Anche quest’anno, FOG sarà un festival che ci aiuterà a sfidare ciò che consociamo
FOG, il festival di Triennale Milano dedicato alle performing arts, arriva quest’anno alla sua sesta edizione, e ha allestito un programma d’eccezione con 20 artisti e oltre 100 appuntamenti. Gli spettacoli, alcune prime italiane, ma, soprattutto, tante prime europee e assolute, si terranno dall’11 febbraio all’11 maggio, anche se non tutti saranno nel teatro di Triennale: l’idea, vista la ricchezza che questo festival rappresenta per la città, è stata quella di distribuire nello spazio di Milano l’intero progetto.
Da sei anni FOG è una delle rassegne cardine nel panorama culturale internazionale, e questa vocazione a farsi punto d’incontro e di dialogo tra diverse forme di performance è in realtà il principio su cui si sostiene fin dall’inizio. È un festival – lo si è ripetuto spesso, durante la conferenza stampa – tutto proiettato al di fuori. Fuori dal teatro, fuori dal nostro presente (per guardare in avanti, si capisce), fuori dai nostri spazi di comfort, e fuori, senza dubbio, da qualsiasi schema. Gli assessori del Comune di Milano, Tommaso Sacchi e Stefano Bruno Galli, durante la presentazione del programma, non hanno potuto fare a meno di denotare questa ecletticità, questa impossibilità di racchiudere in un’etichetta ciò cui si assisterà nei prossimi mesi.
Ma una cosa è chiara a tutti, ovvero che FOG non sarà un evento culturale fine a sé stesso, ma un’occasione per dare soddisfazione – finalmente – a quel desiderio e bisogno di momenti sociali alti e arricchenti che ormai da qualche anno ci portiamo dietro. Paola Dubini, Presidente di Triennale Milano Teatro, commenta bene l’immagine che è stata scelta per guidare il festival: un tuffo, una torsione verso la speranza, e verso lo spazio incerto ma affascinante del possibile; e una bolla, che non è esclusione, ma l’emblema della fragilità e della responsabilità che dalle cose belle e fragili scaturisce. Una leggerezza, quasi, che non riguarda l’importanza dei grandi artisti presenti al festival, ma l’entusiasmo con cui ci si proietta verso il nuovo – con cui ci si tuffa nel contemporaneo.
Esiste, in FOG, uno spirito di scoperta che è insito nella natura del festival, e che ha guidato il Direttore artistico di Triennale Milano Teatro, Umberto Angelini, nella scelta di un programma che «accoglie una moltitudine di sguardi, corpi e voci in un affresco incandescente della scena artistica contemporanea». Scena che sarà calcata da chi il teatro e l’arte li mastica da tempo, e da chi, invece, è appena arrivato, in un dialogo costante tra novità e identità che permette alle generazioni più giovani affermare loro stesse.
Il leitmotiv appare quasi essere la contaminazione, il continuo mescolarsi di linguaggi e forme artistiche, di spazi dati per certi e luoghi nuovi da abitare: qual è la casa della performance, se ne ha una? Il teatro o la città o il mondo? Parrebbe quest’ultima, anche se è indubbio che, per trovare una quadra, per creare eventi simili e di così alta qualità, servono istituzioni che sappiano guardare lontano, ed è questo che si è prefissato di fare Triennale Milano. È ancora Paola Dubini a dire di FOG che, quest’edizione più che mai, è un festival «coraggiosamente contemporaneo».
Lo è innanzitutto per chi vi parteciperà, e lo è per i temi che saranno trattati, senza pregiudizi o preconcetti, e senza risparmiare colpi a nulla. Raccoglierà, FOG, il meglio delle performing arts contemporanee, e metterà in scena un mondo complesso, sfaccettato, a volte duro, ma fragile e bellissimo. Che poi è il nostro.
Gli eventi che non ci perderemo
1° febbraio, ore 21 SQURL presentano Jim Jarmush dal vivo. Maestro del cinema indipendente americano, Jim Jarmush si esibisce nella veste degli SQURL, duo newyorkese composto dal regista e dal produttore Carter Logan: un concerto proiezione in cui verranno musicati dal vivo quattro cortometraggi onirici realizzati da Man Ray.
19 febbraio, ore 21 Cinzia Spanò e Roberta Di Mario faranno un reading di Leggere Lolita a Teheran. Seguendo l’esempio di Azar Nafisi, l’attrice e la pianista propongono una lettura del suo romanzo, per ricordare che la letteratura e l’arte possono essere forme potenti di resistenza.
10 marzo, ore 19.30 il progetto artistico madalena reversa presenta Manfred. Burrascosi flussi di pensiero travolgono lo spettatore sullo sfondo di un’apocalisse incombente, una riflessione romantica e inquietante sul rapporto tra uomo e natura, con una reinterpretazione del poema di Lord Byron Manfred, il cui tema è un’umanità in conflitto tra la propria materialità e spiritualità.
1 e 2 aprile, ore 17 Alessandro Sciarroni presenta DREAM. Muovendosi tra musica, danza e teatro, sei performer e un pianista mettono in scena un’azione senza inizio né fine, rappresentando l’umanità vista da vicino in uno spazio-tempo sospeso e misterioso.
5 e 6 maggio, ore 19.30 la compagnia belga Peeping Tom presenta DIPITCH. The missing door e the lost room. Un incontro romantico in una camera d’albergo, un dramma che si consuma tra le pareti di un salotto borghese: in un intrico di porte e scenari, danza e teatro danno forma a narrazioni frammentate e atmosfere da thriller psicologico.
6 maggio Romeo Castellucci, Grand Invité per il quadriennio 2021-2024, curerà l’evento speciale per i 100 anni di Triennale Milano, di cui abbiamo parlato nelle nostre news.
Il programma completo del festival è al sito triennale.org/fog-2023.
Ti potrebbero interessare
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente