Il compito dell’editore attraverso la propria opera e le proprie fatiche è quello di creare un mondo migliore
Il 21 dicembre, in prima serata su Rai1, andrà in onda la docufiction Arnoldo Mondadori, i libri per cambiare il mondo, il racconto della vita e del lavoro di uno dei più grandi imprenditori dell’industria editoriale italiana. Per i suoi modi accomodanti e la voce con cui doppiava da ragazzo i film muti nei cinema mantovani, Mondadori si era guadagnato il soprannome di Incantabiss, l’incantatore di serpenti. Un modo per rendere omaggio a quella grande educazione e allo stesso tempo all’infallibile fiuto che lo contraddistinguevano in qualsiasi cosa facesse.
Nato a Poggio Rusco, nell’Oltrepò mantovano, il 2 novembre 1889, il piccolo Arnoldo era figlio di gente povera e umile, ma possedeva la sensibilità che poi l’avrebbe guidato a creare il proprio gioiello editoriale. La serie tv ripercorre la vita da questi inizi, appunto, passando per la scoperta di Gabriele D’Annunzio, le guerre, e il boom economico. Sullo sfondo, infatti, c’è un’Italia attraversata da profondi e drastici mutamenti, spesso violenti, che determinano di volta in volta le direzioni imprenditoriali di Mondadori e ne plasmano la visione.
Nei panni dell’editore c’è Michele Placido, di suo figlio, Arnoldo, Flavio Parenti, e in quelli di sua moglie, Andreina Monicelli, invece, Valeria Cavallo. Il cast ha girato tra Roma, Torino e il Lago Maggiore, dove Mondadori era uso ospitare in villa scrittori e amici editori, ma intorno alla finzione narrativa ruotano i personaggi della scena intellettuale che oggi lo ricordano personalmente: da Gianrico Carofiglio al nipote Luca Formenton, fino a Ginevra Bompiani. Un alternarsi di verità e finzione per ricostruire la complessità dell’uomo dell’imprenditore che si è fatto da sé.
Non sarà solo una biografia, quindi, per quanto i due aspetti – vita privata e lavoro – siano stati indissolubilmente legati, ma anche una panoramica di quelle innovazioni editoriali che hanno portato Mondadori all’apice del successo e che hanno al contempo permesso al nostro paese un incremento vasto e notevole della lettura. L’introduzione dei periodici, per esempio, portò un grande valore all’azienda, così come l’edizione delle opere di alcuni tra i più importanti autori rientrati poi successivamente nel nostro canone letterario. E poi gli Oscar, i cosiddetti «libri transistor», oggetti editoriali talmente avanguardistici da essere studiati ancora oggi come un caso eccezionale, così come i Gialli.
La serie sarà, insomma, un’occasione per immergersi nel mondo dei libri e della lettura e ammirare come un grande personaggio dell’editoria italiana ha saputo rivoluzionarlo.
In questa biografia del grande editore e imprenditore, Enrico Decleva racconta una pagina dell'industria culturale, la creazione di un mercato di massa per libri e riviste in un secolo fitto di importanti cambiamenti sociali
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