I draghi sono, tra le creature del mito, quelle che più mi affascinano. Maestosi, fieri, a volte feroci e crudeli, in molti libri i draghi sono i cattivi, gli antagonisti degli eroi, basta pensare a Smaug nel romanzo Lo Hobbit. Per fortuna, ci sono anche draghi buoni, capaci di creare con i loro amici umani, spesso loro cavalieri, rapporti profondissimi: pensiamo a Saphira nella serie di Eragorn, a Oarf creato da Licia Troisi, e a Sdentato dal romanzo Come addestrare un drago. Pur avendo per i draghi terribili un rispetto enorme, adoro i draghi che permettono a un umano di legarsi a loro. Sanno essere creature fedeli, generose, coraggiose, sagge e anche molto molto divertenti.
Ma da dove origina l’idea dei draghi? Se proviamo a semplificare, come per tutti i miti, la figura del drago ha radici in fenomeni naturali che l’uomo non sapeva spiegare, in enormi fossili che non si sapeva quale origine avessero e via così; eppure a me piace pensare che, chissà dove, i draghi esistano davvero!
Da qualche mese sono usciti i primi due volumi della serie scritta da Andy Shepherd, Il ragazzo che coltivava draghi e Il ragazzo che addestrava draghi, due romanzi davvero divertenti e scorrevoli (di cui avevo accennato qui, presentando la collana fantasy dell’editore Gribaudo). Finalmente avremo tra le mani il terzo volume, Il ragazzo che volava con i draghi, e vi assicuro che non vi deluderà!
"Coltiviamo e addestriamo draghi. Alcuni emanano bagliori luminescenti, altri possono ghiacciarti con un’alitata e altri ancora sputano fiamme che incendiano il cielo. Ma mentre aspettiamo seduti in cerchio a gambe incrociate davanti a un frutto del drago maturo che sta per aprirsi e regalarci un nuovo cucciolo, è meglio che ti dica qualcosa che ancora non sai. Perché non ho raccontato proprio tutto, riguardo a questa storia, e ciò che sto per dirti potrebbe farti passare la voglia di adottare e allevare un drago tutto tuo...".
Abbiamo incontrato Tomas e i suoi amici nel primo romanzo e la sua storia ci ha conquistato, divertito ed emozionato. Se ancora non l’avete letta, fatelo subito! Tomas sta aiutando il nonno, a cui è molto legato, a sistemare il giardino e si accorge che in fondo c’è una pianta di frutti del drago. Come dice il nome, in effetti i frutti di questa pianta, se toccati dalla giusta mano, si illuminano e pulsano, per poi schiudersi e far nascere un piccolo, delizioso draghetto.
Fantastico, penserete voi! Certo che sì! Immaginate la meraviglia di avere un drago tutto vostro, da accudire e con cui giocare. Eh! In realtà c’è un problema: come ci si prende cura di un drago? Non è come avere un gattino, per cui possono bastare qualche crocchetta, un po’ di sabbietta pulita e qualche coccola. I draghi sputano fuoco, quantomeno scintille in abbondanza col pericolo di dar fuoco alla stanza. La loro cacca, se si secca, diventa esplosiva e poi vallo a spiegare a mamma e papà che non stai accendendo petardi in camera tua! Nessuno deve sapere del drago, soprattutto i grandi, e trovare scuse per i graffi, le bruciature sulle magliette e gli altri guai combinati da Scaglia non è affatto facile per Tomas.
Poi ci sono gli amici, quelli veri, quelli a cui racconti tutto, ma proprio tutto. Quelli che sono come fratelli e sorelle, con cui è una gioia condividere avventure e segreti. Visto che la pianta ha altri frutti pronti per schiudersi, in un attimo, ognuno potrà avere il suo drago, con tutto quel che ne consegue.
Immagina se potessi far crescere draghi... nel tuo giardino! Noi coltiviamo draghi. E vi assicuro che causano molti più guai dei cetrioli. Ecco le cose che i cetrioli non fanno: La cacca nella colazione di papà. Cavalcare il tuo gatto come un toro da rodeo. Dare fuoco allo spazzolino mentre ce l'hai in bocca. Ma i cetrioli non hanno nemmeno scaglie splendenti che brillano controluce, né occhi luminosi che ti guardano dritto in fondo al cuore. Né si accoccolano sulle tue spalle facendoti il solletico all'orecchio con il loro alito tiepido. Insomma, chi non vorrebbe crescere un drago tutto per sé?
Nel secondo romanzo, Tomas e i suoi amici dovranno non solo educare e gestire i propri draghi, ma anche affrontare una situazione complicata e rischiosa, a causa dei guai creati dal bulletto della scuola e dai suoi draghi, perché sì, proprio questo è accaduto: la pianta continua a produrre nuovi frutti e due sono caduti nelle mani sbagliate.
Benvenuti a tutti voi, cacciatori di draghi disperati! Immagino che abbiate scelto questo libro per due ragioni: 1. Avete sentito che alleviamo draghi e volete far parte di questa avventura infuocata. 2. Avete già il vostro albero di frutti del drago che vi ha sfornato un bel draghetto, ma non avete idea di come gestirlo. Ma quando si attiva lo sbuffo sputafuoco, è come portarsi a spasso un vulcano capriccioso... Sto per raccontarvi cosa significa sul serio vivere con i draghi.
In questo terzo romanzo, le cose si complicano ulteriormente, perché i problemi «non sono solo il disordine, le fiamme, i segni degli artigli, le scintille fumanti. Non è nemmeno la cacca pirotecnica. È qualcosa di ancora più devastante. Un giorno dovrete lasciare andare il vostro drago e questa, amici miei, è la cosa più difficile di tutte». Così ci spiega il protagonista nelle prime pagine.
Tomas ha dovuto, suo malgrado, promettere al nonno che libererà i draghi, anche se i suoi amici ancora non lo sanno. La convivenza con loro è più difficile del previsto, non perché le bestiole non siano adorabili, ma semplicemente perché non sono bestiole. Sono creature fiere, difficili da controllare, che involontariamente creano un sacco di guai: insomma, non possono più restare. Ma dove finiranno, una volta che saranno liberi? Saranno al sicuro? Come può Tomas spiegare agli altri che dovranno lasciarli andare? Tutte queste domande troveranno risposte in un romanzo che scorre velocissimo, tanto è coinvolgente, e in cui le storie dei draghi sono lo spunto per affrontare anche questioni importanti: l’onestà alla base dell’amicizia, nella sua forma più alta, così da darti la forza di lasciare andare, se è per il bene di chi ami, la capacità di andare oltre le apparenze.
Con un bellissimo finale – che invidia! Anche io vorrei tanto vivere un’esperienza così – questo romanzo è la splendida continuazione di una saga per piccoli lettori con un cuore grande e tanta voglia di divertirsi tra le pagine ricche di splendide illustrazioni.
Buona lettura a tutti, bimbi e draghi!
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