Basta! Basta con questa storia del “rosa”, non se ne può più! Oramai siamo nel 2021, aboliamo la categoria di chick-lit: se ne parlava vent’anni fa con Bridget Jones. Ormai credo che anche lei sia in menopausa conclamata
Quando le chiediamo se si riconosce nel genere del “romanzo rosa”, Federica Bosco si tappa le orecchie e inizia a cantare, abbassa lo sguardo sulla copertina del libro che ha in mano e sfoderando il sarcasmo più caustico sentenzia: “qui ho del celeste, del verde, dei girasoli… di rosa non ne vedo”.
Eh sì. A quanto pare abbiamo toccato un tasto dolente.
Con oltre 15 anni di carriera e 21 romanzi all’attivo, Federica Bosco deve aver affrontato decine e decine di interviste e tour promozionali, per cui è comprensibile che l’etichetta di scrittrice di chick-lit inizi ormai ad andarle decisamente stretta.
Non soltanto perché è contraria alla banalizzazione del suo lavoro – “il rosa si associa a qualcosa di estremamente frivolo, ma scrivere un libro non è una passeggiata di salute” – ma anche perché è consapevole che un “romanzo rosa” può racchiudere dentro di sé infinite sfumature di tematiche più o meno cupe. Dal tradimento alla malattia, passando per crisi esistenziali e rapporti malati. E l’ultimo romanzo di Federica, Non dimenticarlo mai (Garzanti, 2021), ne è la prova.
Alternando ironia e malinconia col suo stile inconfondibile, Federica Bosco ci trascina in un crescendo di emozioni e colpi di scena raccontando una storia in cui tutti possiamo riconoscerci, perché e non è mai troppo tardi per prendere una decisione folle, se è quella che ti può rendere felice.
Il libro racconta di Giulia, una quarantanovenne che la mattina del suo compleanno si rende improvvisamente conto che la vita che ha vissuto fino a quel momento non la soddisfa più. La casa è troppo vuota, troppo silenziosa. Lei, che non ha mai voluto un figlio e si è sempre fatta un vanto della propria indipendenza, desidera diventare madre. Un tema che Federica Bosco purtroppo sente molto vicino: “Ogni volta cerco di inventare un personaggio diverso da me, eppure non riesco mai davvero a prendere le distanze”.
La trafila delle cure per la fertilità è già abbastanza complicata di suo, ma ogni viaggio pare più breve se è fatto in compagnia: peccato però che il fidanzato di Giulia sia un uomo fin troppo imprevedibile e umorale. La protagonista finisce così per vivere la propria vita sospesa, continuando a chiedersi se quel giorno Massimo le mostrerà il proprio lato più umano o al contrario sfodererà tutta la propria crudele indifferenza. “Manipolatore” e “anaffettivo” sono i due aggettivi che si prestano forse meglio a riassumerne i tratti caratteriali. Un ritratto non esattamente lusinghiero.
Ma gli uomini sono davvero così inaffidabili? Federica Bosco non ci lascia neanche finire la domanda. A onor del vero, nel libro ci sono anche personaggi maschili che si salvano – dal fratellastro di Giulia al fidanzato-modello Aurelio – ma, si sa, ogni buona storia ha bisogno di un cattivo.
Se non c'è conflitto la storia non sta in piedi. Ma in generale il maschio tossico è estremamente comune. È sempre sotto mentite spoglie: sembra l'uomo perfetto, ha i tuoi stessi gusti e dichiara amore eterno, ma poi ti fa scoprire un inferno che mai sospetteresti, lasciandoti un’amarezza incredibile
Altrettanto lapidario il giudizio su Tinder (“C’è poco da fidarsi, da quel poco che ne so sono tutte foto con gatti, cani e barche, che hanno ben poco a che vedere con la realtà”) e sulla scelta di lasciare Milano, una città che non ha mai sentito come sua.
Tante le ragioni dietro a quel post di Facebook in cui l’autrice tracciava un bilancio della sua esperienza a Milano e levava bandiera bianca. Aperitivi, libri e pilates: poi è imploso tutto, titolarono i giornali, ma anche senza puntare sul sensazionalismo si impara molto dall’esperienza di Federica Bosco.
In primis, riconoscendo la grazia con cui sa ammettere la sconfitta.
“Per Milano non correvo abbastanza, forse non ho più l'età, o non ho il carattere. A quel punto mi sono chiesta: “Io devo passare un altro giorno così, ad aspettare qualcosa che non arriva?”. E così sono ripartita dalla città in cui avevo le mie radici… radici piccole, però c'erano. Adesso le zappetto e le concimo, lì ci sono i luoghi della mia infanzia”.
Firenze è casa, il che vuol dire che devi essere devota e devi starci col cuore: come in tutte le storie d'amore che si rispettino
E se quindi ogni storia, alla fin fine, è una storia d’amore, Federica Bosco non si vergogna a mettere i sentimenti al centro dei propri romanzi: “Scrivo di amicizie, legami, tradimenti… Nei miei libri c'è sempre qualcosa di molto reale, perché poi, in fondo, le nostre vite sono questo”.
Una presa di posizione simile a quella di Sally Rooney (altra scrittrice accusata di scrivere romanzi con un “troppo elevato indice glicemico”), la quale nel suo ultimo libro, ancora inedito in Italia, fa dire al suo alter ego letterario: “Quindi ovviamente in mezzo a tutto questo, mentre le condizioni del nostro pianeta sono quelle che sono, l’umanità sta per estinguersi, eccomi che scrivo un'altra mail su sesso e amicizia. Per quali altre ragioni siamo vivi?”
Altri pelo e contropelo
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Altri libri di Federica Bosco
Di
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| Garzanti, 2018Di
| Vallardi A., 2020Di
| Mondadori, 2016Di
| Mondadori, 2016Di
| Newton Compton Editori, 2013Di
| Mondadori, 2016Di
| Mondadori, 2018Di
| Newton Compton Editori, 2020Di
| Newton Compton Editori, 2020Di
| Newton Compton Editori, 2020Di
| Newton Compton Editori, 2020Di
| Newton Compton Editori, 2014Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
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