Viaggio avventuroso intorno alla mia camera di Karl-Markus Gauss

Se apriamo il vocabolario verso il fondo, cerchiamo la v e facciamo scorrere gli occhi su tutti i lemmi che iniziano con questa lettera troveremo prima o poi anche la parola viaggio.
Quella qui sopra è proprio la sua definizione, così semplice, lineare e di immediato impatto da sembrare quasi banale come punto di partenza di una recensione.
Eppure Viaggio avventuroso intorno alla mia camera di Karl-Markus Gauss edito da Keller sembra proprio stravolgere il suo significato, o meglio, preferisce usarlo in senso metaforico.

Spezziamo la definizione in apertura per provare a capire la visione particolare dell’autore, che ci prende per mano e ci accompagna in un viaggio atipico.

«L’andare da un luogo ad altro luogo, per lo più distante».
Il titolo stesso smentisce questa prima affermazione. Scordatevi spostamenti da un Paese all’altro in treno, in aereo o in qualunque altro modo. Il protagonista preferisce il mezzo di trasporto che usiamo tutti – ma davvero tutti – quotidianamente: la sua mente.
Mentre il corpo è fermo (o massimo gironzola tra le quattro mura di casa) i suoi ricordi viaggiano attraverso il tempo a una velocità supersonica e noi non possiamo fare altro che lasciarci condurre nel coinvolgente passato del protagonista-narratore.

«Per diporto o per necessità».
Non una delle due, ma entrambe.
Per il nostro uomo raccontare le avventure che ha vissuto è uno svago, ma anche una necessità, un bisogno, perchè gli oggetti di casa gli parlano. No, non letteralmente, ma in un modo ben più raffinato. La loro potenza comunicativa sta in ciò che conservano, che sia un ricordo di vita vissuta del protagonista o la loro storia che ancora nessuno conosce, e che non vedono l’ora venga raccontata.

«Con un mezzo di trasporto privato o pubblico».
Ancora una volta, perché scegliere quando puoi avere entrambi? In questo viaggio avventuroso il protagonista farà salire sul suo particolare mezzo di trasporto chissà quanti lettori. E così la sua mente, inizialmente un van privato, è diventano un autobus di linea dall’infinita capienza pronto ad accogliere, ad ogni fermata, chiunque voglia fare un un’esperienza straordinaria.

Alla fine di ogni viaggio si fa sempre un bilancio di come è andata ed giunto il momento di tirare anche noi le conclusioni.
È stato piacevole, interessante, divertente e anche un po’ commovente leggere tutte queste storie, ma cosa possiamo portarci come insegnamento nella vita di tutti i giorni?
Che forse, di tanto in tanto - quando ahimè non siamo in viaggio nel senso concreto del termine - potremmo fermarci un attimo, osservare gli oggetti che ci circondano e lasciarci trasportare dai quei ricordi che non pensavamo più di avere.