Pelo e contropelo

Con Una vita nuova Fabio Volo apre le ali. Il ritorno in libreria di uno dei più amati autori italiani

Fabio Volo è un magnifico baro, ma non è un bluff.
Sì, dev'essere un baro: altrimenti non si spiegherebbe com'è possibile che un ragazzo di Calcinate, provincia di Bergamo, sia riuscito a sottrarsi a quel che sembrava essere un destino già scritto, fra lieviti e pale da fornaio, per imboccare una carriera che ne contiene mille, facendo lievitare su una naturale base di simpatia e forza comunicativa un talento di narratore a tutto tondo
Se ne accorse anni fa anche il critico letterario del Corriere della Sera, il temuto e rispettato Antonio D'Orrico quando - con tono assertivo e gusto per la provocazione - intitolò la sua recensione all'ultimo libro scritto dal nostro "Fabio Volo non è il peggior scrittore italiano".
Ma perché c'era bisogno di sottolineare qualcosa che i tantissimi lettori di Volo avevano capito sin da subito?
Forse per quell'antica equazione, difficile da risolvere in certi salotti snob, secondo la quale a un grande successo commerciale corrispondono sempre furbizia o fortuna più che bravura e onestà. Ecco, incontrare di persona Fabio Volo significa vedere le sue carte, e capire che se pure all'origine della sua notorietà c'è stata magari una mano truccata o troppo fortunata, quel che è venuto dopo è tutta farina del suo sacco. 
Una vita nuova è un romanzo estremamente godibile, che conserva al cuore della vicenda narrata un insegnamento degno di essere accolto come un piccolo ma sincero regalo. Il viaggio, il vero viaggio, è quello interiore: compierlo assieme agli amici e agli affetti della nostra vita è una grazia da ricevere con gratitudine e leggerezza.

Una vita nuova
Una vita nuova Di Fabio Volo;

Due amici su un'auto rossa attraversano l'Italia: musica da cantare, il vento tra i capelli, la mano fuori dal finestrino a giocare con l'aria. Hanno una quarantina d'anni e una vita incagliata. Andrea aspetta un verdetto da cui dipende la sua vita sentimentale. Paolo è in crisi: di coppia, di identità, di mezza età. O forse è solamente bisogno di leggerezza. Mentre risalgono dalla Puglia a Milano, Paolo e Andrea parlano tra loro con la spietatezza che ci si può concedere solo fra amici: l'amore, il lavoro, i genitori...

Volevo scrivere un libro dove si sentisse la leggerezza, dove si sentisse la liberazione, il liberarsi cioè da certe forme di pensiero... e volevo fosse una liberazione totale!

L'INTERVISTA

Ciao Fabio! ci racconti qualcosa sul viaggio che scandisce i capitoli di Una vita nuova?


Il protagonista trova una vecchia auto che apparteneva al padre, una FIAT 850 Spider (che tra l'altro mio padre aveva quando avevo già scritto la storia senza ancora specificare il modello dell'auto... pensavo di mettere una macchina un po più cool, però poi ho avuto la sensazione che una macchina iconica mi avrebbe avrebbe rubato la scena, quindi sono rimasto su una fiat 850 spider), la trova dopo tanti anni ed è in Puglia e allora decide di andare a prendere questa macchina assieme a un amico, per riconsegnarla al padre, visto che quelli sulla macchina erano stati i soli momenti in cui aveva visto il padre felice.

Andrea è in attesa di un esito che potrebbe determinare la sua vita di coppia Paolo è in crisi... ma, a proposito di crisi: quella storia del bruco che chiama fine del mondo ciò che il resto del mondo chiama farfalla è vera o è una favola consolatoria?

È bellissima. È una favola vera, tant'è che io in questo libro a un certo punto pongo una domanda magica, nel senso che è una domanda che ha veramente il potere di cambiare le cose. La domanda è "e se non fosse vero?". Quando uno si trova davanti a delle decisioni - poi ci sono persone come me, in particolare, che hanno quel che si chiama "presagio di sventura", appena devo prendere una decisione penso subito alle cose peggiori che mi possono capitare - e quindi la domanda "e se non fosse così?" è veramente magica. Quindi voglio lasciare mia moglie, poi resto solo, i figli non mi amano più... e se non fosse così? cambio lavoro, mi licenziano, vado a finire sotto un ponte... e se non fosse così? e se invece trovi un lavoro che ti fa stare bene? Quindi è assolutamente vera, la favola.

Il tuo romanzo è dedicato agli attimi di leggerezza - e va bene - ma con la richiesta fatta da Andrea a Paolo nella prima pagina, forse, con la leggerezza si esagera un po'...

Eh sì! Siccome, appunto, gli unici momenti di leggerezza del padre erano quelli in cui guidava quest'auto, e lui ritrovandola poi rivivrà quei momenti di leggerezza, il libro parte con un incipit che poi riprendo anche nei capitoli più avanti, rivolti al rapporto con il padre.
Inizia proprio con un amico che chiede se può andare a masturbarsi a casa sua... che è una roba che - se dovesse capitare a me - non saprei cosa rispondere. In realtà deve fare degli esami dello sperma perché sta cercando di avere un figlio che non arriva, quindi deve fare dei controlli ma abita troppo lontano dall'ospedale. Quando si fanno questi esami si hanno 40 minuti di tempo per cui o si fa in ospedale o si fa nelle vicinanze e siccome lui non se la sente di farlo in ospedale, chiede all'amico che abita vicino se può usare il suo bagno...

A proposito di tempi: "Con Giada ho fatto l'amore tutta la notte, due volte di seguito. Non sapevo nemmeno di poterlo ancora fare"... dì la verità: hai preso lezioni da Sting?

Ho preso lezioni da Sting e fortunatamente non sono io ma è il mio protagonista, perché io non credo di riuscirci neanche con Sting... ma per me ormai la sessualità, dopo una certa ora, è più una minaccia che la proposta di qualcosa di bello.

Torniamo a padri e figli. Il tuo è un romanzo nel quale si parla idi questo asse tra generazioni, e allora è inevitabile chiederti quanto della tua storia tu abbia messo in "Una vita nuova".

Beh, per me è stato importante scoprire alcune cose in questi anni, dopo che sono diventato padre di due figli maschi: uno adesso ha 8 anni e uno 6. Sono tante le scoperte che si fanno diventando genitori ... la cosa che mi ha veramente affascinato è che io capisco, comprendo e conosco mio padre attraverso i miei figli. Mio padre non c'è più e io trovo le risposte a tutta una serie di domande ed incognite nella mia relazione coi figli.

E poi c'è l'amicizia...

Beh, sì, io volevo raccontare un viaggio. Volevo scrivere un libro dove si sentisse la leggerezza, dove si sentisse la liberazione, il liberarsi cioè da certe forme di pensiero... e volevo fosse una liberazione totale! Lui ricorda i momenti in cui era ragazzo, prima di diventare genitore. Si facevano le vacanze con gli amici, in macchina, e allora questi viaggi mi sembravano il modo migliore per raccontare l'amicizia fra due uomini che non sono più ragazzini, che fanno i conti con la propria vita ma che sono su una macchina decapottabile, con l'aria nei capelli...

Ecco la citazione di Battiato con la quale apri il libro: "non servono tranquillanti o terapie, ci vuole un'altra vita". Ma non è ingenuo chiedere un'altra vita quando qualsiasi altra vita ci sia data dovrà poi fare i conti con noi?

Sì, perché un'altra vita non è tanto cambiare vita nel senso di cambiare lavoro, sposarsi o non sposarsi, ma cambiare atteggiamento nella vita. Sai quella canzone che dice "la mattina c'è il traffico, mi sfianca"? ... ecco, si può ancora continuare a vivere in quel modo, ma è l'atteggiamento che deve cambiare. Si può vivere la stessa relazione, ma in un modo diverso. E allora quel modo diventa una nuova relazione.

Cosa ti dà felicità, oggi?

Il tempo coi miei figli mi piace tantissimo. Hanno un'età, adesso, che trovo sia molto divertente. Mi danno felicità le piccole cose: io non sono mai stato un sognatore di grandi avvenimenti, anche una passeggiata di pomeriggio, per esempio, un qualcosa di "rubato", magari, un giorno che ho mezza giornata libera... un gelato, una pizza.... sono ancora legato alle cose piccole, uno spazio per me mi rende felice.

Il tempo assieme ai figli, una passeggiata di pomeriggio, una pizza o un gelato "rubati" a giorni che sono scanditi - come per tutti - dal dover essere all'altezza di ciò che gli altri si aspettano da noi. E allora ben venga un po' di leggerezza, assieme alla compagnia di uno scrittore che ne conosce appieno il valore e non la confonde mai con la sua gemella prosaica, la superficialità. Grazie, Fabio, per averci mostrato le tue carte. Decisamente, non sei un bluff. 

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