I Kennedy sono ancora tra noi. Due volte

Venerdì 5 novembre 

Prima notizia. Martedì scorso, a Dallas, Texas, la città dove il presidente Kennedy venne ucciso nel 1963, centinaia di persone appartenenti all’ormai nota setta di Qanon, sono convenute, a spese proprie, per assistere al ritorno sulla terra di JFK jr, il figlio del presidente ucciso, che solo gli sciocchi pensano sia morto in un incidente aereo nel 1999. Hanno portato bandiere, striscioni, hanno pregato e hanno aspettato, sotto una pioggia scrosciante, ma JFK jr non è arrivato. Secondo la profezia il suo arrivo, dal cielo, avrebbe dovuto coincidere con la restaurazione del presidente Trump alla Casa Bianca. I manifestanti non se la sono presa più di tanto; hanno dato colpa alla pioggia e se ne sono tornati a casa.

Seconda notizia. Sta suscitando una certa ilarità, in Italia, la storia di un viaggio kennediano compiuto dal senatore Matteo Renzi nel giugno del 2018. Invitato dalla dirigenza del partito democratico americano alla commemorazione per i cinquant’anni dalla uccisione di Bob Kennedy il nostro ex presidente del Consiglio è ovviamente commosso da tanto onore, ma ha un problema serio: in quello stesso giorno vuole essere presente in Senato per votare contro la fiducia ai 5 Stelle, ma non trova un volo di ritorno che lo faccia arrivare in tempo.
Così sarà la “Open”, una fondazione che lo sostiene, a staccare un assegno da 136.000 euro per affittare un jet Leary da 12 posti che faccia in giornata Roma Washington Roma. Mission accomplished: Matteo Renzi legge, nel suo inglese, un brano del famoso discorso di Bob sul “prodotto interno lordo”, un invito a calcolare la ricchezza di una nazione  “non solo sull’accumulo di beni terreni”, ma su valori più spirituali. Ora che Renzi è in disgrazia, la magistratura italiana sta indagando sul suo “interesse per i beni terreni”.

I Kennedy intanto ci guardano, dal cielo…