Un mare di libri

Giornata mondiale della natura selvaggia: i libri per raccontarla

Illustrazione di Eva Pieroni Harouach, 2023, studentessa del Triennio in Graphic Design e Art Direction, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti  

Illustrazione di Eva Pieroni Harouach, 2023, studentessa del Triennio in Graphic Design e Art Direction, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti  

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto

Henry David Thoreau

Che poi, Thoreau non viveva proprio nella natura selvaggia. Negli Stati Uniti, la sua, è una delle filosofie più apprezzate, e anche se è nata ad appena due chilometri dalla casa dell’amico Ralph Waldo Emerson, che lo ospitava nella sua tenuta per queste mattane improvvise, Walden, ovvero vita nei boschi rimane uno dei libri più interessanti sul rapporto tra uomo e natura. E nella Giornata mondiale dedicata proprio alla natura selvaggia, non potevamo che partire da lì – partiamo da vicino, certo, come Thoreau, ma vediamo fin dove possiamo arrivare.

Ora, in questa capanna costruita sulle rive del lago Walden, appunto, Thoreau si trovò di fronte a una rivelazione, che a noi pare banale, forse, ma che non lo era fino a pochi – pochissimi – anni fa. Aveva capito, in modo un po’ epicureo, che gli esseri umani non hanno bisogno di grandi città, auto di lusso e smartphone di ultima generazione (questo per rendere l’idea, perché nel 1845 c’era giusto il telegrafo), ma la felicità la si può trovare anche, o per meglio dire, soltanto, quando ci si libera di tutto questo e si ritorna alla propria dimensione selvaggia. E perché questa rivelazione ha avuto tanto seguito? Oggi sappiamo fin troppo bene che lo stress, la nevrosi, l’ansia da prestazione derivano tutti dalle produzioni sociali umane: il lavoro, il desiderio consumistico frustrato, l’ambizione all’eccellenza.

Possiamo riassumere – e semplificare di molto, moltissimo – la questione come segue: fino ad allora, gli esseri umani hanno cercato in ogni modo di piegare la natura al proprio volere. Cioè, in poche parole, la natura era nemica dell’uomo. Sembra l’inizio di qualche racconto biblico, ma non è così, e se ci pensate, vi renderete conto che è qualcosa che si avvicina molto alla verità. Per secoli, abbiamo combattuto disarmati contro animali feroci, calamità naturali ed ecosistemi ostili. Poi, in pochissimo tempo, abbiamo strappato al selvaggio tutto ciò che potevamo: cosa c’è di naturale che all’uomo fa ancora davvero paura? Al di là delle catastrofi sporadiche (oggi non così tanto, a dirla tutta) ma che non costituiscono un pensiero costante, cosa rimane di selvaggio, intorno a noi?

Lo spazio è civilizzato se, anche senza conoscerlo dall’interno, non vi corro rischi

Baptiste Morizot, La pista animale

Tutto questo affaccendarsi per allontanare la natura, ovviamente, non ci ha fatto né ci fa granché bene. Con ciò Thoreau – e io con lui – non vuol dire che il progresso e l’innovazione tecnologica non abbiano fatto un lavoro strabiliante nel migliorare molti aspetti delle nostre vite, che in tempi non sospetti finivano per un banale raffreddore. Eppure, per sfuggire a un pericolo che ci inseguiva da un lato, siamo finiti tra le fauci di un’altra belva, che è quella, guarda un po’, dell’assenza più totale del selvaggio nelle nostre esistenze.

La razionalità ha vinto, la società è perfetta nei suoi ingranaggi e tutto, se va come deve andare, funziona a meraviglia. E allora perché percepiamo la mancanza di qualcosa? Anche qui, è colpa di Thoreau: nel suo libro, anche se ci invita a recuperare una vita a contatto con la natura, e lontano dalle costrizioni insensate della società umana, mette in ogni caso l’una contro l’altra. Ovvero, fa quel che si è sempre fatto per secoli, considerare la natura un oggetto affatto diverso dall’umano. Ma se continuiamo a pensarla così, ahinoi, la natura selvaggia rimarrà qualcosa di molto simile alla Gioconda di Leonardo: buona per un selfie quando si è di passaggio per Parigi, ma chiusa dietro una teca e dentro un museo, finita e immobile.

E qui ci viene in aiuto un altro grande autore che ha parlato del nostro rapporto con la natura selvaggia. Che ha detto, in soldoni, che questa benedetta natura non esiste, smettiamola di parlarne come se fosse il boschetto di palme che sta fuori dal nostro villaggio turistico: la natura è noi. Per esprimere questo concetto meglio di quanto sia fatto qui, Baptiste Morizot ha recuperato un termine antico ma efficace: «inforestarsi». Dobbiamo inforestarci, tornare a essere parte di una foresta che sta, per estensione, per quella che fino a ora abbiamo chiamato natura.

E sentite la portata di questo nuovo termine? Ha a che fare con l’immergersi. Quando ci immergiamo nel mare siamo circondati, avvolti dalle onde, non ne siamo in alcun modo fuori, ne siamo parte. Ecco, così è l’inforestarsi. Stare nella natura come parte di essa, una parte fondamentale, anche se un po’ confusa su quel che con la natura deve fare. Nella nostra bibliografia troverete i libri che più di tutti ci hanno fatto capire cosa significa inforestarsi. E sì, troverete anche Thoreau, perché da lì si comincia comunque.

Legenda
Com'è profondo il mare (della conoscenza)
I nostri livelli di approfondimento:

LIVELLO 1

Per chi ha appena imparato a nuotare fra i libri

LIVELLO 2

Per chi è capace di andare a stile libero

LIVELLO 3

Per chi non ha paura di immergersi nella profondità del sapere

Gli altri mari di libri

La posta della redazione

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Per chi ha appena imparato a nuotare fra i libri

Quattro passi al parco, per cominciare

Walden. Vita nel bosco

Di Henry David Thoreau | Feltrinelli, 2014

Nelle terre estreme

Di Jon Krakauer | Corbaccio, 2022

Una passeggiata nei boschi

Di Bill Bryson | Guanda, 2016

Come pensano le foreste. Antropologia oltre l'umano

Di Eduardo Kohn | Nottetempo, 2021

Natura. Ediz. integrale

Di Ralph Waldo Emerson | Ortica Editrice, 2021

Per chi è capace di andare a stile libero

Per addentrarsi nel bosco

Pellegrinaggio al Tinker Creek

Di Annie Dillard | Bompiani, 2019

Underland. Un viaggio nel tempo profondo

Di Robert Macfarlane | Einaudi, 2020

Il richiamo della foresta-Bâtard-Preparare un fuoco

Di Jack London | Feltrinelli, 2015

La via del bosco. Una storia di lutto, funghi e rinascita

Di Litt Woon Long | Iperborea, 2019

Il sussurro del mondo

Di Richard Powers | La nave di Teseo, 2019

Elogio della terra. Un viaggio in giardino

Di Byung-Chul Han | Nottetempo, 2022

La foresta di perle. Come ritrovare il nostro contatto con la Madre Terra

Di Franco BerrinoEnrica Bortolazzi | Solferino, 2022

Per chi non ha paura di immergersi nella profondità del sapere

Le meraviglie nel folto della foresta

Antartico

Di Francisco Coloane | Guanda, 2016

Orso

Di Marian Engel | La Nuova Frontiera, 2019

La nazione delle piante

Di Stefano Mancuso | Laterza, 2019

L' imitazione di una foglia che cade

Di Luca Doninelli | Aboca Edizioni, 2020

Isole dell'abbandono. Vita nel paesaggio post-umano

Di Cal Flyn | Blu Atlantide, 2022

Tundra e Peive

Di Francesca Matteoni | Nottetempo, 2023

Invisibile meraviglia. Piccole lezioni sulla natura

Di Susanna Tamaro | Solferino, 2021

La rete invisibile della natura

Di Peter Wohlleben | Garzanti, 2021

Paese dalle ombre lunghe

Di Hans Ruesch | Einaudi, 2021

Oltre il confine

Di Cormac McCarthy | Einaudi, 2014

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