Sono passati centocinquant'anni dalla nascita del più grande illusionista di tutti i tempi: Harry Houdini. Erik Weisz nasce a Budapest il 24 marzo del 1874 e scompare il 31 ottobre del 1926 a Boston.
Certo, più che la sua nascita è la sua scomparsa che ricordiamo meglio: stroncato da peritonite in seguito alla rottura dell'appendice ad appena cinquantadue anni. Una morte singolare, come singolare è stata la sua vita.
Qualche giorno prima un suo fan era entrato in camerino alla fine di uno spettacolo e gli aveva chiesto se poteva provare i suoi muscoli: pare, infatti, che Houdini fosse solito farsi colpire agli addominali - quelli che lo avevano reso famoso come il più grande escapologo della storia -; solo che quel ragazzo non era un fan qualsiasi, ma uno che la boxe la faceva di mestiere. Si è lungo dibattuto se i pugni siano stati la causa, o una delle cause della morte: ancora non è chiaro, ma è certo che anche questa è una storia da raccontare.
Victor ha una passione per la magia e per il più grande illusionista di tutti i tempi: Houdini. Per seguire le sue orme ha trasformato la casa in un palcoscenico, dove tenta di replicare i numeri del Maestro cimentandosi in lunghe apnee nella vasca da bagno o chiudendosi nel baule della nonna.
Erik Weisz, questa la sua prima identità, vive per i primi quattro anni a Bupadest, poi con la famiglia emigra negli Stati Uniti, una delle tante famiglie europee a lasciare il continente per cercare fortuna oltreoceano. Suo padre è un rabbino e tutta la famiglia è molto devota alla religione ebraica.
Negli States Erik diventa Ehrich Weiss, la sua seconda identità. I genitori ritenevano che un nome più americano avrebbe facilitato l'inserimento del bambino nella società. Prima si stabiliscono in Winsconsin, poi a New York.
A diciassette anni diventa un illusionista. Come sarà venuto in mente ad un giovane ragazzino di diventare un mago?
Arriviamo così alla sua terza identità: Harry Houdini, in onore del mago illusionista Jean Eugène Robert-Houdin. Harry comincia a lavorare con i giochi di carte, ma capisce subito che non è la strada giusta.
Alla fine del 1800 comincia a esibirsi come escapologo, con l'aiuto della moglie Bess, anche lei illusionista. Houdini è capace di liberarsi da catene, manette, camicie di forza. E lo fa in pochissimi minuti.
Dopo un tour di qualche anno in Europa torna negli Stati Uniti dove raggiunge il successo: è del 1913 il suo trucco più iconico, la cella della tortura cinese dell'acqua, in cui rimaneva sospeso a testa in giù in una cassa di vetro - così che gli spettatori potessero vederlo - piena d'acqua e chiusa a chiave.
Dopo la morte della madre, Harry Houdini, uno degli illusionisti escapologi più celebri di tutti i tempi, alla ricerca di una risposta sulle reali possibilità di comunicazione tra i vivi e i morti, si avvicinò allo Spiritismo.
Illusionista, escapologo, ma anche regista - ha girato due film e attore - ben cinque pellicole in quattro anni.
A seguito della morte della madre Harry cominciò una vera e proprio crociata contro lo spiritismo - forse per superare la perdita sua. Un'altra identità, ancora: quella del paladino dell'aldilà. Lasciate i morti dove stanno, ché di recuperarli non c'è nessuna speranza.
Con sua moglie Bess aveva fatto un patto: che da morto le avrebbe mandato un messaggio concordato, e lei per dieci anni dopo la sua morte ha continuato a evocarlo e a organizzare sedute per raggiungerlo, ma lui non le parlò mai.
Un altro dei suoi trucchi, delle sue illusioni, lui che da morto non voleva più essere disturbato.
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