"Immagina, mio caro amico: sotto la mia finestra, c'era un declivio lungo quattro miglia che finiva nel mare e che si estendeva, da entrambi i lati, per sei o sette miglia. Questa collina era coltivata, a tratti, a vigna e, a tratti, a ulivi e mandorli e vi si trovavano i cereali migliori che il sette aprile sono nella piena fioritura. Inoltre, è possibile trovarci gli ortaggi più saporiti e tutti i possibili frutti della terra. I limiti della proprietà sono segnati da siepi di aloe e da piante di fichi d'india; centinaia di usignoli allietano l'aria col loro canto. In questi campi meravigliosi scoprii il tempio ben conservato che è chiamato di Giunone Lacinia, quello intatto della Concordia, i resti di quello dedicato ad Ercole e le rovine del tempio di Giove"
Immagina. Quante storie cominciano con questa semplice esortazione?
Per un momento, allora, immaginiamo di essere noi l’amico cui il viaggiatore e scrittore tedesco Johann Hermann von Riedesel rivolge l’invito a seguirlo con la fantasia, quel sette di aprile 1767.
Agrigento, l’antica Akragas, si stende ai nostri piedi, e non sappiamo dove posare lo sguardo.
La fertile vallata che si stende ai piedi della roccia sulla quale è edificata la città è una tavolozza che dai toni del verde brillante sfuma nel blu lapislazzuli del mare, pochi chilometri più in basso.
La vista che si gode da Viale della Vittoria - assieme a Via Atenea una delle passeggiate favorite degli agrigentini - è libera di posarsi sulle cose in lontananza, come una farfalla che scelga il fiore su cui planare senza sforzo.
Oltre la Valle, dirigendosi verso il mare di San Leone, il lido di Agrigento, è una rotatoria ad immettere gli automobilisti dentro un'arteria ad alta densità letteraria che unisce Pirandello, Rosso di San Secondo, Russello, Sciascia, Tomasi di Lampedusa e Camilleri: è la strada statale 640, precedentemente chiamata “di Porto Empedocle” e oggi rinominata “Strada degli Scrittori” in onore dell’itinerario che ripercorre i luoghi vissuti e amati dagli scrittori siciliani e quelli che hanno fatto da cornice ai loro romanzi.
Percorriamone assieme un tratto, dunque, e scopriamo cosa ci riserverà il viaggio!
La vite maestra da cui tutti i tralci germogliano è Luigi Pirandello: senza un’approfondita conoscenza del Premio Nobel per la letteratura 1934, è impossibile capire la fioritura di scrittori che da queste parti ha avuto luogo.
Pirandello non è solo il poeta dell’io e delle sue maschere: è dal suo teatro e dalle sue novelle che germina una nuova coscienza nella letteratura del Novecento.
Una coscienza che forse non avrebbe potuto esprimersi altrettanto compiutamente che qui, in una terra che è l'autentica quintessenza delle splendide e ricchissime contraddizioni siciliane.
"Nella tua vita incontrerai molte maschere e pochi volti", recita una delle citazioni pirandelliane più in voga sui social network. Ma sotto la superficie assertiva e un po' moralista del motto, s'intuisce la tensione psicologica che deriva all'uomo nuovo di cui Pirandello è il massimo cantore.
"Persona" è parola di origine probabilmente etrusca; in quella lingua significava "maschera", e solo col tempo venne a designare l'individuo di cui oggi è sinonimo. Ma il ruolo sociale che ciascuno è tenuto a indossare, come fosse una maschera, non riesce sempre a dissimulare le pulsioni più autentiche dell'io che al di sotto di quello si agita, e che ogni tanto emerge in tutta la sua enigmatica volitività. Altro che sei personaggi in cerca d'autore! Dentro ognuno di noi, di personaggi che chiedono le luci della ribalta ce ne sono uno, nessuno e centomila.
Al Caos, località facilmente raggiungibile da Agrigento, è bello camminare fra le stanze della casa museo Pirandello, respirando l'aria che lo scrittore respirava durante i suoi lunghi soggiorni e provando a immaginare come gli stessi orizzonti da lui rimirati abbiano plasmato, anni dopo, la sensibilità di un altro grande scrittore.
Per la prima volta in un unico volume, si presentano questi tre "capitoli" di un discorso unitario sul rapporto tra teatro e vita, sulla follia dell'esistenza, con una ricca appendice che fa la storia dei singoli testi, note chiare, e un'introduzione alla filosofia, e all'attualità, di Pirandello.
Sì, perché la Vigata nella quale in tanti abbiamo seguito i passi del commissario più pirandelliano che ci sia, Andrea Camilleri l'ha modellata sulle fattezze urbanistiche della sua natìa Porto Empedocle.
Cittadina questa della quale, dalle finestre di casa Pirandello al Caos, s'intuisce la skyline (invero piuttosto greve) di ciminiere e carriponte a lambire la costa, tributo a uno sviluppo urbanistico e industriale troppo precipitoso e che non ha saputo fondersi armoniosamente con il paesaggio.
Lo stesso paesaggio che solamente pochi chilometri più a ovest rende possibile un unicum come la Scala dei turchi, o la riserva naturale di Torre Salsa. Ma nella prodigiosa vena affabulatoria che Camilleri ha mostrato di possedere - tanto nei suoi romanzi con protagonista Montalbano quanto in quelli "storici" - la contraddizione fra una natura siciliana ubertosa e materna e la cultura ricca di chiaroscuri che da quella è scaturita è spesso il motore più profondo delle storie. Proprio come scopriremo a Racalmuto, una ventina di chilometri verso l'interno.
A partire da un «grumo» di notizia riguardante la proclamazione di un proprio re, nel 1718, da parte del popolo di Agrigento in rivolta, lo scrittore inventa la biografia di Michele Zosimo, il Re contadino, e la sviluppa come un cuntu, sullo sfondo una quantità di storie fantasiose e di personaggi colorati.
Racalmuto porta nel suo nome una radice araba: "Rahal Maut" significa infatti "villaggio dei morti", perché quando gli arabi vi giunsero, trovarono la popolazione quasi sterminata dalla peste.
Di altre pesti e plaghe sociali avrebbe scritto, secoli dopo, un grande scrittore di impegno civile: Leonardo Sciascia, la cui presenza ancora è viva, da queste parti, e il cui spirito finissimo alcuni continuano ad evocare attraverso il soprannome col quale Sciascia era chiamato in vita dagli amici: Nanà.
L'autore de Il giorno della civetta, Todo Modo, L'affaire Moro e di tanti romanzi profondamente politici non è mai davvero andato via da qui, per il modo peculiare e inconfondibile con cui ha saputo tratteggiare alcuni dei caratteri, delle virtù, dei vizi, delle passioni e delle idiosincrasie proprie della sua terra, riuscendo a distillarne una verità universale.
Nei siciliani di Sciascia vediamo anche noi stessi,
E Racalmuto è trasfigurata allora magicamente in Regalpetra, città-mondo le cui immobilità millenarie sono lo specchio di una condizione che è interamente italiana, collocandosi politicamente nel tempo in cui si esprime ed essendo ugualmente fuori da qualsiasi tempo. Con Sciascia, incontrando la sua statua lungo il corso di Racalmuto, accanto ai bar, le panchine, le chiese e le case che per la maggior parte della vita di Nanà furono il suo orizzonte visibile, prendiamo congedo da questa terra meravigliosa e ci prepariamo a ritrovarne la grandezza e le miserie, gli splendori e gli abissi nelle tante pagine che i suoi scrittori ci hanno regalato e che - ne siamo certi, a questo punto - continueranno a regalarci.
Giusto però dedicare un ultimo, breve capitolo di questo nostro approfondimento alla Valle dei Templi, che resta il motore primo di molte visite ad Agrigento.
La Valle dei Templi è per Agrigento una sineddoche: la parte più inconfondibile e iconica per un tutto che a volte ha sofferto di una ingiustificata scarsità di rappresentazioni, in ambito narrativo e documentario.
A partire dagli anni Sessanta, e in particolar modo dopo una frana dalle disastrose conseguenze che mise a nudo il problema dell'abusivismo edilizio, Agrigento è stata spesso inquadrata sullo sfondo del Tempio di Minerva come schiacciata da teleobbiettivi potentissimi che - appiattendo le distanze - volevano sottolineare l'incauta promiscuità delle case e lo sviluppo urbanistico incontrollato di quella parte di Mezzogiorno. Ma Agrigento è molto più di questo. C'è così tanto, da scoprire: e la Valle dei Templi è il miglior modo per entrare attraverso la porta di una classicità trionfante in una terra che sa stregare e ammaliare non tanto e non solo nonostante le sue contraddizioni, ma spesso proprio in virtù di quelle.
Testimonianza unica del retaggio della presenza greca in Italia (… ma attenzione! La definizione Magna Grecia si riferisce solamente all'Italia peninsulare), parco archeologico più grande d'Europa, la Valle ha bisogno di tempo e di condizioni favorevoli per essere visitata e compresa come merita. Nella consapevolezza che spesso il turista difetta dell'uno e sulle altre non può fare affidamento a priori, ecco qualche consiglio di lettura per arrivare preparati all'incontro con la meraviglia che - inevitabilmente - questa meraviglia del mondo classico suscita in chiunque ami il bello e sappia riconoscerlo.
Il volume racconta la lunga storia del sito archeologico e ne illustra i principali monumenti, anche alla luce delle scoperte più recenti.
Ti potrebbero interessare
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Di
| Adelphi, 2002Di
| Feltrinelli, 2013Di
| Mondadori, 2020Di
| Feltrinelli, 2014Di
| Sellerio Editore Palermo, 2021Di
| Adelphi, 2000Di
| Feltrinelli, 2017Di
| Sellerio Editore Palermo, 2018Di
| Sellerio Editore Palermo, 2009Di
| I Buoni Cugini, 2021Di
| Donzelli, 2019Di
| Passigli, 2011Di
| ilmiolibro self publishing, 2012Di
| Sellerio Editore Palermo, 2018Di
| Atesa, 2009Di
| Sellerio Editore Palermo, 2006Di
| Sellerio Editore Palermo, 2022Di
| Sellerio Editore Palermo, 1997Di
| Sellerio Editore Palermo, 2019Di
| Sellerio Editore Palermo, 2003Di
| Sellerio Editore Palermo, 2023Di
| Sellerio Editore Palermo, 2000Di
| Sellerio Editore Palermo, 2018Di
| Sellerio Editore Palermo, 2001Di
| Sellerio Editore Palermo, 2017Di
| Sellerio Editore Palermo, 2015Di
| Sellerio Editore Palermo, 2018Di
| Adelphi, 2002Di
| Adelphi, 2000Di
| Adelphi, 2004Di
| Adelphi, 1990Di
| Adelphi, 1994Di
| Adelphi, 1987Di
| Adelphi, 1991Di
| Adelphi, 2003Di
| Adelphi, 2020Di
| Adelphi, 2017Di
| Adelphi, 1991Di
| Feltrinelli, 2013Di
| Feltrinelli, 2013Di
| Feltrinelli, 2014Di
| Feltrinelli, 2017Di
| Mondadori, 2021Di
| Mondadori, 2020Di
| Garzanti, 2004Di
| Mondadori, 2021Di
| Mondadori, 2021Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente