Avete presente quei film nei quali un crac a Wall Street prelude a passeggiate sul cornicione fatte da impiegati che - un momento prima di lanciarsi nel vuoto - ripercorrono con la propria mente tutto quel che è accaduto fino a quel momento, nella loro vita?
Su quello che in fondo è solo potrebbe essere soltanto uno scivolone, Lewis costruisce – con un senso dell’equilibrio che ha del miracoloso – un apologo beffardo e una novella perfetta
Ecco: nel romanzo di cui parliamo oggi con Marco Rossari non è un tracollo in borsa a scatenare il riavvolgimento del filo della memoria, ma lo scivolone compiuto dal protagonista, Henry Preston Standish, fuori dalla propria barca.
Un inciampo che lo costringerà a mollo nelle acque dell'oceano, dando a quell'uomo «scialbo come una tela grigia» l'opportunità di riflettere sulla sua vita e sul modo in cui la sua condizione di gentiluomo possa trasformarsi nella peggiore delle iatture. Già: a che vale essere educati come il più perfetto gentiluomo, quando il decoro e la buona educazione ci impediscono perfino di urlare "Aiuto!" con quanta voce abbiamo in corpo, una volta caduti in acqua, per richiamare l'attenzione ?
Humour nero, stile a iosa e tante ficcanti riflessioni su una società che ci fornisce di maschere che, una volta indossate, risulteranno sempre un filo troppo larghe oppure insopportabilmente strette, che in fondo è la stessa cosa.
E tutto scaturisce da uno scivolone, da un inciampo, da un provvidenziale incidente che mette in moto un dispositivo narrativo delizioso, dal quale è bello lasciarsi avvincere nello stesso modo in cui Standish (notare come il cognome del protagonista nasconda una radice - "stand" - che allude alla sua apparente inamovibilità) si lascia avvincere dall'amnio delle acque oceaniche.
Varrà la pena notare come, nella lingua inglese, "scivolone" e "lapsus" sono rappresentati dalla stessa parola: "slip".
E allora - se su uno "slip" è costruita la perfetta architettura di un romanzo che negli ottant'anni passati dalla prima edizione non ha perso un grammo della sua verità, non c'è niente di meglio che parlare di Gentiluomo in mare, del suo sfortunatissimo autore, delle difficoltà e delle sfide che un simile exploit traduttologico comporta con chi se n'è fatto carico in prima persona: il bravissimo Marco Rossari.
Venite a scoprire la nostra intervista, e approfittatene per andare in pelago, lontani da ogni costa conosciuta, assieme a Henry Preston Standish.
Impelagarvi assieme a lui vi piacerà.
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