La redazione segnala

Le scrittrici che hanno saputo raccontare il rapporto fra le donne e il male

Illustrazione digitale di Cecilia Viganò, 2023

Illustrazione digitale di Cecilia Viganò, 2023

Tesoro, essere una strega non significa indossare un cappello a punta, cavalcare una scopa o avere una verruca sul naso. Significa essere una donna che non vuole padroni. Una donna con un potere. È per questo che le hanno dato fuoco. Hanno cercato di ridurre in cenere il suo potere, perché una donna che dice più di quello che dovrebbe fare, è una donna che bisogna cercare di mettere a tacere, e distruggere.

A scriverlo è Tiffany McDaniel nel suo romanzo Sul lato selvaggio, che oltre a ruotare attorno al problema della droga nell’Ohio degli anni Settanta e Ottanta, affronta con un respiro ampio e onnicomprensivo anche il tema legato alle donne, alla loro percezione sociale, al ruolo e ai compiti che avrebbero dovuto adempiere se non avessero scelto di essere delle emarginate, vite al limite in una comunità troppo rigida per contemplare il diverso.

Quando parliamo di diverso molto spesso ci capita di approdare nella sfera delle donne, che sono strane e pericolose tanto quanto lo è la materia oscura che in letteratura chiamiamo «sovrannaturale», quel gotico allo stato puro che tanto ci piace e tanto ci inquieta. Ma ci siamo mai chiesti come mai questi due elementi – femminile e perturbante – vanno di pari passo?

Sul lato selvaggio
Sul lato selvaggio Di Tiffany McDaniel;

Il romanzo che si rivela visionario, potente e ipnotico nello stile di Tiffany McDaniel, tanto apprezzato dai lettori italiani prende spunto da una serie di sparizioni e delitti femminili insoluti avvenuti a Chillicothe, Ohio.

Senza scomodare troppo la storia, che dal mondo antico, passando per quello medievale (popolatissimo di persecuzioni), fino ad arrivare ai giorni nostri, pullula di vicende tristissime – atroci in qualche caso – legate alle donne, sappiamo benissimo che il nostro immaginario collettivo attribuisce alla figura della strega un ruolo squisitamente malvagio: brutta e cattiva, vecchia e giovane, figlia e madre, lei è quell’essere immondo, utilizzato per spaventare anche i bambini, che più di ogni altro sa muoversi tra nascita e morte. Abita un confine sottilissimo in cui il Male a un certo punto prende il sopravvento.

Ma di quale «Male» si tratta? Arriviamo al punto: se è vero che la donna, in antichità, veniva considerata magica nel momento in cui dava alla luce un nuovo essere umano, è anche vero che in seguito, proprio per questa sua naturale predisposizione all’ignoto, è stata costretta dagli uomini a muoversi in un ambiente sociale, famigliare e professionale molto circoscritto. Il male che viene associato all’elemento femminile, da sempre, è quello che fa capo a un mondo invisibile, a una natura selvaggia e possente ma anche pericolosa, piena d’insidie per chi non la conosce; è come se la donna, per metà, vivesse in un altrove oscuro, inaccessibile agli uomini, e non mi riferisco soltanto ai poteri delle streghe ma all’essenza stessa del femminino: terra, vita, morte, rinascita, inferno. Tutto si somma all’interno della donna che nell’atto stesso della creazione genera vita e genera morte, perché chi viene al mondo ha già in sé il germoglio della Fine.

In letteratura, questo sentimento si traduce in un ampio spettro di opere in cui il rapporto Donne-Male torna quasi sempre al punto di origine: il sovrannaturale. Ma c’è di più: è proprio grazie a tre donne – Margaret, Maggie e Kate Fox, madre e figlie adolescenti – che nel 1848, nel villaggio di Hydesville – contea di Wayne, a nord-ovest di New York – venne alla luce il fenomeno dello spiritismo. Come ricorda Massimo Scotti nel suo libro Storia degli spettri, la famiglia Fox in una gelida sera di marzo si mise in contatto con lo spirito che sembrava abitare il loro cottage, tale Splifoot (espressione difficile da tradurre: Piedefesso? Passofalso?), ma dopo un po’ questo gioco di connessione con l’aldilà sembrava non divertire più nessuno, e così decisero di abbandonare la casa stregata. Ma una volta che le Fox se ne furono andate, lo spettro tacque. Senza le sue intermediarie, non c’era gusto a manifestarsi, in compenso però, grazie a loro, molti altri spiriti divennero inaspettatamente loquaci in tutto il mondo.

Ancora una volta, al centro della questione ci sono le donne, ed è così che impazzerà, in America e anche oltreoceano (Italia compresa), una moda ancora oggi molto affascinante: il contatto con gli spiriti. Sono le donne ad aprire un varco, a collegare il razionale con l’irrazionale, a sperimentare andando oltre la sfera del visibile.

Storia degli spettri. Fantasmi, medium e case infestate fra scienza e letteratura

Il tema della casa "infestata" o "stregata", della dimora invasa dai fantasmi, è ricorrente nella letteratura fin dall'antichità ed è diventato un sottogenere nel cinema horror. Questo libro offre un repertorio di conoscenze e di quesiti ancora aperti, basandosi su fatti storicamente accertati e scoprendo qualche caso davvero insolubile, in un excursus culturale curioso e colto.

Ce lo racconta benissimo Shirley Jackson, autrice gotica considerata da King una maestra del genere, che nell’Incubo di Hill House offre al lettore una protagonista avvolta da un’oscura forza sovrannaturale, di natura superiore e contenuta in un luogo simbolo quale è la casa. Il limite fra ciò che è reale e ciò che non lo è diventa molto labile, ed è piuttosto chiaro che Hill House non rappresenta solo un posto fisico ma un terreno molto più vasto e scivoloso, come la mente umana.

Stesso discorso vale per Michael McDowell, autore della fortunatissima saga di Blackwater (fortunata oggi in Italia, grazie a Neri Pozza che l’ha ripescata e divisa in sei preziosi volumi), che accende l’attenzione non soltanto su Elinor, la misteriosa donna dai capelli di rame con un passato enigmatico e un oscuro disegno in testa, ma anche sulla matriarca della famiglia Caskey, Mary-Love, che domina la scena accompagnando tutti i cambiamenti più importanti delle vicende famigliari. In quest’opera sono le donne a costruire, demolire, comandare, decidere, e McDowell lo dice chiaramente:

In città tutte le donne si prendevano gioco degli uomini. I rappresentanti yankee che ci venivano e alloggiavo all’Osceola trattavano con i padroni maschi delle segherie, mercanteggiavano con i gestori degli empori, sedevano per un taglio di capelli nella bottega del barbiere (…); tutto questo senza mai sospettare che a Perdido erano le donne a comandare davvero

Potremmo fare moltissimi altri esempi, come la Fosca di Tarchetti, l’esemplare di vampiro donna all’italiana che, sebbene non sia una creatura fantastica, assolve comunque il ruolo di vampiro energetico, finendo per assumere il controllo della mente e del cuore dello sventurato protagonista; o Mia sorella della giovanissima Fosca Salmaso, un romanzo popolato da tre donne che hanno a che fare con il ricordo di una quarta ragazza, morta annegata, e che si ripresenta loro sotto forme spettrali. Per non parlare di tutte le autrici, oltre a Jackson, che si sono date al gotico – anche sotto pseudonimo – forse per sfogare quell’energia potentissima e soppressa che le lega a un universo inaccessibile alla razionalità feroce del maschio (pensiamo a Mary Shelley, Edith Wharton o Lucy Maud Montgomery, fra le altre).

Dunque, la domanda è chiara: perché le donne sono sempre così vicine al male, inteso non come violenza fisica – che resta più appannaggio degli uomini – ma come potere dell’oltre, centro di controllo dell’inquietudine e dell’angoscia dell’ignoto? Perché sono più prossime al sovrannaturale e, in letteratura soprattutto, hanno sempre a che fare – come protagoniste dirette o indirette – con la forza irrequieta della terra e degli inferi, del cielo e degli abissi?

Perché hanno più dimestichezza. Perché sanno maneggiarlo. Perché la loro tensione all’infinito le rende magiche, e perché conservano fin dalla nascita una predisposizione naturale alla ribellione, alla libertà e al coraggio, soprattutto di rivendicare sé stesse.

I libri per approfondire

Sul lato selvaggio

Di Tiffany McDaniel | Atlantide (Roma), 2020

L' incubo di Hill House

Di Shirley Jackson | Adelphi, 2016

La piena. Blackwater I

Di Michael McDowell | BEAT, 2023

Fosca

Di Igino Ugo Tarchetti | Feltrinelli, 2018

Mia sorella

Di Fosca Salmaso | Il Saggiatore, 2022

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