Quello che i librai non dicono

Gestire un cliente difficile

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Era un sabato mattina, primi di dicembre, appena aperto, le nove passate da poco, ma già due persone in fila alla cassa e un amico che mi aspettava per un veloce caffè appena fosse arrivata la cassiera che da lì a poco avrebbe cominciato a lavorare. Mentre faccio pagare il primo cliente, una signora arriva davanti alla cassa con due copie dello stesso libro e mi dice testuali parole:  “Ma lei i libri li legge prima di consigliarli? Questo fa schifo ed ora in poi vado al Libraccio”.

Non ho nulla contro gli amici del Libraccio di Parma, anzi, sono bravi e ci vado spesso, ma la frase era leggermente pesante, diciamo così. Naturalmente le persone in cassa rimangono stupite e incredule di fronte a tanta rabbia e violenza verbale e mi guardano aspettando la mia reazione alla provocazione. Ma io senza fare una piega né alzare i toni dello scontro, le dico che può capitare che un libro non piaccia e che possiamo tranquillamente emettere un buono, anzi due, per sua comodità, in modo da poterli spendere quando meglio crede.

Premessa necessaria: il libro era stato venduto, letto ed era piaciuto a diversi nostri clienti, aveva ottime recensioni sui giornali. Insomma, non era un libro preso a caso. Alla mia risposta la signora risulta visibilmente spiazzata, pensava che l'avrei mandata a quel paese oppure alzato la voce come aveva fatto lei. Nel frattempo termino di occuparmi degli altri due clienti e poi le emetto i buoni. Lei non ha più possibilità di replica, accetta i buoni senza una parola e se ne va, penso senza avere ottenuto il livello di scontro che si aspettava.

L'amico che mi aspettava per il caffè, mi chiede come io abbia fatto a mantenere una calma olimpica da tiro con l'arco di fronte a una simile maleducata. Sta di fatto che, dopo pochi giorni, il marito della signora, cliente storico della libreria, viene e mi dice di non preoccuparmi, spiegandomi che sua moglie ha un carattere "fumantino" e si arrabbia per niente. Lo rassicuro che da parte mia non c'è nessun problema.

Qualche giorno dopo la signora entra con i buoni in mano e mi chiede: “Posso entrare nella “sua“ libreria?” Ora, forse questo esempio può servire più di lezioni in aula con simulazione: se abbiamo coscienza e identità del nostro mestiere possiamo risolvere a nostro favore le situazioni con clienti difficili, che capiranno quanto l'educazione e le parole debbano essere usate sempre nel modo appropriato.

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