Chiunque abbia mai visitato Parigi, avrà avuto modo di notare che la libreria in lingua inglese Shakespeare and Company è una vera e propria istituzione della città: folle di turisti aspettano di entrare per comprare libri o assistere alle presentazioni, il gatto appollaiato accanto ai lettori seduti sulle poltrone del piano superiore. Forse non tutti sanno, però, che non si tratta dell’originale, bensì del negozio inaugurato nel 1951 da George Whitman, Le Mistral, a cui venne cambiato il nome in onore di quello aperto da Sylvia Beach nel 1919.
La sceneggiatrice Emilia Cinzia Perri e la disegnatrice Silvia Vanni dedicano proprio a lei la graphic novel da poco uscito per Bao Publishing. Un fumetto dai colori caldi e le linee morbide, i tratti spesso sognanti, che attraversa i grandi eventi della storia e della letteratura novecentesche, spostandosi dal New Jersey alla Francia. Nell’intreccio è lo stesso personaggio di Beach, ormai anziana, a raccontare le sue avventure a una ragazza in cerca del suo destino, ancora incerta su quale sia la giusta strada da intraprendere per diventare adulta.
Quella di Sylvia Beach è una storia atipica: americana, innamorata della letteratura, ma senza alcuna preparazione accademica, decide – dopo la prima guerra mondiale – di aprire una libreria americana a Parigi.
Quando è ancora solo una giovane americana di nome Nancy, Beach scopre tramite Shakespeare la passione per i libri, in particolare per la poesia: è in quella fase che inizia il volo della sua immaginazione, al di là di ogni paura, di ogni limite imposto alle aspirazioni femminili. Dopo lunghe pellegrinazioni in giro per l’Europa, approda nella capitale francese, dove conosce Adrienne Monnier: grazie a lei, prima sua confidente e mentore e poi sua compagna di vita, viene introdotta nel gruppo dei Potasson, scrittori e intellettuali fortemente impegnati nell’idea di creare qualcosa di innovativo, di superare norme e pregiudizi. Una visione a cui Beach si sente molto vicina.
Non è entusiasmante la voglia di sperimentare, sovvertire le regole e creare qualcosa di nuovo?
Così comincia la frequentazione con alcune delle menti più brillanti del periodo: Louis Aragon, Jules Romains, Léon-Paul Fargue, Valery Larbaud, Paul Valéry, fino all’incontro decisivo con James Joyce. La vocazione per le lettere e la fiducia completa nei loro progetti la spingono a ideare Shakespeare and Company, dove i testi possono essere presi in prestito: una svolta fondamentale non solo nell’esistenza di Beach, ma anche nel panorama culturale della ville lumière, perché la libreria si fa polo di aggregazione e dialogo, nonostante la limitatezza dei mezzi a disposizione di Beach, sostenuta dall’affetto e dalla presenza degli amici autori.
La libreria non era più un sogno, ma una realtà da cui mi affacciavo sul mondo
Shakespeare and Company resta il più grande amore di Beach, assieme a Adrienne e alla lettura, oltre a una fonte di preoccupazione nel corso dei decenni, sia a causa delle difficoltà economiche e delle traversie affrontate durante le guerre mondiali, fase in cui venne imprigionata a Vittel in quanto americana, sia per la burrascosa pubblicazione dell’Ulisse di Joyce, portato a termine faticosamente e a lungo oggetto di scandalo tra i critici. Eppure fino alla fine Beach conserva la capacità di volare e soprattutto la forza di combattere la diffidenza maschile, abituata a sottovalutare le risorse delle donne e la loro pacata ma incrollabile volontà di seguire il tracciato della fantasia:
Il mondo è sottosopra a causa degli uomini che comandano, non delle donne che lavorano
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