A Napoli, nelle periferie come nel centro, il lavoro delle donne è spesso messo in un angolo, considerato secondario, basso, minore per definizione, quindi diventa meno retribuito, meno tutelato, meno ascoltato
Tre inchieste in tre città italiane, Napoli, Roma e Taranto, con l’obiettivo di capire il mondo del lavoro degli Under30 qui e nell'Italia tutta: Fondazione Feltrinelli, in collaborazione con The Adecco Group, dà così il proprio contributo per mettere in luce un problema ormai endemico della nostra società. Tra frustrazione e sfiducia, i giovani non riescono ad accedere al mondo del lavoro, e da qui nasce un desiderio di fuga, una forza centrifuga che costringe ad allontanarsi per non restare a mani vuote o in condizioni precarie e insensate. Per rendere le inchieste ancora più vive e più vicine a chi ne è l’oggetto, Fondazione Feltrinelli organizza tre incontri nelle librerie del Gruppo per dare testimonianza diretta degli ostacoli cui va incontro chi si affaccia per la prima volta al lavoro. Il 9 novembre a Napoli, il 15 a Roma e il 6 dicembre a Taranto (il programma completo è alla fine dell’articolo o sul sito della Fondazione, fondazionefeltrinelli.it).
Analizzare, descrivere, raccontare la condizione delle donne nel mondo del lavoro napoletano è un lavoro articolato che non può esaurirsi in queste righe. Ma un viaggio tra le diverse realtà della città può aiutare a svelare almeno una parte del quadro generale
La prima inchiesta titola Quote rosa, lavoro nero. Napoli, tra economia sommersa e disparità di genere. Il tema è più che chiaro e cogente. Se infatti in altre città metropolitane, come Milano, Torino, Roma «il mondo del lavoro è ancora diseguale sulla faglia del genere, ma alcuni aspetti dell’imprenditoria e del mercato sembrano voler e poter colmare il gender gap», a Napoli questa realtà è ancora ben lontana. La mentalità stessa – si legge nell’inchiesta e raccontano le testimonianze presenti – impedisce alle donne di voler lavorare, persino: il lavoro è un «piano b», un «intralcio, quasi», e non è solo questione dei quartieri periferici e provinciali. È un fenomeno presente anche, e soprattutto, forse, nelle università, dove «3 cattedre su 4 sono affidate a uomini» e dove le donne abbandonano troppo spesso la carriera scientifica e accademica.
Oltre all’emergenza sanitaria e a un fatto culturale, la disoccupazione femminile a Napoli è anche determinata dalla geografia metropolitana: i quartieri sono percepiti come pericolosi, sono difficili da raggiungere, e non esistono mezzi pubblici per spostarsi agilmente da un luogo all’altro. Perciò il tasso di occupazione cala – «il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni è molto basso, al 41,3%» – mentre i desideri e le ambizioni di riscatto e rinascita permangono. Ma, a differenza che altrove, «Napoli è invece caotica e immobile, la sua evoluzione è lenta, stanca, fuori sincro rispetto alle altre grandi città europee e italiane: i fattori di crescita che guidano le metropoli, qui sono sopraffatti da limiti e ostacoli antichi».
Non esiste, si dice nell’inchiesta, una soluzione facile, né unica. Ma l’obiettivo dei lavori dell’osservatorio Feltrinelli non è questo, quanto far emergere una criticità di cui si parla ma con scarsa consapevolezza. Cosa significa non lavorare e non poterlo fare? Cosa essere conchiusi in una sorta di stereotipo diffuso che poi diventa realtà? Cosa vivere in una città dove ci si sente abbandonati, nonostante tutti gli sforzi, nonostante tutto l’impegno?
La Napoli del presente è quella che si vede e si conosce attraversando le sue strade. Non è detto che la Napoli del futuro debba essere uguale
Giovani senza mercato, mercato senza giovani: gli eventi
9 novembre, 18.30, libreria Feltrinelli di piazza Martiri a Napoli: Quote rosa, lavoro nero. Intervengono Alessandro Cappelli, giornalista di “Linkiesta” e autore dell’inchiesta sulla città, Giustina Orientale Caputo e Antonella Liccardo, docenti all’Università Federico II. Modera Marilicia Salvia, di “Il Mattino”.
15 novembre, 18.30, libreria Feltrinelli di largo Argentina a Roma: Di ruolo precario. Intervengono Lidia Baratta, giornalista di “Linkiesta” e autrice dell’inchiesta sulla città, Andrea Ciarini, docente alla Sapienza, e Alessandra Spagnolo, Public Sector Director di The Adecco Group Italia.
6 dicembre, 18.30, Taranto: Un futuro oltre l’acciaio. Taranto, tra disoccupazione giovanile e nuovi orizzonti di sviluppo.
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