Oneira Vol.1 di CAB e Federica di Meo

A volte, il legame con il sognatore è troppo stretto, troppo forte per poter estirpare l’incubo

Immagina di sognare. Stai scappando da un masso che ti rotola incontro. Corri con tutte le tue forze ma non riesci a fare nemmeno un passo. Hai le gambe bloccate, pesanti. Poi, appena prima che il masso si schianti, ti svegli all’improvviso. Sudato, spaventato, con gli occhi gonfi per lacrime che pensavi di aver versato solo in sogno.

E se questi incubi diventassero realtà?

In Oneira, purtroppo, è così. Le paure diventano tangibili, si aggrappano al loro portatore per prendere corpo, sopraffarlo. Per questo Arane Heos, conosciuta come la “Vedova Nera”, e la Casta delle Epeire di cui fa parte hanno il compito di difendere gli esseri umani da loro stessi, dalle manifestazione delle loro più profonde debolezze.

E, per questo, la presentazione del nuovo ambizioso progetto della Star Comics ai Lucca Comics & Games 2023 ha riscosso tanto successo. Il 31 ottobre è uscito in tutte le fumetterie italiane il primo volume di Oneira, shōnen dark fantasy in stile gotico, realizzato dalla collaborazione tra lo sceneggiatore francese CAB e la mangaka italiana più apprezzata degli ultimi anni, Federica Di Meo (già illustratrice di Somnia, serie manga edita dalla Panini Comics). Qui potete leggere la nostra intervista alla mangaka.

Il manga aveva fatto la sua comparsa in Francia nel 2022, edito da Kana, appassionando fin dal primo momento gli amanti dei fumetti e dei fumetti di genere fantasy, soprattutto. Ora che il primo volume è disponibile anche in Italia, non ci sono più scuse.

Oneira sembra essere un The Witcher rivisitato in chiave femminile. Arane viaggia a caccia incubi, lotta per chi ne ha bisogno. I suoi occhi diventano neri quando si prepara ad attaccare. Ha un legame materno con la giovane Venus. Tutti risvolti narrativi che abbiamo già incontrato. Eppure, il tratto spesso, preciso di Federica Di Meo e il suo stile moderno, restituiscono con grande abilità lo stato d’animo di una guerriera chiamata a uccidere su commissione. Attraverso i suoi sguardi, che in alcune vignette richiamano con prepotenza lo stesso dolore racchiuso in quelli dell’Angelo caduto di Cabanel, la mangaka rende umano un personaggio che fa di tutto per non esserlo. Una protagonista dura ma capace di una grande sensibilità, una donna provata dalla perdita.

Il disegno smargina dai contorni delle vignette, rende tridimensionale la pagina con l'utilizzo dei retini che ravvivano il bianco e nero, rendendo più efficace il gioco di luci. Fa dei mostri contro cui Arane combatte dei potenziali incubi per chi legge. L’espressività di quelle creature fatte di ombre e la precisione con cui ne vengono riportati su carta i tratti orrorifici fanno di questo manga una piccola opera d’arte.

Alcune vignette non sembrano solo fare riferimento al già citato Cabanel, ma anche ai ritratti dei duchi di Urbino di Piero della Francesca, durante il confronto tra la protagonista e January, nell’ultimo capitolo intitolato In utero. Questi dettagli rendono il confronto tra donne, tra madri, tra corpi che hanno perso e corpi che stanno per dare la vita, ancora più diretto, straziante.

Anche perché, gli incubi non hanno origine solo da emozioni negative. I più forti, i più temibili nascono dai sentimenti più puri. Come l’amore di un genitore nei confronti del figlio, e la paura viscerale, impossibile da estirpare, del dolore che quella perdita potrebbe causare.

A una storia che in alcuni punti procede a passo troppo veloce e che ogni tanto ha del già visto, questo manga made in Italy unisce però elementi di originalità che ne fanno un prodotto narrativo a cui, dopo il primo volume, diventerà davvero difficile rinunciare.

Per gli amanti del fantasy, è una goduria per gli occhi. Tutti i dettagli che Federica Di Meo ha restituito sulla pagina alimentano il piacere di entrare nella storia.

Un mondo come quello descritto da lei e Cab ha bisogno di essere visto, e noi, ora che abbiamo avuto un piccolo assaggio di Oneira, abbiamo bisogno di vederne ancora.

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