché il gruppo pubblica nuova musica con una certa costanza.

A dare un ulteriore contributo a non correre il rischio di affliggersi, inoltre, c’è l’etereo brano finale, Miles Away, il più leggero del disco, che suona come un modo per congedarsi lasciando il più possibile sereni noi ascoltatori…

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