Pro e contro della professione del libraio

Da piccolo ho sempre voluto fare il libraio. O meglio da principio avrei voluto fare l’edicolante, perché i fumetti erano l’unico veicolo di lettura che conoscevo. Ma appena ho avuto fra le mani il mio primo vero libro (I pilastri della terra – Ken Follett 1989, avevo 11 anni) ho capito che fare il libraio sarebbe stato il mio lavoro, senza dubbio. Il libraio, come tutti i lavori, del resto, è un mestiere che presenta pro (molti) e contro (pochissimi).

Uno dei rari “contro” è che nessuno ti regala mai un libro. Prima che intraprendessi questa strada ricevevo in regalo tantissimi libri in ogni occasione (compleanni, onomastici, Natale…) dalle persone a me care che conoscevano la mia passione per la lettura. Ma da ormai 16 anni a questa parte ho dovuto rinunciare a questa gioia.

Un giorno in libreria ne parlai con uno dei miei clienti preferiti, Geppino, un anziano docente universitario in pensione col quale mi piace spesso confrontarmi sugli autori, sui romanzi classici, sulle novità letterarie. Ha una mente lucidissima e arguta nonostante l’avanzare inesorabile dell’età. Quando gli palesai la mia delusione nel non ricevere libri in regalo mi mostrò un dolcissimo sorriso sornione, mi salutò con affetto come al solito ed andò via.

Il giorno dopo ero di turno in cassa e dalla fila ecco spuntare Geppino, due libri in mano e tessera fedeltà pronta ad essere utilizzata. Procedo all’emissione dello scontrino e mi chiede una penna. Gliela porgo, scrive una dedica sulla prima pagina di uno dei libri (Patria, di Fernando Aramburu), lo chiude, me lo porge, mi sorride con la solita cortesia e va via con l’altro libro sottobraccio.

Apro il libro e leggo la dedica “A Valerio, libraio, amico e sognatore. Elimina un altro ‘contro’ dalla lista dell’essere libraio”.