La vera storia del pirata Long John Silver dello scrittore svedese Björn Larsson, uno dei libri più iconici e amati del catalogo Iperborea, longseller da 125.000 copie vendute, tradotto in 20 lingue, compie quest’anno 25 anni dalla prima pubblicazione in Italia. Per l’occasione il romanzo è tornato in libreria con una nuova cover, firmata dall'illustratore Shout, mentre qui su Maremosso proponiamo la nostra recensione scritta da Giulia Mozzato.
Quanto quel personaggio turbasse i miei sogni, non ho quasi bisogno di dirvelo. Nelle notti di burrasca, quando il vento scuoteva la nostra casetta e le onde si frangevano ruggendo contro gli scogli, io me lo vedevo dinanzi in mille aspetti diversi e con mille diverse espressioni diaboliche sul volto. Talora mi appariva con la gamba mozzata all'altezza del ginocchio [...] Il peggio era quando sognavo di fuggire scavalcando siepi e fossi, inseguito da quel mostro
Questa è la prima immagine che abbiamo di Long John Silver, il terribile pirata, incubo diurno e notturno del giovane protagonista dell'Isola del Tesoro. Ma la figura di Silver non è del tutto negativa e non è certo priva di fascino.
Roberto Mussapi, nell'introduzione al libro di Björn Larsson, La vera storia del pirata Long John Silver, sottolinea come «Silver, che si muove con eccessiva agilità per un uomo nelle sue condizioni, ha qualcosa di diabolico, come è tipicamente diabolica la capacità di seduzione, di presentarsi con un volto sorridente e un celato disegno infernale. Ma non è interamente diabolico, e quindi ha la naturalezza dei personaggi immortali, una naturalezza che supera la verosimiglianza e le sopravvive, essendo la verosimiglianza legata indissolubilmente alla forma immanente e mortale».
Ci sono libri che danno pura gioia, facendo vibrare dentro di noi tutte le corde del nostro amore per la lettura: il racconto trascinante unito a temi che ci toccano nel profondo, la suspense e l'avventura e un sottile gioco letterario che stimola la nostra complicità, una documentata ricostruzione storica e il fascino di personaggi più grandi del reale, nati già immortali. È quel che capita con il romanzo di Björn Larsson.
E come non potrebbe, un personaggio così ricco di spunti interessanti non stimolare la creatività, la vena narrativa di un altro scrittore altrettanto appassionato di pirateria come Stevenson? «Accingendosi a scrivere una vita di John Silver, Björn Larsson affronta una scommessa difficile al limite dell'azzardo» – scrive sempre Mussapi – «Non so come (non si sa mai come, quando in letteratura qualcosa riesce bene) ma l'autore è riuscito a superare l'ostacolo e vincere la scommessa. Alla fine del libro John Silver rimane quello che era prima del suo inizio: enigmatico, inafferrabile, in ultima analisi».
Sin dalle prime pagine siamo risucchiati in un vortice di avventura, a bordo di un vascello, con un pirata, Silver appunto, cui è stata appena amputata una gamba, cosa da nulla per lui... Qualcuno gli ha sparato nella gamba, nella parte posteriore, durante un abbordaggio, causandogli una cancrena e la necessità di amputare.
Gamba per gamba al presunto colpevole, poche pagine dopo, verrà tagliata una gamba perfettamente sana per pareggiare i conti.
Questo è John Silver, il terrore di tutti i mari. Classe 1685 (forse, lui stesso non ricorda bene), nato a Bristol, figlio di un irlandese e di una scozzese.
Questo è il pirata che sta scrivendo le sue memorie, in Madagascar, dove si è ritirato con tutta fortuna accumulata in anni e anni di saccheggi. Uomo forte, anche degno d'ammirazione, a volte, per il coraggio estremo, per la forza d'animo, per la capacità di indirizzare la propria vita. Ma anche uomo terribile, imprevedibile, sanguinario, totalmente solo e che solo su sé stesso può fare affidamento.
Una figura che in questa nuova versione letteraria prende "corpo" giocando sulle relazioni tra realtà e fantasia, tra invenzione e storia.
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