Una donna è seduta nella hall di un albergo. È sola. Scrive.
Si è trasferita nell’albergo della campagna francese per scappare all’inverno di Londra. Fa freddo, a Londra, all’inizio degli anni Venti. La rivoluzione industriale è appena finita e la città è più grigia, i fumi delle acciaierie arrivano fino al centro.
A Katherine Mansfield, così si chiama la donna, il fumo non piace, e nemmeno il grigio.
Dove è cresciuta lei, è tutto verde. Nella Nuova Zelanda all’inizio dell’Ottocento, i campi arrivano fino all’orizzonte e i fiori sono colorati quasi quanto i pasticcini che servono nelle sale da tè. La famiglia di Katherine all’inizio vive più vicina alla città, Thorndorn, poi si sposta in campagna, in un posto ancora più verde: Karori. Anche il nome sembra verde. La casa, una villa coloniale vecchio stampo, sarà l’ambientazione di quasi tutti i settantacinque racconti che scriverà.
Letti con l’occhio di oggi, i racconti della Mansfield ci appaiono come una di quelle grandi e inesauribili scoperte che in pochi anni mutarono la fisionomia della letteratura: come il primo Joyce, i romanzi di D.H. Lawrence, la scrittura della Woolf – tre scrittori con cui la Mansfield fu in rapporto, oscillando fra l’ammirazione e l’ostilità.
Katherine il verde non lo vede spesso, perché durante la giornata è chiusa in collegio e dopo la scuola ci sono le lezioni private di violoncello e di francese. Quando riesce, elude la stretta sorveglianza di della sua famiglia e scappa nel giardino, si stende sotto gli alberi, e guarda i rami. È molto brava a scappare, Katherine, perché lo fa spesso.
Lo fa da piccola, per andare giocare nel giardino con i suoi fratelli e saltare le lezioni di pronuncia e quelle di grammatica, come fanno i personaggi del suo racconto Preludio, pubblicato dietro consiglio di Virgina Woolf nel 1918. Scappa ancora, una volta diplomata dal collegio, solo che questa volta va molto più lontano, in un altro continente.
Quando arriva a Londra, nel 1903, la città è in fermento: il movimento delle suffragette sta prendendo piede, forse tra poco alle donne sarà permesso votare. Il Queens College che frequenta Katherine con le sue sorelle è maestoso, ha la facciata con delle colonne bianche e le studentesse possono scrivere nel giornale della scuola.
La breve vita di Katherine Mansfield in questo libro si illumina di tonalità nuove, in particolare per i suoi ultimi anni, quando la sua ricerca di una verità oltre la letteratura la porta a mettersi in discussione, a confrontarsi drammaticamente con la vita. Inevitabile il paragone con la sua grande contemporanea, Virginia Woolf.
Katherine, però, non riesce a rimanere in un posto troppo a lungo, quindi scappa di nuovo, questa volta nella letteratura: inizia a leggere Oscar Wild. Legge Il ritratto di Dorian Grey, le poesie, il teatro, e decide che diventerà una scrittrice. Conosce Ida Baker e Lesly Moore, e insieme a loro vive e scrive per un po’.
Dopo la laurea passa tre anni a viaggiare tra il Belgio e la Germania, prima di ritornare al suo verde, in Nuova Zelanda. Solo che adesso è cresciuta, e la provincia le sta stretta. Decide di tornare in città, a Londra. Non le basta leggere Oscar Wilde, vuole vivere in un suo libro. E così inizia a frequentare i salotti londinesi, si innamora, rimane incinta e viene mandata da sua madre in una Spa in Germania, e infine diseredata. Dopo il suo ritorno in Inghilterra viene pubblicata la sua prima raccolta, In una pensione Tedesca.
Ad un certo punto, più o meno a metà del romanzo che è diventato la sua vita, conosce John Middelton Murry. Durante i sette anni in cui sono sposati, lei gli fuggirà varie volte, una di queste con un pittore francese, ma senza mai riuscire a dirgli addio del tutto.
"Se questo libro è, oltre che una biografia critica densa di illuminazioni, un vero e proprio racconto, il 'romanzo' della vita della Mansfield, lo si deve a un dono raro, che Citati - sono parole di Mario Praz - possiede al pari della scrittrice".
Ci sono cose da cui Katherine, come chiunque di noi, non è riuscita a scappare. La morte di suo fratello minore Leslie durante la Grande Guerra, per esempio, che la turbò molto. Oppure la sua malattia, la tubercolosi, che la costrinse a cercare sempre aria più verde. Per un po’ ci riuscì, rifugiandosi in giro per l’Europa (gli alberghi della campagna francese erano i suoi preferiti), e scrivendo molto.
Ad un certo punto si trasferì Fontainebleau, dove morì dopo aver provato a curare la sua malattia con l’esoterismo.
Katherine Mansfield con la sua vita passata in fuga ci insegna una lezione che è anche un consiglio amichevole: con l’inverno alle porte, ricordiamoci l’importanza di scappare.
Di
| Adelphi, 1993Di
| Adelphi, 1987Di
| Adelphi, 2015Di
| Mondadori, 2023Di
| Adelphi, 2023Di
| Elliot, 2020Di
| Elliot, 2021Di
| Robin, 2011Di
| Elliot, 2016Gli altri approfondimenti
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