Bassa marea

Valute misteriose

Faccio il tifo per l’euro, affinché si risollevi: “Whatever it takes”, costi quel che costi, secondo la famosa espressione usata da Mario Draghi nel 2012

Da quando l’euro ha sostituito le lire, in Italia si bada meno ai cambi con valute estere, perché si può viaggiare in altri diciotto paesi europei con la stessa moneta: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna, per ricordare quali sono.
Per me che vivo a Londra, paese fuori dall’eurozona, oltre che – dopo la Brexit – fuori dall’Unione Europea, tuttavia, il cambio rimane importante, anche perché i soldi che guadagno mi vengono pagati in euro dall’Italia ma mi arrivano in sterline sul conto bancario di Londra.

Ebbene, come è noto l’euro sta sprofondando: è andato per la prima volta sotto il cambio alla pari, 1 euro uguale a 1 dollaro, con la moneta americana che è da sempre il termine di riferimento mondiale in materia. Sprofonda anche la sterlina, calata nei confronti del dollaro al cambio più basso dal 1985. Non è calata altrettanto, però, nei confronti dell’euro.
Misteri delle fluttuazioni valutarie.

Una quindicina di anni fa, quando ero arrivato da poco in Inghilterra, il cambio euro-sterlina era così svantaggioso per la valuta europea che, quando mi arrivava lo stipendio da Roma, quasi temevo di vedere diminuire anziché aumentare il mio conto in banca. La sostanza, da quel poco che capisco, è semplice: più un’economia nazionale è sana, più è solida la valuta nazionale. Dunque, senza pensare solo ai miei interessi, faccio il tifo per l’euro, affinché si risollevi: “Whatever it takes”, costi quel che costi, secondo la famosa espressione usata da Mario Draghi nel 2012 per salvarlo dalla crisi del debito europeo.  

02.02.2020. La notte che uscimmo dall'euro

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