Era il 15 aprile del 1874 quando a Parigi venne inaugurata una mostra nel laboratorio del fotografo Nadar al 35 di Boulevard des Capucines. Trentuno giovani artisti si riunirono per esporre le proprie opere, che andavano contro le regole della pittura classica e tradizionale che animava le sale del Salon.
Monet, Renoir, Degas, Morisot, Pissarro, Sisley e Cézanne - e altri ventiquattro, di cui solo sette poi divennero famosi internazionalmente - stavano dando vita all'Impressionismo.
Nessun altro artista, a parte William Turner, si è sforzato tanto quanto Claude Monet (1840–1926) di rappresentare efficacemente la luce stessa sulla tela.
Luoghi di lavoro en plein air, colori vividissimi, contrasti e ombre insolite; soggetti della vita contemporanea e quotidiana, cambiamenti di luce e movimento sulla tela. Una costante ricerca, appunto, dell'impressione: primaria, fondativa, ancestrale. Un nuovo innovativo stile che non incontrò subito i favori dell'accademia e degli altri pittori contemporanei, ma che suggerisce una interessante direzione - tutta nuova - a quel momento storico della Francia della seconda metà dell'Ottocento.
La storia dell'arte non sarebbe più stata la stessa e quest'anno, in occasione del 150° anniversario dalla nascita del movimento, in tutta la Francia si terranno delle iniziative e celebrazioni dei protagonisti e delle loro opere.
La presente pubblicazione è dedicata ai protagonisti e alle opere dell'impressionismo. La pittura francese degli ultimi vent'anni dell'Ottocento conobbe una stagione decisiva per gli sviluppi dell'arte contemporanea: l'affermarsi e il prendere forma di una nuova corrente: l'impressionismo.
In particolare, il Musée d'Orsay organizza quest'anno una grande esposizione impressionista in collaborazione con il Musée de l’Orangerie e la National Gallery of Art di Washington.
La mostra, che inizia oggi 26 marzo 2024 e sarà aperta fino al 14 luglio, ha il titolo Parigi 1874. L’istante impressionista e proporrà un percorso alla riscoperta delle origini dell’Impressionismo attraverso 130 opere, tra cui ritroveremo proprio quelle esposte 150 anni fa nello studio di Nadar.
Quando nel 1946 compare la prima edizione, "La storia dell'Impressionismo" è subito celebrata per la straordinaria semplicità espositiva, l'uso di fonti primarie e l'abilità nel ricostruire fin nei minimi particolari le vicende che culminano nella prima mostra impressionista del 1874.
Il museo, che ospita una delle più ricche collezioni di opere impressioniste, metterà a confronto le 130 opere della collezione con i corrispettivi dipinti che negli stessi anni venivano esposti al Salon, e di cui divennero protagonisti. Una messa a confronto interessante sulle due diverse traiettorie prese dagli artisti di quel periodo storico così ricco e vivace.
Marco Goldin continua la sua ricognizione critica e storica sull'arte internazionale del XIX secolo in una inedita storia dell'arte dell'Ottocento, tra Europa e America, costruita inseguendo il tema, decisivo, della natura.
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