L’8 marzo si celebra la giornata della donna, ma è bene ribadire una volta in più che – a dispetto di mazzetti di mimose e bigliettini d’auguri – non si è mai trattata di una festa, bensì di una ricorrenza che ogni anno può essere un utile spunto per riflettere sul livello a cui sia giunta la faticosa marcia per i diritti e l’emancipazione femminile e quali ostacoli debba ancora fronteggiare, al giorno d’oggi, quello che da millenni dimostra di non essere il sesso debole.
L’8 marzo non è che una data simbolica, storicamente inesatta (il famoso incendio che vide la morte di centinaia di operaie si verificò infatti il 25 marzo 1911), eppure è emblematico si sia voluta legare questa ricorrenza alla figura della donna lavoratrice: un segno dei tempi, la riprova che a inizio secolo, complice il primo conflitto mondiale e la leva obbligatoria, nel vecchio continente ci si stava rendendo conto che il ruolo del genere femminile poteva essere determinante anche in ambito industriale ed economico. Superati i confini che volevano la donna come angelo del focolare, incatenata al ruolo di moglie e madre (e nella maggior parte dei casi cuoca e sguattera), la famiglia inizia a problematizzarsi. C’è voluto un secolo, ma oggi la maternità non è più considerata la realizzazione del naturale destino del genere femminile, ma è entrata al centro di dibattiti come quello sulle terapie della fertilità, l’aborto e il congedo parentale. Madri mancate, madri che non volevano essere madri, madri che vorrebbero fare le madri ma hanno paura che il loro posto di lavoro non sarà più lì ad aspettarle: alle soglie nel XXI secolo ci si è finalmente resi conto che avere un figlio non è una questione da prendere così a cuor leggero e i riflettori si sono spostati su tutti i problemi connessi alla maternità.
La figura della donna è cambiata anche solo a livello di immaginario sociale, prova ne siano le cartine tornasole dei consumi culturali: dai libri con protagoniste donne (ne consigliamo qualcuno qui) o sul femminismo ai podcast dedicati alle grandi personalità al femminile del passato, passando per le kermesse musicali e le serie tv, come quella dedicata alla prima avvocatessa italiana Lidia Poët (ne parliamo qui).
Nella società odierna la donna si sente spesso come se dovesse motivare lo spazio che occupa nel mondo, forse perché dopo secoli a cercare di conquistarsi “una stanza tutta per sé” ci si è finalmente rese conto che per portare avanti un cammino volto alla piena parità con il genere maschile bisogna lottare centimetro dopo centimetro.
Dal diritto al voto (1946) al diritto all’aborto (1978), dalla nascita del movimento #MeToo (2017) alle odierne battaglie per istituire il reato di femminicidio: la conquista dei diritti non è stata lineare, e ancora oggi si è lungi dall’aver raggiunto una piena emancipazione, ma si sta assistendo a una sempre maggiore sensibilità nei confronti di questa tematica.
Per questo proponiamo una bibliografia ragionata di testi dedicati alla giornata internazionale della donna: dalle testimonianze di alcune femministe di ieri e di oggi a saggi più approfonditi, dai racconti edificanti rivolti alle donne di domani ai pilastri della letteratura al femminile.
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