Il predicatore

In quel periodo lavoravo alla libreria della stazione Santa Maria Novella di Firenze. Per una scommessa fatta con la mia direttrice, decisi di attuare un’idea che mi era balenata in testa da tempo: attirare l’attenzione dei clienti raccontando un libro con semplicità e sentimento, presentandomi come un libraio frizzante e appassionato. Una sorta di flashmob al singolare, un attimo di magia per “disturbare la routine” del lettore.

Presi coraggio e una volta salito su uno sgabello di ferro, quelli usati per prendere i volumi dagli scaffali più alti, iniziai a esporre a una decina di clienti increduli il libro che stavo leggendo in quel momento: “Lo zen e il tiro con l’arco” di Herrigel (Adelphi). Con in libro in mano e il cuore in gola continuai a dar voce a quelle pagine tanto amate. Conclusi confessando di come fosse stato illuminante capire che quando si mira al bersaglio bisogna prima esser capaci di farsi arco, perché saremo sempre noi il centro a cui la freccia punterà. Il paradosso aumentò l’attenzione e anche il numero delle persone presenti!

Un sorriso quasi incoraggiante si delineò sui loro volti ancora basiti.

Ero certo che quella sera avrebbero raccontato di aver conosciuto un libraio Feltrinelli con qualche rotella fuori posto!

Alla fine mi scusai educatamente per i minuti rubati, ma ero davvero felice di aver condiviso tante emozioni. Ancora sul piedistallo, sentii partire un caloroso applauso, soprattutto dai colleghi che nulla sapevano di quella mia improvvisazione.

Fu un successo inatteso. L’incarnazione di un vero e proprio “instant book”.

Quel titolo proclamato in pochi di minuti su un panchetto, come fanno quei predicatori di strada di qualche film americano, spinse diversi  clienti incuriositi a comprarlo.

Vinsi la scommessa: una pizza e una birra, ma soprattutto ebbi la conferma di amare il mio lavoro più di ogni altra cosa!