La trilogia della Patria del giornalista e scrittore Enrico Deaglio è una raccolta in presa diretta dei fatti più importanti che hanno segnato la storia del nostro paese dal 1967 al 2020. I volumi:
Ma davvero è successo tutto questo? In un libro di novecento pagine, una cavalcata in quel vero romanzo che è stata l'Italia degli ultimi trent'anni. È come guardare un film sulla nostra vita, in cui gli avvenimenti sono raccontati mentre succedono.
Roma, 13 marzo 1982
Nominato senatore a vita da Sandro Pertini, nel settembre 1981, Eduardo De Filippo, nato a Napoli nel 1900, è il più grande attore, autore e regista di teatro italiano vivente. Le sue commedie, ambientate a Napoli, contengono battute che sono entrate a far parte del lessico della lingua italiana.
Affaticato e con gravi problemi De Filippo prende la parola a Palazzo Madama, dai banchi della Sinistra indipendente cui ha aderito, in favore dei minori detenuti nell'Istituto Gaetano Filangieri di Napoli, per una sua trasformazione in un villaggio-lavoro.
È l'unico intervento di Eduardo De Filippo in Senato. Il commediografo muore nel 1984.
Il discorso di Eduardo De Filippo
Onorevole presidente, onorevole ministro, onorevoli colleghi [...]. Con tutto il da fare non ho trascurato di occuparmi dell'Istituto Gaetano Filangieri di Napoli e dei ragazzi che spesso, a causa di carenze sociali, hanno dovuto deviare dalla retta via; […] ho trattato vari problemi del nostro paese, molti dei quali ancora oggi irrisolti, primo fra tutti la questione morale, poiché solo su una base morale l'uomo attraverso i secoli ha edificato società e civiltà. […]
Il guaio succede quando si è costretti a vivere nel vortice sfrenato del consumismo di oggi obbedendo a leggi vecchie e superate.
E in questo, a mio parere, consiste la presente ingovernabilità del nostro paese; insomma, ogni santo giorno noi italiani ci troviamo di fronte al solito dilemma: o vivere fuori dal nostro tempo o fuori dalle nostre leggi.
Ma torniamo a Napoli, a Napoli milionaria e alle questioni che con quella commedia ponevo sul tappeto e che sul tappeto sono rimaste.
Nel 1945, finito il fascismo, finita la guerra [...] sentivamo che ci sarebbe stato bisogno di sacrifici per conquistare la libertà e il benessere sociale. […]
Ma ecco invece che cominciano ad arrivare gli aiuti e non in maniera morale, normale, accettabile e benefica, bensì in quantità esagerata che ha falsato tutto lo sviluppo delle nostre sacrosante aspirazioni. Insomma siamo entrati nella storia del dopoguerra come protagonisti non paganti, come entrano in teatro i portoghesi, che lo spettacolo se lo godono meno di tutti perché non hanno pagato il biglietto. […]
Alla fine del 1981, invitato dai ragazzi e dal loro direttore, dottor Luciano Sommella, ho visitato il Filangieri [...] un complesso veramente degno, dove i ragazzi vengono curati, assistiti secondo principi umani e civili [...].
I ragazzi di 11, 12, 13 anni, che sono poi le vere vittime di una società carente come la nostra nei riguardi della gioventù, entrano nell'istituto in attesa di giudizio e vi restano spesso per anni e anni. [...] Compiuti i diciotto anni, poi, ancora in attesa di giudizio, i ragazzi vengono trasferiti nelle carceri di Poggioreale. [...]
Ora bisogna tener conto del fatto che i napoletani, e in specie quelli di diciotto anni, sono pieni di fantasia, pieni di spontanee iniziative in caso di emergenza, sempre vogliosi e mai appagati da un minimo di riconoscimento sincero per la loro vera identità.
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