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Vicolo Sant'Andrea 9 di Manuela Faccon

Qualche tempo fa ho avuto l’opportunità di partecipare ad una cena per librai con la presenza di Manuela Faccon che ci ha presentato il suo nuovissimo libro Vicolo Sant’Andrea 9, edito Feltrinelli.

Credo fermamente, anche se c’è chi sostiene la tesi opposta, che per capire e addentrarci in un’opera letteraria, sia giusto, arricchente e doveroso avere qualsiasi informazione riguardante l’autore dell’opera stessa, perché ha deciso di scrivere quella storia, il motivo di una determinata ambientazione.

Capirete quindi che poter conoscere l’autore di un’opera appena prima della sua uscita in libreria, poterci parlare e fare domande, per una libraia che come me ha sempre considerato la letteratura e la diffusione dei libri, oltre che una vera passione, anche una missione, rappresenti un momento magico.

Vicolo Sant'Andrea 9
Vicolo Sant'Andrea 9 Di Manuela Faccon;

Teresa fa la portinaia in una ricca ed elegante casa di Padova, ma presto dovrà custodire qualcosa di più importante: un segreto, e la vita di un bambino che, durante le leggi razziali, le viene affidata.

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Manuela Faccon è una donna elegante dai modi semplici e genuini, indossa un sorriso difficile da dimenticare e ha parole gentili con tutti. La vedo emozionata quando prende la parola per raccontarci il suo libro e la sua storia.

È nata e cresciuta a Padova fino ai suoi quarant’anni quando ha deciso di trasferirsi a Este, un paesino dei Colli Euganei. Di formazione linguistica e filologica, ha viaggiato molto per lavoro, ma non dimentica mai le sue origini.

Nello scrivere il libro ha ripercorso nella memoria la sua giovinezza. In una sorta di topografia cittadina padovana, il lettore ha modo così di intrufolarsi tra i vicoli del Ghetto Ebraico, rimanere affascinato dalla spesa sotto “Il Salone” (attiva ancora ai giorni nostri), visitare Prato della Valle, passeggiare lungo la stradina di Vicolo Sant’Andrea, andare alla messa del Duomo, gustarsi una millefoglie da Graziati o un caffè al Pedrocchi.

La storia, sapientemente architettata tra presente narrativo e flashforward, abbraccia un periodo che va dal 1943 al 1959 e prende spunto da fatti veri che hanno coinvolto alcuni parenti della scrittrice stessa, dando voce e dignità a episodi (come l’allora facile internamento in manicomio) che all’epoca per vergogna e ritrosia venivano taciuti anche a distanza di decenni.

Tante persone fondamentalmente sane venivano rinchiuse senza un valido motivo, soltanto perché erano caratteriali, oppure sì, erano malate ma di malattie che avrebbero potuto essere curate senza un ricovero; ma succedeva anche – come era successo a lei – che qualcuno abusasse del proprio potere e togliesse di mezzo qualcun altro facendolo ricoverare

Teresa, la protagonista del romanzo, lavora come donna di servizio per la famiglia di origini ebraiche Levi Minzi, con cui ha un rapporto affettuoso e di amicizia. In particolare, con la padrona della casa alla quale, in virtù di questo sentimento amorevole che le lega, fa una promessa cui dovrà dedicarsi per il resto della vita: durante la Seconda guerra mondiale, infatti, la donna è portata via in una retata della polizia, ma prima di essere arrestata affida a Teresa il suo bambino ancora in fasce supplicandola di salvarlo. Qualcuno però fa la spia, e Teresa viene separata a forza dal bambino e per punizione rinchiusa in manicomio.

Solo una volta uscita, però, quando prenderà servizio come portinaia in un palazzo di vicolo Sant'Andrea dove vivono due sorelle legate all'uomo che, durante il suo internamento, l'ha torturata e le ha portato via il bambino, la donna potrà cominciare la sua ricerca per tenere fede alla promessa fatta alla sua amica. Riuscirà Teresa nel suo intento? In un climax crescente e vertiginoso, seguiremo la protagonista cercando di scoprire quale prezzo si è disposti a pagare per sentirsi liberi.

Un romanzo avvincente, che sa dosare azione e sentimenti e lascia la voglia di ripercorrere e conoscere con occhi nuovi la bellissima città di Padova. La dedica che Manuela Faccon ha scritto nella prima pagina della mia copia è proprio questa:

A Sabrina affinché rivisiti luoghi e personaggi che caratterizzano le strade di Padova

Grazie.

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